Nelle operazioni agromeccaniche inerenti la lavorazione del terreno, soprattutto quella principale, le tecnologie che permettono l’applicazione dell’agricoltura di precisione a oggi sono meno utilizzate rispetto a quanto avviene nelle altre attività colturali. Le motivazioni evidenziate dagli operatori agromeccanici sono molteplici. Coloro che già utilizzano le tecnologie suindicate, evidenziano che, trattandosi di operazioni che non prevedono la distribuzione di mezzi tecnici e che non necessitano di monitorare le produzioni raccolte, la problematica della precisione della collimazione delle passate di lavoro risulta meno importante. Questo vale soprattutto per le operazioni di lavorazione profonda del terreno, generalmente effettuate a velocità di avanzamento dei cantieri relativamente bassa. Gli operatori, infatti, percepiscono minore utilità immediata dalle guide assistite rispetto alle ulteriori operazioni successive di affinamento, ove la precisione dà riscontri più evidenti e soprattutto non più correggibili od occultabili da lavorazioni successive. Inoltre, le sovrapposizioni e le fallanze che si possono generare durante queste operazioni impattano meno direttamente sulla produzione che si otterrà, contrariamente ad esempio a quanto avviene in occasione della semina o della distribuzione di fertilizzanti e/o fitofarmaci i cui effetti sono irreversibili e ben visibili.
Percezione e valutazione effettiva
Quanto spiegato dagli operatori, si basa principalmente sulla percezione “a pelle” del grado di utilità immediata al supporto della guida del cantiere di lavoro. E in particolare viene riferito alle operazioni di aratura profonda convenzionale, spesso effettuata entro-solco, pratica nel nostro Paese ancora diffusissima. Questa situazione induce gli operatori Italiani a trascurare la valutazione degli altri elementi di utilità derivanti dall’utilizzo delle tecnologie innovative, contrariamente a quanto avviene nei Paesi del Nord Europa. Infatti, grazie a una diffusione elevatissima delle tecniche alternative all’aratura, caratterizzate dall’utilizzo di cantieri con fronte di lavoro e velocità di avanzamento maggiori, gli operatori nord-europei utilizzano diffusamente le tecnologie in questione. Nel contesto di utilizzo dell’aratura i miglioramenti degli impatti economici e ambientali sono da ricercarsi soprattutto nel contenimento dei tempi di esecuzione e quindi nel miglioramento delle performance produttive dei cantieri. Possono, quindi, essere contenuti i consumi e l’utilizzo del personale; se a prima vista ciò può sembrare poca cosa, nella realtà attuale rappresentano delle variabili di costo molto significative e progressivamente crescenti come evidenziato in Fig. 1 e in Fig. 2. Dai grafici si evince che al fine di contenere l’incidenza dei costi di produzione a ettaro delle due risorse citate, necessariamente occorre ridurre i tempi di esecuzione e migliorare l’efficienza dei cantieri di lavorazione. Nei contesti aziendali condotti con salariati, nelle operazioni di aratura profonda eseguita con un cantiere di circa 250 CV che impiega circa oltre 2–2,5 ore per lavorare 1 ettaro, queste risorse oggi incidono fino a oltre 50 euro di costo del personale e fino a 70 euro a ettaro di carburante conseguenti a consumi orari di circa 30-35 litri. I valori economici indicati, anche se limitati alle sole due risorse considerate, incidono ormai insostenibilmente rispetto alla redditività media espressa dai seminativi. Non è un caso che in molti contesti aziendali l’aratura venga progressivamente marginalizzata a operazione di soccorso, limitatamente al ripristino della struttura di terreni rovinata da compattamenti inopportuni e/o involontari.
Cantieri alternativi all’aratura e operazioni combinate
Cantieri di lavorazione del terreno portati al sollevatore e/o trainati, a seconda dei contesti aziendali, sono destinati se non a sostituire, perlomeno a integrare gli aratri. Questi cantieri risentono evidentemente in misura maggiore degli aspetti di positività apportati dall’utilizzo delle tecniche dell’agricoltura di precisione. Quando poi si effettuano operazioni combinate di lavorazione del terreno con semina o fertilizzazione interfilare alla sarchiatura, i miglioramenti ottenibili si estendono anche ai mezzi tecnici utilizzati. Il tempo di esecuzione di queste attività è determinato tecnicamente dalla produttività del cantiere di lavoro, espressa dall’ampiezza del fronte del medesimo per la velocità di avanzamento. Pertanto i tempi di esecuzione di un’operazione colturale aumentano in teoria proporzionalmente alla percentuale di imprecisione evidenziata. Su scala reale questo si verifica in modo parziale, nel senso che l’impossibilità di mantenere elevata la precisione di collimazione tra le passate, induce gli operatori a sovrapporle. La sovrapposizione delle passate interessa mediamente circa il 5% e talvolta fino al 10% del fronte di lavoro, riducendo conseguentemente e proporzionalmente la superficie lavorata per passata. A sintesi dei ragionamenti espressi, la Tab. 1 e la Tab. 2 evidenziano le dinamiche descritte negli appezzamenti rispettivamente di 1 e 8 ettari. Nei piccoli appezzamenti si evidenziano risparmi dei tempi di esecuzione determinati dal minore numero di passate per le macchine con fronte di lavoro fino a 5 metri, ottenendo risparmi di tempo dal 7 a oltre il 12 %. Nei grandi appezzamenti, invece, tutti i cantieri di lavoro evidenziano contenimenti dei tempi di esecuzione intorno al 6-7%. I risparmi di tempo si ottengono per tutte le operazioni colturali svolte nel campo che, velocizzandosi, permettono di economizzare i costi del personale, i consumi e le emissioni. Per il cantiere agromeccanico, invece, aumenta il dominio della superficie lavorabile derivato dalla maggiore produttività espressa.
La riduzione degli input tecnici
In ogni operazione colturale che prevede la distribuzione di uno o più mezzi tecnici, quali seme e fertilizzanti ecc…, oltre alle economie di tempo si rilevano risparmi di prodotto distribuito. Ciò ovviamente deriva dalla migliore precisione di collimazione delle passate di lavoro, che riduce le sovrapposizioni al minimo. Se approfondiamo il ragionamento relativo alle tecnologie della agricoltura di precisione, non possiamo limitarlo alle guide assistite, ma dobbiamo allargarlo anche alle applicazioni Isobus che gestiscono le interazioni tra trattrice e attrezzatura. Con queste soluzioni, ai vantaggi offerti dall’utilizzo delle guide assistite si sommano i benefici derivanti dalla possibilità di interrompere la distribuzione di un mezzo tecnico ogni qualvolta l’organo di distribuzione si viene a sovrapporre ad aree già lavorate. Ciò è reso possibile dal fatto che i cantieri con sistema di guida assistita Gps più evoluti, oltre a fornire le indicazioni di guida e mostrare all’operatore sul display di bordo le passate eseguite e quelle da effettuare, ricordano la posizione delle superfici già oggetto di trattamento e, quando a queste vengono sovrapposte nuove passate, comandano agli organi distributori l’interruzione del flusso di mezzo tecnico. Limitando la distribuzione dei mezzi tecnici alle sole aree di interesse e con minore tempo di esecuzione delle attività rispetto alle metodiche convenzionali, si contribuisce a ridurre gli impatti ambientali.
Il miglioramento qualitativo
I cantieri di lavoro assistiti dalle tecnologie applicative dell’agricoltura di precisione aiutano a rendere gli operatori più consapevoli di quanto stanno facendo. Questo vale sia in termini di conoscenza delle interazioni tra i componenti tecnologici formanti i cantieri di lavoro e del loro variare durante le attività, sia in termini di controllo e gestione dei medesimi al fine di individuare i migliori settaggi che assicurano il mantenimento del livello qualitativo. Questa condizione ottimale, invece, non si riscontra nei cantieri tradizionali ove all’operatore non vengono forniti i parametri e il loro variare durante l’esecuzione delle attività. L’operatore, infatti, deve essere in grado di valutare ogni situazione sulla base della propria esperienza da cui far conseguire le azioni migliorative. È evidente che nel secondo caso, mancando quasi totalmente la conoscenza dei dati e del loro evolversi, l’operatore deve necessariamente mantenere una concentrazione continua al cui diminuire consegue perdita di qualità di esecuzione.
Coordinamento Agromeccanizzazione Legacoop