L'importanza di allevare gli animali in un ambiente e con modalità che rispettino maggiormente il loro benessere rappresenta oramai un “must” non solo per il comune cittadino ma anche per gli operatori del settore zootecnico che in passato temevano che l'argomento benessere non venisse affrontato in maniera pratica, utile ed efficace trasformandosi esclusivamente in un “appesantimento” burocratico del processo produttivo. Le indicazioni normative volte al miglioramento del benessere animale si sono infatti rivelate molto pratiche e in grado di migliorare le performance produttive ma in alcuni casi anche di dare impulso a nuove metodologie produttive come nel caso dell'utilizzo dell'alimento solido nel vitello a carne bianca.
Il miglioramento del benessere animale negli allevamenti prevede comunque notevoli sforzi da parte degli allevatori e non solo in termini di adeguamento a pratiche spesso in grado di destabilizzare una routine o delle tradizioni consolidate da generazioni, ma anche per la necessità di attuare interventi strutturali di rilevante entità
Con i bovini da carne
Relativamente all'allevamento del bovino da carne, le indicazioni normative non sono così categoriche e permettono una pianificazione nel tempo di eventuali interventi strutturali molto onerosi tra i quali il più importante è certamente quello della trasformazione degli allevamenti da stabulazione fissa a stabulazione legata. Nel complesso infatti è già da tempo che l'allevamento del bovino da carne viene attuato riponendo grande attenzione al benessere degli animali perché è già da tempo che l'allevatore da carne ha capito la stretta relazione esistente tra benessere, miglior crescita ed elevata qualità del prodotto finale carne.
Tale circostanza rappresenta pertanto un vantaggio per il comparto in quanto, ad eccezione della trasformazione degli allevamenti da stabulazione fissa a libera, le imposizioni comunitarie non richiedono adeguamenti strutturali importanti come avvenuto ad esempio recentemente per il settore avicolo, e che porterebbero certamente ad un collasso del sistema produttivo vista la drammatica situazione economica che oramai da anni sta vivendo il settore.
Le indicazioni ad oggi disponibili in merito al benessere dei bovini da carne di età superiore ai 6 mesi, sono riportate nel Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146 "Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2001. In tale decreto si trovano una serie di raccomandazioni e buone prassi da adottare con l'obiettivo di garantire il benessere degli animali allevati affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili. Occorre sottolineare che tale normativa prevede inoltre che le autorità sanitarie territorialmente competenti controllino in modo ufficiale la conformità delle modalità di allevamento e custodia degli animali. Tali controlli devono essere effettuati tenendo conto della specie, del grado di sviluppo, adattamento e addomesticamento, nonché delle esigenze fisiologiche ed etologiche degli animali secondo l'esperienza acquisita e le conoscenze scientifiche. A tale scopo sono state sviluppate griglie di valutazioni e check list al fine di oggettivare la valutazione del benessere.
Evitare ritardi
A prescindere dalla questione relativa al benessere, individuare tardivamente un animale malato, e soprattutto se presenta problemi respiratori, rappresenta un'incredibile inefficienza produttiva. L'animale sottoposto rapidamente alla corretta terapia recupera molto più velocemente e il suo incremento ponderale e le caratteristiche della carcassa saranno decisamente migliori rispetto a quelle di un animale malato in cui il tempo intercorrente tra insorgenza della patologie e trattamento è più lungo. In corso di polmonite, infatti più tempo passa tra insorgenza della patologia e somministrazione dell'antibiotico, maggiori saranno i distretti polmonari compromessi, cioè interessati da atelettasia, un fenomeno caratterizzato da vasocostrizione a livello alveolare e conseguente drammatica perdita di funzionalità.
Un minor afflusso sanguigno al distretto malato comporta inoltre una minore possibilità delle molecole antibiotiche di raggiungere il sito di infezione e svolgere la loro funzione, vanificando l'efficacia anche di antibiotici eccellenti. Oltre a ciò, molto spesso occorre ripetere più volte o prolungare per molto tempo le terapie antibiotiche andando contro quelle che sono le indicazioni comunitarie di ridurre in modo cautelativo il consumo di antibiotici negli animali destinati alla produzione di alimenti al fine di scongiurare la probabilità, anche se non ancora accertata, d'insorgenza di fenomeni di antibiotico resistenza in medicina umana. L'antibiotico resistenza è la capacità di alcuni batteri di essere immuni ad alcuni antibiotici. Tale capacità è favorita certamente dall'uso improprio o dall'impiego di grandi quantità di antibiotici, ma anche dal tempo a disposizione dei batteri di trasferirsi tra loro la capacità di resistenza, come avviene appunto in caso di interventi terapeutici tardivi.
I riflessi economici di tale inefficienza, anche se di difficile valutazione, sono certamente rilevanti e devono pertanto portare a considerare la rapida individuazione degli stati morbosi come una priorità non solo in termini di benessere animale ed etica professionale ma anche al fine del bilancio economico aziendale. In quest'ottica, alla grande esperienza dell'allevatore e alla professionalità e competenze del medico veterinario, si affianca la tecnologia fornendo strumenti utili per individuare precocemente nella mandria gli animali ammalati.
Grazie alla tecnologia
Strumenti tecnologici di monitoraggio continuo ed immediato della salute degli animali sono da tempo disponibili per gli allevatori di vacche da latte, come ad esempio sistemi per il rilevamento degli atti ruminativi, sistemi di allerta-parto, sensori per la valutazione dello stato sanitario mediante l'analisi rapida ed automatica del latte ad ogni mungitura, ecc. Nell'allevamento del bovino da carne, a causa probabilmente di un range di problematiche sanitarie più ristretto e di un riscontro meno immediato degli effetti negativi degli stati patologici sulle performance produttive, il ricorso a tali strumenti tecnologici è molto meno preponderante. Numerosi dispositivi sono però disponibili o sono in fase di perfezionamento al fine di individuare precocemente gli stati febbrili associati a problemi respiratori.
La Patologia Respiratoria Bovina
La Patologia Respiratoria Bovina (BRD) è infatti il principale problema sanitario che caratterizza il sistema produttivo del bovino da carne non solo in Italia, ma in tutto il mondo. In ogni regione del mondo, infatti, i fattori che predispongono alla BRD sono i medesimi e cioè, giovani animali non ancora completamente immunocompetenti vengono sottoposti ad uno stress più o meno intenso causato dal trasporto e dall'adattamento ad un nuovo ambiente. Tale fenomeno riduce ancor di più la loro reattività immunitaria esponendoli all'attacco non solo di nuovi patogeni contratti nei mercati, nei centri di raccolta o sui mezzi di trasporto, ma anche a banali microrganismi normalmente presenti nel loro albero respiratorio che in altre circostanze avrebbero autonomamente gestito. Tra i vari sintomi associati alla BRD quali alterazione dei caratteri del respiro, scolo nasale, scolo oculo-congiuntivale, depressione del sensorio e riduzione di assunzione di alimento, il rialzo termico è quello che non solo è sempre presente ed è alla base dell'insorgenza di molti degli altri sintomi citati, ma è anche un parametro misurabile e che compare spesso molto prima degli altri (tabella 1). Il migliore dei conoscitori di bovini da carne, abilissimo e attento osservatore, con un'incredibile e pluridecennale esperienza, non è però in grado di individuare l'animale malato se esso non presenta un minimo stato di depressione che, sebbene rappresenti un precoce segno di malattia, compare mediamente circa 48 ore dopo il rialzo della temperatura corporea.
Boli ruminali
Sono reperibili sul mercato boli ruminali in grado di rilevare la temperatura corporea e rappresentano uno strumento vincente per la rapida individuazione dei primi rialzi febbrili. I boli sono apparati wireless di rilevazione in continuo della temperatura ruminale, generalmente a forma cilindrica, in materiale inerte e spesso dotati di “alette” che ne riducono il rischio di rigurgito e il passaggio negli altri distretti dell'apparato digerente. L'utilizzo di tali dispositivi, in condizioni sperimentali, ha permesso di chiarire il tempo medio intercorrente tra il momento dell'infezione e la comparsa della febbre. Ad esempio, in uno studio condotto da Fajt et al. (2004), su 3 animali infettati sperimentalmente con un ceppo di M. haemolitica, il rilevamento in continuo della temperatura attraverso l'utilizzo dei boli ruminali, ha evidenziato come il rialzo termico sia rapidissimo raggiungendo il picco medio di 41,5 °C solamente 21 ore dopo il contagio.
In uno studio di campo (Timsit et al., 2011) è stata invece valutata la capacità di operatori esperti di individuare precocemente i soggetti affetti da BRD contrapponendola alla temperatura corporea degli animali rilevata tramite bolo ruminale. Nel migliore dei casi l'operatore ha individuato e sottoposto a trattamento l'animale a 12 ore dal rialzo febbrile mentre nel peggiore dei casi dopo ben 177 ore. Mediamente i bovini ammalati hanno ricevuto il trattamento antibiotico dopo 51 ore dalla comparsa della febbre.
La rilevazione della temperatura corporea mediante boli ruminali consente pertanto una rapida individuazione dei soggetti ammalati.
Purtroppo però tale sistema non è privo di difetti. Oltre al costo mediamente elevato, i boli hanno una dimensione che li rende non facili da somministrare soprattutto nei ristalli più giovani, e richiedono pertanto la presenza in allevamento di idonee strutture di contenimento ed immobilizzazione in grado di garantire l'incolumità non solo del bovino ma anche degli operatori. La durata della batteria di tali dispositivi è inoltre mediamente breve e non permette di monitorare la salute dei bovini per tutto il loro ciclo produttivo. Infatti, sebbene i principali problemi sanitari si concentrino nelle prime fasi temporali di allevamento, risulta comunque interessante poter sfruttare tale tecnologia anche per l'individuazione delle recidive le quali, spessissimo, hanno esito nefasto perché oltre al decorso fulmineo che le caratterizza, risultano anche di più difficile individuazione a seguito della riduzione della frequenza e accuratezza del controllo sanitario nelle fasi successive all'adattamento.
Di più, tali boli possono anche rilevare l'andamento del pH ruminale risultando degli strumenti utilissimi ed estremamente funzionali anche per l'individuazione delle dismetabolie digestive la cui incidenza e gravità aumenta esponenzialmente nella fase di ingrasso, dove l'utilizzo di un più alto livello nutritivo espone gli animali ad un maggior rischio di acidosi e patologie connesse. Con tale finalità, l'impiego dei boli, seppur ostacolato dalle difficoltà di somministrazione e da una durata definita, può comunque risultare un'opportunità interessantissima per il monitoraggio strategico delle fermentazioni ruminali della mandria durante l'ingrasso, attraverso una loro somministrazione ad un numero limitato di animali che assumo, in questo modo, il ruolo di “sentinella” nei confronti delle problematiche connesse ai cambi di alimentazione, alla fine e inizio degli insilati, all'utilizzo di nuovi alimenti, ecc.
Fever Tag
La temperatura corporea può essere monitorata anche mediante l'utilizzo di particolari marche auricolari dotate di sonda termometrica che si inserisce nel canale auricolare.
Tali dispositivi sono inoltre muniti di un led che si accende qualora la temperatura corporea del soggetto risulti sopra la soglia di normalità.
Sebbene questi dispositivi siano molto più economici dei boli e molto più semplici da applicare, risultano al momento meno attendibili e un loro ulteriore perfezionamento è, ad oggi, argomento di intensa attività di ricerca.
Termografia
La termografia consente di visualizzare le differenze di temperatura di una superficie, rilevando la radiazione infrarossa emessa dal corpo sotto osservazione. L'immagine finale risulta dunque in diversi (detti “falsi”) colori, dove ogni colore corrisponde a una specifica temperatura e, attraverso una scala di riferimento, è possibile mettere in evidenza le anomalie termiche rispetto ad una specifica temperatura considerata normale.
È una metodica molto sensibile, in quanto piccoli cambiamenti di temperatura provocano modificazioni energetiche significative. La rilevazione di anomalie termiche non indica necessariamente la presenza di una specifica patologia, ma può anche derivare da una reazione fisiologica dell'organismo ad un determinato evento, come ad esempio un intensa attività fisica. In tal senso una corretta discriminazione delle motivazioni alla base della variazione termica risulta pertanto determinante al fine di una appropriata interpretazione del dato.
La termografia, già da anni utilizzata nel comparto zootecnico per valutare la qualità degli alimenti insilati, è una tecnologia estremamente versatile anche nell'allevamento bovino in quanto non è invasiva, non richiede l'uso di flash, non produce rumore, non emette raggi e non necessità del contenimento dell'animale o nessun contatto fisico con esso. Può essere applicata sia su vacche da latte per monitorare laminiti e mastiti, sia su giovani soggetti per il controllo della temperatura in casi di diarrea, problemi respiratori o febbre da trasporto, A riguardo, le regioni anatomiche che forniscono i migliori rilievi termografici sono gli arti per le laminiti e gli occhi per la rilevazione della temperatura corporea.
Anche tale tecnologia non è però priva di difetti ed inconvenienti dal momento che in primis il costo la rende attualmente applicabile sono nell'ambito della ricerca scientifica. Inoltre, l'estrema sensibilità con cui rileva piccole variazioni di temperatura la rende di non semplice applicazione per il monitoraggio della temperatura corporea del bovino da carne. L'interazione sociale tra soggetti sia essa per gioco o per gerarchia come pura fattori ambientali, quali pioggia o una lunga esposizione diretta al sole, sono infatti in grado di influenzare significativamente la rilevazione della temperatura. Alcune esperienze interessanti sono state conseguite nel bovino da carne installando la termocamera in corrispondenza degli abbeveratoi e rilevando la temperatura corporea nel momento in cui l'animale si abbevera. Due studi sperimentali a riguardo hanno infatti dimostrato come il ricorso a tale tecnologia consenta di individuare gli animali affetti da BRD da 4 a 6 giorni prima della comparsa dei sintomi clinici (Schafer et al., 2007 e 2012).
Sistemi di monitoraggio automatico
Oltre che tramite la rilevazione della temperatura corporea, la precoce individuazione degli animali affetti da BRD può essere effettuata monitorando alcuni atteggiamenti dei bovini, strettamente correlati alla comparsa di febbre. Lo stato febbrile induce infatti uno stato di disoressia e anoressia, cioè riduce l'appetito. Oltre a ciò, gli animali depressi dal rialzo febbrile tendono a muoversi molto meno rispetto ai soggetti sani. Monitorando il tempo trascorso in mangiatoia o l'attività motoria degli animali, è pertanto possibile acquisire indicazioni utili e precise sulle condizioni sanitarie dei soggetti individuando gli animali malati.
A riguardo, diversi dispositivi di uso frequente nella bovina da latte sono stati testati nel bovino da carne. Sistemi di individuazione del bovino in mangiatoia e del tempo trascorso alla stessa, hanno evidenziato che un bovino con rialzo febbrile da BRD nelle sue prime fasi d'insorgenza, riduce del 30% (46 minuti contro 60 minuti) al giorno il tempo di permanenza in greppia rispetto ai soggetti sani (Sowell et al., 1999). Tale riscontro permette di individuare la presenza di un bovino ammalati con ben 4 giorni di anticipo rispetto alla comparsa dei tipici sintomi collegati alla BRD (Quimby et al., 2001).
Risultati simili scaturiscono anche dall'utilizzo dei pedometri o accelerometri, strumenti in grado di misurare l'attività motoria degli animali ed ad oggi ampiamente utilizzati per la rilevazione dei calori nelle vacche da latte. A riguardo la ricerca condotta nel bovino da carne ha evidenziato che gli animali affetti da problemi respiratori evidenziano un'attività motoria decisamente minore, con valori più bassi nei soggetti affetti dalle forme patologiche più gravi. (White et al., 2012). Ulteriori applicazioni tecnologiche per il monitoraggio dell'attività motoria e del tempo passato in mangiatoia, prevedono la rilevazione satellitare della posizione e dello spostamenti dei soggetti all'interno della loro area stabulativa.
Più perfezionati e meno costosi
In conclusione, la tecnologia rappresenterà anche per il comparto zootecnico uno strumento sempre più fruibile ed efficace non solo per il miglioramento delle performance di allevamento e nella riduzione delle inefficienza ma anche per elevare il benessere animale e la sicurezza del consumatore. A riguardo gli strumenti tecnologici attualmente disponibili per il monitoraggio dello stato di salute del bovino sono diversi e caratterizzati da differenti approcci e complessità ma in qualsiasi caso in grado di dare indicazioni precise, in anticipo rispetto ai classici sistemi di monitoraggio e spesso senza la necessità di contatto e contenimento dell'animale.
Il progressivo perfezionamento e la diffusione di tali strumenti che certamente si verificheranno nel prossimo futuro porteranno ad una rapida riduzione del loro prezzo che al momento attuale risulta mediamente elevato e pertanto di interesse più per il mondo della ricerca che per le realtà di allevamento, anche se in alcuni contesti la loro convenienza economica è già indiscutibile.
Tali tecnologie rappresentano inoltre uno strumento futuro di efficacia ed utilità ineguagliabili nella prevenzione e gestione delle patologie e non solo di quelle di maggiore rilevanza come la BRD, ma anche di quelle secondarie in grado comunque di compromettere il benessere animale e le performance di allevamento con un inevitabile aumento del consumo di antibiotici. Tali strumenti infatti, attraverso una precocissima rilevazione delle problematiche, consentono di ottimizzare la gestione del farmaco, aspetto questo di grande rilevanza a livello comunitario e per l'ottimizzazione della sicurezza del consumatore.