Doppia evoluzione per il Combi Mais, il protocollo innovativo portato avanti da Mario Vigo, presidente di Innovagri nell’azienda agricola Folli a due passi da Milano (30 ettari dedicati), con il supporto di diversi partner tecnici di prim'ordine. Primo passo avanti, economico. Il 2018 sarà l’anno del debutto della farina per polenta Combi Mais nella grande distribuzione. In autunno infatti si potrà trovare nei supermercati e ipermercati a insegna Iper, Unes e U2, a marchio Il viaggiator goloso, la linea top di gamma. Si chiude così la filiera che parte dalla produzione agricola, passa da trasformazione e confezionamento (con l’apporto della riseria Vignola), e arriva alla distribuzione e al consumatore. Quantitativi? «L’obiettivo di quest’anno – sottolinea Vigo – è quello di collocare circa 40mila confezioni, forse qualcosa in più. Un dato che a livello di grande distribuzione può sembrare limitato, ma che per noi è davvero significativo. Indice del fatto che l’idea avuta 5 anni fa aveva buone basi. Produrre fornendo precise garanzie di qualità e di salubrità, in una filiera completamente italiana, paga, dà soddisfazioni e consente di programmare e lavorare al meglio». Secondo passo avanti, tecnico.
La precision farming
Il Combi Mais 5.0, seguendo la strada dell’agricoltura intensiva sostenibile, nel 2018 ha migliorato ulteriormente il protocollo di produzione con l’inserimento della precision farming. È Francesco Scrano di Syngenta a riassumere l’evoluzione del nuovo protocollo: «Oltre ad agrofarmaci moderni e sementi ad elevato potenziale produttivo, il disciplinare fa sempre più ricorso all’innovazione digitale con piattaforme specifiche che mettono a disposizione dell’imprenditore agricolo informazioni provenienti da sensori, satelliti e banche dati, per indicare i tempi giusti degli interventi irrigui e di protezione della pianta». Il supporto del Gps e della sensoristica, con la conseguente raccolta di dati consentirà di predisporre mappe di vegetazione e di produzione che guideranno gli interventi in tutti i comparti (difesa, concimazione, irrigazione). I dati 2018 si vedranno come tradizione ad autunno ma fin d’ora appare evidente che diversi degli obiettivi di partenza sono stati centrati: tracciabilità del prodotto, sanità della granella, controllo degli input tecnici, valo-rizzazione, aumento delle rese. Su quest’ultimo fronte manca la ciliegina delle 20 t/ha, un limite avvicinato ma non ancora raggiunto. «Nelle ultime campagne – riprende Vigo – il clima non ci ha aiutato, ma ci arriveremo, speriamo già nel 2018. Gli ulteriori migliora- menti tecnici del protocollo ci aiuteranno». Intanto si ‘incassa’ il risultato qualitativo. «Per il mais nazionale – sottolinea Amedeo Reyneri dell’Università di Torino – non è un momento facile e l’Italia ormai importa la metà del proprio fabbisogno. Ma chi fa qualità, chi non ha problemi di micotossine, chi lavora bene in campagna, riesce a collocare la granella a prezzi migliori di quelli medi, modesti, che si sono visti nelle ultime annate. Soprattutto oggi che i listini premiano il mais ‘alimentare’. Già queste considerazioni giustificano le scelte del protocollo Combi Mais»
Un occhio ai costi
Produrre seguendo il protocollo Combi Mais costa qualcosa in più. Quanto? «Del 2018 vi diremo in autunno – sottolinea Scrano – ma i dati di quattro anni sono già significati e indicano un costo medio a ettaro compreso fra i 1.600 e i 1.800 euro/ha. Cifre ampiamente coperte da rese medie superiori alle 16 t/ha che garantiscono un redditività media che negli anni scorsi è stata sempre ben oltre i mille euro a ettaro».
I partner del progetto
Il protocollo Combi Mais prevede la collaborazione e l’integrazione di conoscenze di numerosi attori. Ai partner storici – Syngenta (sementi e agrofarmaci), Netafim (irrigazione), Cifo e Unimer (nutrizione/concimazione), Kuhn (meccanizzazione), Deutz-Fahr (meccanizzazione/ trattori) – quest’anno si è ag- giunto Topcon per la gestione di tutto ciò che è agricoltura di precisione.
Il supporto scientifico accademico rimane quello del Disafa (Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari) dell’Università di Torino.