Decidere di risparmiare sulle spese energetiche e installare non uno, ma quattro robot di mungitura, è in apparenza un controsenso, dal momento che, come noto, il robot vive di energia elettrica. Eppure, fatti tutti i conti, i fratelli Guidetti di Guidizzolo (Mn) hanno concluso che alla fine della loro lunga transizione riusciranno non soltanto a ridurre il costo della manodopera e a liberarsi dalla schiavitù quotidiana della mungitura, ma anche a ridurre i consumi energetici della loro stalla. Prima di vedere in che modo, conosciamo meglio la loro azienda.
Quella di Alberto e Giuseppe Guidetti è una stalla di dimensioni medio-grandi, per gli standard italiani. I due fratelli mantovani, aiutati dai figli Luca e Nicola, mungono infatti, in media, 260 capi di buona genetica, con una produzione media di 103 quintali di latte per vacca. Una realtà, dunque, indubbiamente interessante.
L’ampliamento dell’allevamento
Ciò nonostante, tre anni fa i Guidetti hanno deciso di cambiare radicalmente strada, introducendo la mungitura automatica. Lo hanno fatto, dapprima, su metà della mandria: “Per come era organizzata la nostra stalla, con divisione in due corpi e sala di mungitura centrale, era impossibile una conversione totale e immediata. Abbiamo così adattato una delle due stalle all’impiego del robot, ampliando un po’ l’atrio e installandovi le due macchine, due A4 della Lely, ma abbiamo lasciato l’altra inalterata” ci dice Alberto Guidetti.
Questo, almeno, in una prima fase, perché al momento sono in pieno svolgimento i lavori per la realizzazione ex-novo di una terza stalla, dove sarà ospitata la mandria attualmente munta manualmente. Inutile dire che, da quel momento in poi, anche gli ultimi 130 capi saranno affidati alle cure del robot. “L’attuale stalla, invece, sarà adibita a manze e rimonta: c’è sempre bisogno di spazio, senz’altro non andrà sprecata”.
Nel giro di pochi mesi, insomma, tutto il bestiame sarò munto dal robot.
L’adattamento degli animali
Il ragionamento di Guidetti ci porta a una domanda fondamentale: come reagiscono gli animali? E quanti se ne devono scartare? “Finora abbiamo semplicemente spostato le vacche più problematiche nel settore munto a mano. È chiaro che tra breve, quando porteremo tutti gli animali al robot, qualcuno dovrà essere eliminato, ma non so ancora quanti”.
Per quanto riguarda l’impatto del nuovo metodo, continua Alberto Guidetti, “devo dire che è stato modesto e di breve durata. Gli animali più giovani, ovviamente, si sono adattati più in fretta: già dopo una settimana andavano al robot senza alcun invito. Con le anziane c’è voluto un po’ di più, ma nulla di preoccupante”. Bisogna anche dire, tuttavia, che i Guidetti hanno fatto di tutto per rendere la transizione il meno traumatica possibile. Già diversi giorni prima di iniziare la mungitura, per esempio, avevano attivato il distributore di mangime. “In questo modo gli animali si sono abituati a entrare nel box per mangiare e hanno risentito meno della novità”.
Naturalmente il percorso non è stato tutto rose e fiori. “Nei primi tempi avevamo un tasso di allarmi sicuramente più elevato di adesso. Il computer segnalava, attraverso avviso sul cellulare, ritardi di mungitura, doppie mungiture o assenza di vuoto. Nel giro di poche settimane, comunque, gli avvisi si sono diradati e ora, a distanza di tre anni, passano mesi senza che ne arrivi uno”, spiega Guidetti.
Gli effetti del nuovo regime
Le vacche, secondo l’allevatore, si sono dunque abituate abbastanza rapidamente al nuovo regime. E, come primo risultato, appaiono anche più calme: “Gli animali sono molto tranquilli e rilassati e si gestiscono da soli, senza problemi. Ovviamente in caso di ritardi eccessivi – diciamo oltre le 13 ore – interveniamo noi”.
Secondo effetto della mungitura robotizzata è stato l’incremento produttivo. “Come ho detto, per circa un decennio, a partire dal 2003 circa, siamo rimasti attorno ai 103 litri per capo, in media. Spostando sotto robot metà della mandria, siamo arrivati rapidamente a superare i 112 quintali. Con la conversione dell’intera stalla, a questo punto, conto di raggiungere i 120 ettolitri per capo”.
Già oggi la resa unitaria è molto buona: 34 litri di media nell’epoca della nostra visita, subito dopo il caldo estivo, ma Guidetti ci spiega che nei periodi di massima produzione si toccano spesso i 40 litri giornalieri. Non vi sono invece state, finora, ricadute su cellule, grassi e proteine. Le prime sono ferme tra 200 e 220mila, i grassi oscillano dal 3,8 al 4% e le proteine, infine, sono piuttosto basse: difficilmente superano il 3,25%.
Le potenzialità
Le informazioni sulla resa per capo, e molte altre ancora, sono fornite dal software di gestione dei robot. “È un programma molto completo e anche sofisticato. A livello di base è semplice, ma se si volesse utilizzarlo in profondità, c’è di che sbizzarrirsi perché la quantità di informazioni raccolte è davvero notevolissima. Oltre a conoscere la produzione giornaliera e settimanale di ogni capo e quella media della stalla, infatti, posso sapere la temperatura di ogni animale al momento della mungitura e anche le ore di ruminazione giornaliera, un dato assai utile per conoscere lo stato di salute della mandria. In questo gruppo – ci dice Guidetti mostrandoci la schermata del computer – ci collochiamo tra i 300 e i 600 minuti / giorno di ruminazione”.
Anche i calori, naturalmente, sono rilevati tramite il collare che serve a rendere risconoscibile ogni animale al computer di mungitura.
“Con una quantità così elevata di dati – conclude il proprietario – si hanno sul computer tutti i dettagli della propria mandria”.
Innovare e risparmiare
L’innovazione, come si è visto, non spaventa certamente i fratelli Guidetti; né in stalla né in campagna. Dove, per esempio, dalla prossima stagione inizieranno a fare irrigazione a goccia sul mais. “Abbiamo scelto questa formula sia perché ci sembra valida sia per ottenere qualche punto in più nella domanda dei finanziamenti Psr. E anche, infine, per risparmiare sui costi”, dice l’interessato.
Spendere meno, continua Guidetti, è oggi una priorità assoluta: “Non avendo installato fotovoltaico o biogas, stiamo cercando di ridurre le spese di produzione con metodi alternativi, in modo che l’acquisto del terzo e quarto robot non pesi sulla bolletta energetica”.
Come abbiamo già ricordato all’inizio di questo reportage, i Guidetti dovrebbero riuscire ad abbattere i consumi elettrici, nonostante i quattro A4 installati. “Questo perché con la nuova stalla potremo unire il prodotto in un solo frigo, in luogo dei due attuali. Sarà un refrigeratore molto più economico: consumerà 5 kW in luogo dei 18 richiesti attualmente. Ciò è possibile perché la mungitura robotizzata invia poco latte per volta al frigo, mentre con la sala di mungitura si hanno due grossi ingressi in orari ben precisi.
I Guidetti utilizzano anche abbattitori di calore ad acqua per raffreddare parzialmente il latte prima che giunga nel frigorifero: “Abbassiamo la temperatura da 36 a 20 gradi. E l’acqua che esce dall’impianto, a 28°, finisce in un abbeveratoio. Gli animali la gradiscono molto, anche in estate”.
Tutto questo impegno, tuttavia, si scontra con la dura realtà dei prezzi: “Il Grana Padano, destinazione del nostro latte, al momento vale 6,40 euro, vale a dire che per il nostro latte riceviamo circa 40 centesimi. Sempre meglio dei 33 del latte comune, ma bisogna mettere in conto anche un’attesa di 12 mesi prima di incassare. Se non aumenteranno un po’ i prezzi, ogni sforzo sarà inutile”.
SCHEDA AZIENDALE
Nome: azienda agricola Guidetti, proprietà della famiglia Guidetti.
Località: Rebecco di Guidizzolo (Mn).
Mandria: 260 capi in lattazione.
Superficie coltivata: 60 ettari.
Coltivazioni: mais da trinciato, loietto, medica.
Mungitura: 130 vacche in sala tradizionale, 130 con robot.
Produzione media annua: 112,6 quintali/capo.
Qualità del latte: grasso 3,9%, proteine 3,2%, cellule da 200 a 220mila.
Robot di mungitura adottati: Lely A4.