Due ingegnosi fratelli frutticoltori di Brez, una delle zone più grandinigene del Trentino, dove di conseguenza la copertura con le reti è molto diffusa, hanno ottenuto per il nuovo automatismo “apri e chiudi” di tutti i tipi di impianti antigrandine da loro ideato, il brevetto europeo tipo A (la protezione più forte, destinata alle invenzioni complete).
Il sistema è denominato Quicknet per gli impianti a copertura orizzontale tradizionale, Autofruit plus per la variante monofilare con funzione anche anti-insetto.
Il “peso” degli eventi estremi
«Non abbiamo introdotto nessun componente nuovo – affermano Ferdinando e Giorgio Anselmi, di 43 anni e di 40 anni –». I due fratelli sono partiti dalla constatazione che il sistema tradizionale di apertura e chiusura delle reti comporta un impegno notevole di tempo. «I sistemi tradizionali sono messi in crisi dai fenomeni climatici estremi, come la nevicata di ottobre di due anni fa, quando le reti erano ancora stese perché la frutta era in fase di raccolta».
Il sovraccarico ha causato in alcuni casi il collasso dell’impianto e lo stesso succede anche in caso di eccezionali grandinate.
Nel sistema brevettato, invece, le placchette di congiuntura si sganciano automaticamente in caso di peso eccessivo e la copertura si salva. «Sono proprio gli eventi climatici degli ultimi anni a convincere i dubbiosi sulla bontà del nuovo sistema –afferma Piergiorgio Janes, tecnico di zona della Fondazione Mach –. Il sistema brevettato ha dei costi superiori: si parla di 18 mila €/ha di materiali contro i 12 mila per il tradizionale. Ma il risparmio in termini di tempi per la stesura sono enormi, basti pensare che a fronte delle 12 ore/ha per l’apertura e le 20 ore/ha per la chiusura con il tradizionale, con il nuovo bastano meno di 2 ore/ha e la rete è stesa; in altre 2 è chiusa». Inoltre si ottiene più sicurezza per l’operatore, non serve infatti salire su scale o pedane, il sistema è azionato da terra e l’operazione può essere svolta da una sola persona, vantaggio non marginale in un’agricoltura che deve costantemente tenere sotto controllo i costi.
Anche per monofilare
Ma la cosa importante per i fratelli Anselmi è che, in caso di grandinate, i teli che si sormontano al centro del filare sono studiati in modo che, quando il carico è eccessivo, viene scaricato in mezzo al filare senza danneggiare le piante. Nel caso della monofila e rete verticale (che si va sempre più diffondendo) non serve lo scarico, ma le coperture e le chiusure sono automatizzate in modo tale da poter stendere anche la rete per la difesa dalla carpocapsa in maniera semplificata, garantendo la chiusura del filare, con il risultato di ridurre i trattamenti antiparassitari.
I fratelli Anselmi hanno iniziato a studiare il sistema otto anni fa e dopo cinque sono riusciti a renderlo completamente autonomo. Assieme hanno costituita una società la Effengi che produce il nuovo sistema di apertura e chiusura delle reti. Ora cercano rappresentanti in tutta Italia. Un altro aspetto da non sottovalutare è che in questo modo il sistema di copertura dà una sicurezza di protezione del 100% e, in caso di rinnovo dell’impianto, si cambiano solo le reti. Janes conclude: «ll principio è molto interessante, l’impianto costa un po’ di più ma si è dimostrato molto utile e in grado di salvare l’impianto in caso di eventi estremi».
Dove e’ possibile vedere un impianto gia’ in funzione. grazie