SOSTENIBILITÁ

Si può rispettare l’ambiente senza rinunciare alla qualità

Francesco Caterini fa il punto sulle nuove frontiere della fertilizzazione

«Di fronte ad un costante aumento della popolazione mondiale e una diminuzione delle risorse della terra disponibili, occorre individuare soluzioni innovative in grado di rispondere in modo efficace a questa importante sfida che sia in grado di soddisfare al contempo la richiesta di benessere da parte della popolazione e la tutela delle risorse ambientali - ci spiega Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti -.

Per far ciò, i mezzi tecnici per l'agricoltura, se correttamente utilizzati, diventano fondamentali perché contribuiscono in maniera significativa a produrre di più impiegando meno risorse».

«Le aziende produttrici di fertilizzanti da molti anni si sono orientate verso una sempre maggiore innovatività e sostenibilità dei prodotti - continua Caterini.

Grazie infatti alla costante attività di ricerca e sviluppo, è stato possibile mettere a punto prodotti sicuri ed efficaci che, insieme all'utilizzo di nuove tecniche agronomiche, ha permesso una riduzione delle quantità utilizzate e del loro impatto sull'ambiente, migliorando allo stesso tempo la resa dei raccolti. Infatti, si è passati complessivamente dalle circa 5,6 tonnellate di concimi minerali, organici e organo minerali utilizzate nel 1991 alle 4,75 del 2012.

Eppure, nonostante questa diminuzione, i raccolti dei cereali si sono triplicati e quelli dell'ortofrutta raddoppiati: questo dato dimostra in modo evidente i progressi tecnologici che si sono ottenuti negli ultimi anni.

A tal proposito, Assofertilizzanti che raggruppa le aziende produttrici di fertilizzanti in Italia, si impegna per proteggere il patrimonio agricolo italiano, promuovendo un'agricoltura sostenibile, rispettosa dell'uomo e dell'ambiente.

Tutte le imprese aderenti ad Assofertilizzanti sottoscrivono, infatti, il Codice di Autodisciplina e si sottopongono alle sue regole adottando comportamenti finalizzati a garantire anche la sostenibilità ambientale dei prodotti».

Quali sono - abbiamo chiesto a Caterini - le più recenti innovazioni del comparto dei fertilizzanti che lasciano ben sperare per il futuro delle produzioni agricole, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo? I biostimolanti fanno parte di queste innovazioni?

«Grazie all'utilizzo di nuove tecniche agronomiche e a numerosi progetti che mettono al centro il concetto chiave di sostenibilità, è possibile oggi ottimizzare l'uso dei fertilizzanti, in modo da mantenere, e in certi casi migliorare, la qualità delle produzioni agricole con un minor consumo di prodotti. L'uso “intelligente” dei fertilizzanti è, infatti, un fattore chiave per determinare la qualità degli alimenti che mangiamo e per soddisfare il crescente fabbisogno alimentare della popolazione mondiale, rispettando al tempo stesso l'ambiente.

A questo proposito, i biostimolanti rappresentano una possibile strada totalmente innovativa che consente di produrre di più con meno. Si tratta infatti di una tipologia di fertilizzanti comprendenti diverse formulazioni di sostanze che vengono applicati a piante o terreni per regolare e migliorare i processi fisiologici delle coltivazioni, rendendole quindi più efficienti. I biostimolanti agiscono sulla fisiologia delle piante attraverso canali diversi rispetto ai nutrienti, migliorando il vigore, la resa e la loro qualità, oltre a contribuire alla conservazione del terreno dopo la coltivazione.

Sono sempre più utilizzati nella produzione agricola a livello mondiale e possono contribuire in maniera efficace a vincere la sfida posta dall'aumento della richiesta di cibo da parte della popolazione mondiale in continua crescita. Favoriscono la crescita e lo sviluppo delle piante durante tutto il ciclo di vita della coltivazione, dalla germinazione dei semi alla maturità delle piante, migliorandone l'efficienza del metabolismo per determinare incrementi del raccolto e una sua migliore qualità; implementando la tolleranza delle piante agli stress abiotici e la capacità di recupero dagli stessi; facilitando l'assimilazione, il passaggio e l'uso dei nutrienti; incrementando la qualità della produzione agricola, compresi il contenuto di zuccheri, il colore, le dimensioni del frutto, regolando e migliorando il contenuto d'acqua nelle piante e incrementando alcune proprietà fisiochimiche del suolo e favorendo lo sviluppo di microorganismi del terreno».

Nuovi prodotti

In questo momento su che cosa si stanno concentrando gli studi del comparto? Quale tipologie di prodotti vedremo comparire sul mercato in funzione di una sempre più elevata sostenibilità ambientale?

«Le imprese del settore sono sempre più impegnate in ambito di innovazione e sostenibilità ambientale. Questi due fattori sono sinergici tra di loro, infatti, non vi può essere rispetto per l'ambiente senza l'evoluzione dei prodotti fertilizzanti.

“Produrre di più inquinando di meno”, “intensificazione sostenibile” o ancora “produrre di più attraverso un uso più efficiente delle risorse naturali” rappresentano diverse interpretazioni di uno stesso obiettivo che si ritrova nella nuova Pac e nella più ampia strategia Europa 2020.

Ogni tipologia di fertilizzante ha le sue specificità e ognuna di esse offre diverse soluzioni volte a migliorarne l'efficienza. Ciò viene fatto in funzione di una maggiore attenzione da parte delle imprese nell'offrire prodotti sempre più efficaci in termini di sostenibilità ambientale, soprattutto, nell'agricoltura intensiva.

Per fare alcuni esempi, sono stati recentemente inseriti in legge prodotti in grado di migliorare i processi fotosintetici delle piante (“ALA” - acido aminolevulinico). Inoltre sono stati sviluppati idrolizzati proteici di origine vegetale, oltre a quelli di origine animale già da tempo presenti, i quali contribuiscono a diminuire gli stress abiotici delle colture.

Per il futuro si stanno progettando nuove tipologie di concimi arricchiti di funghi e batteri utili, con lo specifico obiettivo di ripristinare la flora microbica dei terreni depauperati (riportandoli ai livelli dello scorso decennio), di sbloccare elementi utili trattenuti dal pH del terreno (es. ferro insolubile) o di colonizzare il suolo con funghi antagonisti (genere Trichoderma) per evitare la diffusione di malattie dannose per le piante.

Ci sono, inoltre, prodotti che contribuiscono significativamente a ridurre la dilavazione dell'azoto dal terreno, come ad esempio nuovi fertilizzanti a lenta cessione ancora più efficaci o attraverso i cosiddetti SNF (stabilized nitrogen fertilizers), i quali riducono le perdite di azoto durante l'applicazione del concime.

Oltre che a queste nuove tipologie di prodotti, la ricerca si focalizza anche sui nuovi e migliori sistemi di distribuzione dei nutrienti per evitare quelli che un tempo venivano chiamate concimazioni di lusso.

Anche il segmento dei cosiddetti fertilizzanti tradizionali è in continua evoluzione alla ricerca di prodotti sempre più assimilabili per le piante, attraverso prodotti che sfruttino le sinergie fra i vari elementi nutritivi, ma anche con il perfezionamento delle tecniche distributive come precision farming, che apportino i nutrienti alla pianta nel momento giusto e con le dosi ottimali per favorirne la massima efficienza.

Progresso scientifico

L'Associazione ha in atto collaborazioni con Università o altri enti al fine di promuovere un'adeguata formazione/informazione sull'utilizzo corretto e sostenibile dei fertilizzanti?

«Assofertilizzanti da sempre si prende cura della terra, che costituisce il suo principale interesse, e lo fa finanziando studi economici, investendo in ricerca e sviluppo e incentivando i giovani ricercatori italiani che, potendo praticare la loro attività in Italia, contribuiscono al progresso scientifico e tecnologico del nostro Paese.

Tale impegno è ribadito anche all'interno del nostro statuto dove, fra le finalità perseguite dall'Associazione, vi è proprio la promozione del progresso scientifico e tecnologico, nonché il sostegno alla ricerca, produzione e commercializzazione di prodotti e tecnologie efficaci e sicuri a tutela del consumatore e dell'ambiente.

Un esempio di tale impegno è la realizzazione dell'Osservatorio Fertilizzanti, un rapporto che analizza l'evoluzione del comparto, anche in termini di sostenibilità, elaborato con cadenza semestrale e aggiornamenti trimestrali da un gruppo di lavoro costituito all'interno del Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi, Sezione di Economia agraria e agroalimentare dell'Università di Milano nell'ambito di un progetto di ricerca sul settore dei mezzi di produzione per l'agricoltura sviluppato congiuntamente alla nostra Associazione.

Del resto la proattività di Assofertilizzanti in quest'ambito è anche dovuta alla ferma convinzione che una corretta formazione costituisca il primo step per lo sviluppo e l'affermazione di una vera e propria cultura della sostenibilità».

Progetto qualità

Quali sono le iniziative che Assofertilizzanti sta portando avanti a sostegno della qualità delle produzioni e dell'ambiente?

«A partire dal 2011 Assofertilizzanti ha sviluppato un'importante partnership con l'Icqrf, l'Ispettorato Centrale della tutela della qualità e Repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, dalla quale è nato il Progetto qualità, che ha portato a un deciso incremento dei controlli qualità all'interno dell'intero settore dei fertilizzanti, rafforzando così ulteriormente l'efficacia della lotta alle frodi nel comparto e alla contraffazione in generale, a piena difesa dell'agroalimentare italiano.

Attraverso questo progetto le imprese associate ad Assofertilizzanti sono chiamate a una gestione virtuosa dei propri prodotti, non soltanto in termini di sicurezza e qualità, ma anche di sostenibilità ambientale. Tale impegno si è poi progressivamente rafforzato, tanto da portare alla creazione del Marchio Qualità Assofertilizzanti, una vera e propria certificazione che verrà rilasciata alle imprese associate che hanno operato nel rispetto sia della normativa di legge, che del disciplinare, ovvero una serie di norme tecniche da osservare durante l'intero ciclo produttivo, dalla selezione delle materie prime al prodotto finito.

Il Marchio Qualità, per l'ottenimento del quale le imprese associate si sono sottoposte a controlli addizionali, è attribuito secondo un sistema a punteggio che ciascuna azienda riceve anche sulla base delle certificazioni ottenute, mentre, per quanto riguarda le qualità intrinseche del prodotto finito, le analisi sono affidate all'Icqrf, al fine di accertare la completezza e il rispetto di tutti gli standard richiesti. Le imprese sono inoltre tenute a dimostrare anche l'adozione di processi aziendali sostenibili, esibendo certificazioni di enti terzi, nonché la Responsible Care, il programma volontario dell'industria chimica mondiale basato sull'attuazione di principi e comportamenti riguardanti la sicurezza e salute dei dipendenti e la protezione ambientale».

Il marchio qualità

Quando parte la certificazione Assofertilizzanti e quali vantaggi porterà?

«Entro le prime settimane di quest'anno le aziende che hanno dimostrato il rispetto degli standard previsti dal Progetto Qualità potranno finalmente fregiarsi del Marchio qualità Assofertilizzanti. Tale certificazione rappresenta una garanzia nei confronti della clientela sia della qualità dei prodotti, sia dell'impegno delle aziende nella gestione sostenibile dei fertilizzanti.

Attraverso il Marchio qualità l'Associazione sarà quindi in grado di offrire un ulteriore strumento a tutela dell'ambiente e dei consumatori, rendendo sempre più trasparente l'operato dei propri associati

Di anno in anno poi, il punteggio minimo per ottenere il marchio aumenterà e dai 55 punti necessari per il 2014 si passerà progressivamente a 75 punti nel 2017, ciò a dimostrazione del costante impegno di Assofertilizzanti a favore della sostenibilità, della qualità e della lotta alla contraffazione».

Si può rispettare l’ambiente senza rinunciare alla qualità - Ultima modifica: 2014-03-13T16:56:46+01:00 da nova Agricoltura

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