È l’anno dell’ala gocciolante per il mais, un sistema di irrigazione ben conosciuto ma del tutto nuovo per questa coltura che ha sempre beneficiato dell’acqua attraverso lo scorrimento e i sistemi a pioggia. L’andamento climatico eccezionalmente siccitoso dell’estate 2012 ha confermato la validità dei sistemi a goccia applicati in campo, sia con l’ala distesa in superficie lungo le file e leggermente interrata, sia con le ali interrate per effettuare la subirrigazione. L’irrigazione a goccia, rispetto ai sistemi a pioggia, favorisce la concentrazione dello sviluppo radicale in un definito volume di suolo e questo aspetto permette una maggiore capacità di assorbimento da parte delle piante e un ottimale equilibrio tra acqua, aria e nutrienti. L’apparato radicale compatto che si forma riduce il consumo di energia da parte della coltura che la può riversare sull’attività fotosintetica e produttiva.
Anche per distribuire il digestato
Mauro Crivelli conduce qualche centinaio di ettari vicino a Magenta (Mi), alleva suini ed è stato tra i primi a credere nel biogas e nelle nuove tecnologie agronomiche. «Sono alla continua ricerca di sistemi di coltivazione e di mezzi tecnici che mi permettano di rimanere competitivo sul mercato e anche la scelta dell’ala gocciolante rientra in questa filosofia di lavoro. Anni fa iniziai la mia piccola rivoluzione in campagna abbandonando l’aratura a favore della minima lavorazione e i conti mi hanno dato ragione dal momento che le produzioni non sono diminuite, anzi sono aumentate, e i costi si sono abbassati del 30%. Poi abbiamo affrontato l’avventura del biogas, quasi da pionieri, e oggi siamo molto soddisfatti anche di questa attività. Ma dal momento che l’imperativo aziendale è raggiungere sempre la massima efficienza, ecco che si è posto il problema di valorizzare il digestato che risulta dal processo anaerobico nei digestori. Il mais è una coltura che assorbe tanto azoto ma in periodi nei quali è impensabile distribuirlo con sistemi tradizionali. Per questo è sorta l’idea di utilizzare l’impianto di irrigazione a goccia per distribuire il digestato anche quando il mais è alto 2 e 3 metri e fino alla fine del ciclo vegetativo. Semplice a dirsi ma non altrettanto nella pratica: abbiamo lavorato alcuni anni e oggi finalmente è stato messo a punto un sistema integrato di pre-trattamento e di filtraggio che permette di immettere il digestato nelle manichette e ottenere una distribuzione perfetta, evitando qualsiasi problema di intasamento delle ali gocciolanti».
L’interramento
«Nel caso del sistema interrato – continua Crivelli – la manichetta autocompensante è interrata a una profondità di 40 cm e la pianta di mais si trova a 35 cm da una parte e dall’altra rispetto all’ala gocciolante. Con 50 litri di acqua al secondo, grazie alla goccia irrighiamo 50 ettari con turni di 3 giorni, in sette settori di circa 9 ettari ciascuno. Grazie all’uso del digestato che copre l’intero fabbisogno di azoto del mais, ottengo un risparmio da 100 a 200 euro/ha rispetto alla concimazione minerale. Un’altra pratica agronomica che ho introdotto in azienda sono le colture di copertura: i benefici sulla struttura del terreno sono evidenziati dall’estrema sofficità che porta con sé innumerevoli vantaggi anche sulla trafficabilità oltre che con l’aumento della fertilità di fondo».
I costi dei due sistemi
«Il costo annuale dell’ala gocciolante distesa in superficie – sottolinea Andrea Guidetti di Acquafert – è di circa 400 euro/ha/anno per quanto riguarda i materiali usa e getta, ai quali si aggiungono 50 euro/ha/anno come ammortamento delle linee principali di adduzione dell’acqua e i costi del sistema di filtrazione e pompaggio, che variano a seconda del tipo di acqua di cui si dispone. Per questa voce dobbiamo aggiungere un costo che oscilla da 30 a 200 euro/ha/anno. Il costo della manichetta interrata, che è un impianto fisso, varia da 1.500 a 3.000 euro/ha con un ammortamento di 15 anni». Quest’anno l’andamento stagionale non ha favorito le grandi produzioni e la media aziendale per il mais trinciato è stata attorno a 580- 600 q/ha. Dal confronto tra il sistema ad ala gocciolante e gli altri sistemi irrigui aziendali, come il rotolone, non emergono differenze di produzione significative e questo conferma l’andamento degli anni passati.
Cinque sistemi in una sola azienda
È un caso davvero singolare e probabilmente unico nel panorama agricolo italiano quello di Mirco Zecchini, di Gradisca di Spilimbergo (Pn) che nella sua azienda – di una novantina di ettari suddivisi in vari corpi aziendali – ha installato ben cinque diversi sistemi per l’irrigazione. Un sistema fisso, il pivot, l’ala gocciolante superficiale, l’ala gocciolante interrata per la subirrigazione e il classico rotolone. Un po’ per alcuni vincoli posti dalle amministrazioni comunali un po’ per la vocazione di agricoltore curioso, vivace e sempre attento alle innovazioni, Zecchini ha una visione pratica d’insieme dalla quale discendono alcune considerazioni sulle quali meditare. «Qui da noi ci sono terreni golenali, talmente ricchi di scheletro che l’irrigazione con il rotolone era diventata poco sostenibile dal punto di vista economico. Abbiamo terre avide di acqua che non bastavano 7-8 interventi irrigui all’anno. Riuscire a distribuire per ogni irrigazione 22 mm di acqua tirandola su a 9 atmosfere mi costava una montagna di gasolio. Ho quindi preso in considerazione l’ala gocciolante e in due anni l’ho estesa a 25 ettari, sia con il sistema superficiale, sia interrata con interfila di 1 metro. La resa irrigua è del 100% e distribuisco 22 mm di acqua ogni settimana con un sistema razionale e risparmioso che lavora ad appena 2,5 atmosfere e che segue alla perfezione le richieste del mais, evitando che la pianta cada in stress».
Facciamo un po’ di conti
«Che sia il sistema irriguo più efficiente per la mia realtà – prosegue Zecchini – lo dimostrano le rese produttive, che grazie all’ala gocciolante sono aumentate di almeno 10 q/ha passando da 110 a 120 q/ha, come media. Il risparmio di gasolio rispetto al rotolone è pari al 50%. Con un investimento di 2.500 euro/ha nel 2007 ho realizzato il sistema con ala gocciolante interrata. Per quanto riguarda invece l’impianto fisso, che funziona a 4,5 atmosfere di pressione, e serve sei ettari con boccagli da 14 mm, si distribuiscono 22 mm di acqua ogni 6 giorni, un turno fissato dal Consorzio di Bonifica in quest’area. Il costo di impianto è attorno ai 5.000 euro/ha. Due pivot irrigano 15 ettari e il costo di impianto, per macchine che effettuano solo metà giro, si aggira sui 3.000 euro/ha. In tutto per la campagna mais dobbiamo assicurare alla coltura almeno 120 mm di acqua, altrimenti sulle nostre terre non si produce. La manichetta a perdere, stesa in sottosuperficie ha un’ottima resa e consente anche di effettuare, così come quella interrata, la fertirrigazione. Noi usiamo un azotato liquido distribuendo 60 unità di azoto/ha in pre-fioritura del mais e questa è una tecnica fondamentale sulle nostre terre per raggiungere rese elevate».
Aumento di produzione del 15%
Giacomo Papetti, cento ettari a mais a Cerro al Lambro (Mi), dal 2008 impiega l’ala gocciolante stesa in superficie su una quindicina di ettari. «Quest’anno la produzione è stata falcidiata dalla grandine e quindi non ho superato i 122 q/ha di media aziendale, anche se il mio mais aveva superato brillantemente il periodo siccitoso grazie al sistema a goccia. Nei tre anni passati il mais irrigato con le ali gocciolanti aveva sempre prodotto il 15% in più rispetto al sistema irriguo tradizionale a conferma della validità agronomica del sistema. Un punto da migliorare è senza dubbio la meccanizzazione nelle fasi di stesura a inizio campagna e di riavvolgimento a fine anno delle manichette in campo. Ho ideato un attrezzo che posizionato in capezzagna mi consente di raccogliere anche 5-6 file contemporaneamente, con notevoli risparmi di tempo. Credo che il prossimo anno estenderò ancora l’uso dell’ala gocciolante in azienda».