Due fenomeni caratterizzano la campagna frumento duro 2011-2012 nelle Marche. Primo: chi ha seminato su sodo è riuscito a ottenere buone emergenze e ottimi investimenti finali, mentre chi ha seguito la preparazione tradizionale del terreno, non è riuscito ad affinare i letti di semina. Secondo: le semine precoci effettuate tra il 5 e il 20 ottobre, hanno favorito attacchi precoci di mal del piede che invece, nelle semine effettuate intorno alla prima decade di novembre, non si sono manife-state.
Non bisogna anticipare troppo l’epoca di semina
Rodolfo Santilocchi, presidente onorario di AigaCos e preside della facoltà di agraria dell’università politecnica delle Marche, nel presentare la giornata dedicata alla visita dei campi dimostrativi del progetto Agricoltura Blu centro-sud organizzata da AigaCos e Il Sole 24 Ore presso l’azienda Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia, ha rimarcato come l’esperienza di più anni conferma che le semine ritardate nel medio versante adriatico non hanno effetti negativi sulle rese finali del frumento e anzi, chi lavora bene, raggiunge medie di 50 q/ha e oltre. «L’andamento climatico dell’annata – dice Santilocchi con un’alternanza anomala di periodi siccitosi e caldi con altri freddi e piovosi – ha creato nelle nostre zone le condizioni ideali per lo sviluppo di attacchi fungini precoci, come il mal del piede che si manifesta con imbianchimenti della spiga. Gli attacchi hanno interessato la media e bassa collina sui terreni arati, anche se il grano è stato trattato con fungicidi. Se da noi quindi è preferibile ritardare le semine, in pianura padana le semine precoci ripagano ampiamente l’agricoltore e sono certamente da consigliare».
Due varietà e due percorsi agronomici
Le due varietà di frumento duro Orobel e Rusticano alla dose di 210 kg/ha sono state seminate nei campi dimostrativi il 16 novembre su residui colturali di girasole, con tre macchine diverse: Gaspardo Directa, Semeato e John Deere 740. Prima della semina è stato distribuito Roundup 450 Plus e per la concimazione il prodotto di Agrium NP 9-27 BF messo a confronto con lo standard aziendale classico, costituito dal complesso NP 18-46. Entrambe le sementi sono state conciate con due linee: Real Geta di Basf e Scenic di Bayer CropScience.
Attenzione ai dischi della seminatrice da sodo
«Un particolare molto importante da considerare per avere successo con il sodo – dice Santilocchi – è la corretta scelta della seminatrice. Le macchine con disco ondulato sui nostri terreni mostrano molti limiti e quindi sono da preferire macchine equipaggiate con disco liscio che, anche in condizioni estreme di umidità del terreno, negli anni hanno dimostrato di sapersela cavare molto bene». La concimazione di copertura prevede due linee tecniche diverse: la tesi Agrium con il prodotto Bluformula Bf One 41+4 e la tesi aziendale con urea agricola al 46%. Per il diserbo, che è stato distribuito il 3 aprile, è stata usata una miscela di Atlantis, che controlla le graminacee e le ruderali oltre ad alcune dicotiledoni, più Buctril Universal un nuovo prodotto che completa lo spettro di azione del primo contro i papaveri resistenti, che è un fenomeno in espansione, cirsium, fumaria e veronica. A questi prodotti è stato aggiunto Sphere contro septoria e ruggini. Il trattamento fungicida di maggio ha previsto una linea tecnica con Opera di Basf, distribuito allo stadio della foglia a bandiera e la linea tecnica proposta da Bayer CropScience con Proline per contenere eventuali attacchi di fusariosi alla spiga.
Natura dei suoli e sviluppo della coltura
Nella visita ai campi a fine maggio si è notata la differenza di ciclo tra le due varietà, Orobel decisamente più tardivo e quindi ancora con un verde brillante e Rusticano più precoce e quindi avanti nella maturazione lattea. «La diversità di natura dei terreni – sottolinea Santilocchi percorrendo la zona collinare delle parcelle – in un’area più sciolti e in un’altra più argillosi, si ripercuote sulla densità della coltura che è più fitta dove il terreno non presenta crepacciature ed è più compatto. Nelle zone con la prevalenza di limo, segnalate dalla crepacciatura superficiale, la densità è inferiore. Su questi terreni non si fanno rotazioni strette per evitare possibili attacchi di peronospora».
Quantità di seme: non esagerare
Nelle parcelle situate nella parte più a valle il numero di spighe è di circa 550/mq con una coltura decisamente più sviluppata grazie alla maggiore freschezza dei terreni. «Generalmente – dice Santilocchi – anche con 450 spighe/mq con le varietà dotate di ottima allegagione, si possono raggiungere anche i 70 q/ha di granella. Oltre le 450 piante /mq ci può essere il rischio che aumenti la competizione tra le piante, con diminuzione degli scambi gassosi e quindi il verificarsi di condizioni predisponenti l’insorgere di attacchi parassitari. Attenzione quindi a non esagerare con le alte densità almeno nelle nostre aree collinari».
La partecipazione degli agricoltori marchigiani alla giornata in campo e il loro interesse per la visita ai campi e ai commenti tecnici è stata ancora una volta la dimostrazione che il sodo continua a fare proseliti in una regione che è al primo posto in Italia come ettari investiti con questa tecnica di semina. I risultati produttivi di assoluto valore che si raggiungono dopo tanti anni di sodo confermano che si tratta di una tecnica vincente in termini economici per il risparmio in gasolio e ore lavoro, ma anche per il ridotto impatto ambientale