L'olio extravergine di oliva si candida al fianco della mozzarella di bufala per rappresentare l'agroalimentare italiano nel mondo.
Un binomio che trae forza dalla cifra della qualità che contraddistingue i due alimenti e che emerge oggi con forza, alla luce delle strategie di espansione e rafforzamento delle filiere.
Una rotta comune che è stata tracciata dal presidente di Italia Olivicola Gennaro Sicolo che, in occasione del Bufala Fest di Napoli in programma fino al 17 luglio, ha indicato la strategia per l’affermazione di quelli che sono tra gli ingredienti base della Dieta Mediterranea.
Un filo d’olio come tracciante
La tracciabilità ottenuta dalla filiera dell’olio extravergine d’oliva, che consente di risalire a tutte le informazioni dall'origine della materia prima e fino al prodotto finito, attende ora di cementare il valore aggiunto della produzione 100% Made in Italy, caratterizzata da un paradigma che contempla storia, tradizioni, ambiente, territorio e antropologia. Un’etichetta, insomma, che apre un distinguo senza precedenti con gli oli comunemente esposti negli scaffali della grande distribuzione con il marchio «olio comunitario».
Proprietà nutraceutiche uniche
Oggi più che mai, con la crisi di approvvigionamento delle materie prime scatenato dalla guerra in Ucraina, Italia Olivicola accende i riflettori sulle proprietà nutraceutiche dell'olio extravergine d'oliva e richiama alla necessità di costruire una rete a maglie strette contro il disegno delle industrie di trasformazione di trasformare l'olio extravergine d'oliva in commodity, privandolo del valore aggiunto che caratterizza l'alimento italiano.
Le cifre di Italia Olivicola
Con le sue 57 Op (organizzazioni di produttori) e 270 mila produttori associati, Italia Olivicola oggi rappresenta la più grande associazione del settore, e chiede il supporto della politica per blindare la produzione olivicola e sottrarla alle spinte europee, ma anche a effettuare maggiori controlli sugli scaffali per tutelare la produzione 100% Made in Italy. Non solo. Sicolo si affianca al mondo accademico e scientifico, per valorizzare le proprietà nutraceutiche dell'alimento che sorregge la piramide alimentare e guida la transizione ecologica.
Un carrello per aiutare i ristoratori
In occasione del Bufala Fest è stato infatti presentato il carrello degli oli italiani. Una novità suggerita anche al mondo della ristorazione, invitata a presentare la "carta degli oli" da proporre con abbinamenti e varietà, esattamente come accade per la carta dei vini o dell'acqua.
«Soltanto in questo modo – ritiene Sicolo - sarà possibile costruire una cifra valoriale di questo alimento e immaginare di mettere in campo l'oleoturismo con percorsi dedicati nei frantoi e negli uliveti in tutta Italia».
«Lanciamo anche la sfida all’olio di semi di girasole per vincere la sfida di fritture a prova di gusto e di contaminazioni».
Bufala-Olio, legame indissolubile
L'esaltazione della filiera bufalina e l'esposizione di ristoratori e show cooking non potrebbe esserci senza l'olio extravergine d'oliva. E l'interazione sistemica delle filiere, se spalmata su tutto il tessuto produttivo consente di raggiungere quell'economia circolare e quel grado di sostenibilità tanto auspicata dall'Europa quanto dalle politiche interne. Italia Olivicola lavora per fare in modo che tutta la filiera possa guadagnare crediti di carbonio e imporsi come avanguardia della sostenibilità ambientale.
Paesaggio, tipicità, cultura
In Campania come in altre parti d'Italia l'olio non è solo nutrimento ma anche una caratteristica fondamentale del paesaggio, che contempla tecniche di raccolta e produzione altrettanto peculiari e complesse. Su questo aspetto Italia Olivicola intende promuovere una campagna di valorizzazione e comunicazione rivolta al consumatore finale. Dalle 500 varietà autoctone presenti in Italia, è possibile tracciare un patrimonio materiale e immateriale senza precedenti, capace di raccontare identità e territori, storia e tradizioni. Ù
Italiano è meglio
Dunque per Italia Olivicola innovazione e tradizione devono necessariamente camminare di pari passo, per alimentare quel patrimonio di biodiversità di cui l'Italia è fiera protagonista. Assecondare le logiche di mercato e le preferenze del consumatore non significa dover rinunciare all’antropologia e ai riti ancestrali dei territori, che invece in questa fase meritano di essere vivificati e di essere tradotti in valore aggiunto.
L’invito che oggi rivolge Sicolo ai consumatori è quello di considerare il prodotto 100% italiano. L'olio extravergine d'oliva è un prodotto di eccellenza, ad alto valore nutrizionale e di indiscusso pregio antropologico. Conservano ancora un ricco patrimonio di tecniche di raccolta che rimandano alla tradizione e che conferiscono genuinità al prodotto. Il consumatore deve sapere che quando acquista un prodotto incide sull’intera catena ecosistemica di un territorio e, che scegliendo prodotti italiani, nutre processi di crescita e sviluppo di aree ad alto potenziale ma ancora marginali. L'obiettivo è consentire al consumatore di compiere scelte etiche, ma anche di mitigare il rischio di una dispersione dei saperi e delle tecniche di raccolta utilizzate, che nelle aree interne conservano ritualità e aggregazione sociale.