Xylella, il fronte dell’epidemia è sempre più rovente

    Carmela Riccardi, presidente dell’Associazione Libero Comitato Anti-Xylella
    L’Associazione Libero Comitato Anti-Xylella esprime, attraverso la voce del presidente Carmela Riccardi, forte preoccupazione per l’avanzata dell’epidemia e le ultime decisioni del Comitato fitosanitario Ue

    In Puglia il fronte dell’epidemia da Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53, che da sette anni sta distruggendo milioni di olivi, è sempre caldissimo. Ma nelle ultime settimane è addirittura rovente.

    Legna al fuoco su cui sta bruciando l’olivicoltura pugliese sono stati prima il rinvenimento di un consistente focolaio a Locorotondo (Ba), dove finora 28 olivi sono stati accertati positivi, e dopo la scoperta di un altro focolaio in agro di Fasano (Br), ad appena 350 metri dal confine della città di Monopoli (Ba) e quindi dalla zona cuscinetto.

    Nel mezzo l’accordo di massima dei Paesi europei, attraverso il Comitato fitosanitario Ue, sulle nuove aree di demarcazione, che, se attuato pedissequamente in Puglia, rischia seriamente di peggiorare una situazione già gravissima.

    Forte preoccupazione per l’avanzata dell’epidemia e le sue ultime vicende la esprime l’Associazione Libero Comitato Anti-Xylella attraverso la voce del presidente Carmela Riccardi.

     

    Come valutate i recenti rinvenimenti del focolaio a Locorotondo e dell’altro a soli 350 metri dall’attuale zona cuscinetto e dal territorio del Comune di Monopoli?

    Particolare del focolaio di Locorotondo (Ba), dove finora sono stati ritrovati 28 olivi infetti

    «Il rinvenimento di questi due focolai, e in particolare di quello di Fasano, è l’ennesima lampante dimostrazione di come la pressione dell’inoculo del vettore dalla zona infetta ex-contenimento, abbandonata a se stessa e senza alcun intervento, sia dirompente e spinga sempre più a Nord il batterio e il vettore, anche grazie al suo movimento passivo e alla presenza di importanti arterie di comunicazione.

    Non bastano le linee sulla carta a fermare l’avanzata del vettore e del batterio, occorrono interventi per abbattere la pressione di inoculo del batterio e del vettore nella zona ex-contenimento, area in cui l’epidemia è attualmente in fase esplosiva».

     

    Il Comitato fitosanitario Ue ha deciso la riduzione della larghezza della zona cuscinetto e della zona contenimento. A vostro avviso tale riduzione agevolerà la lotta al batterio e ai suoi vettori oppure renderà più facile la diffusione del batterio stesso?


    L’attuale demarcazione delle aree cuscinetto, contenimento e infetta potrebbe subire variazioni a seguito delle ultime decisioni del Comitato fitosanitario Ue

    «Giudichiamo male questa riduzione. L’accordo di massima dei Paesi europei in merito alle nuove aree di demarcazione si presta ancora una volta a interpretazioni poco chiare. La riduzione dell’ampiezza delle aree non implica alcun rafforzamento automatico delle azioni di contrasto al batterio e al suo vettore. Semmai è la qualità delle varie azioni e dei controlli che può contrastarne la diffusione.

    Se finora una linea immaginaria che separa due intere aree della regione ha dato possibilità al batterio di spostarsi a balzi di decine e decine di chilometri da Gallipoli a Locorotondo, come possiamo immaginare di poterlo contenere riducendo la dimensione delle aree in cui dovrebbero essere previste le attività di contenimento?

    Le aree demarcate devono essere soggette a interventi di severità crescente, a partire dalla stessa zona dell’area infetta adiacente a quella contenimento con azioni più energiche man mano che ci si allontana da quella infetta.

    Non è pensabile che, sulla base della demarcazione dei confini di fogli catastali che dividono la zona infetta dalla zona contenimento, le azioni di contrasto siano obbligatorie solo in quella contenimento e non anche in quella infetta, almeno nella zona della Piana degli olivi monumentali o dove la percentuale delle piante infette o distrutte è molto al di sotto del 65%».

     

    La riduzione della larghezza della zona di contenimento non porterà all’ampliamento della zona infetta, al cui interno rientrerebbe quindi una buona fetta della Piana monumentale degli olivi?

    La riduzione della larghezza della zona di contenimento porterebbe all’ampliamento della zona infetta, al cui interno rientrerebbe quindi una buona fetta della Piana monumentale degli olivi

    «Ci sono diversi aspetti critici rispetto ai quali non ci sono adeguate note esplicative che chiariscano lo stato delle cose. In particolar modo quello che riguarda la riduzione della zona contenimento da 20 a 5 km e della zona cuscinetto da 10 a 5 km, che avrà come conseguenza certa un ampliamento considerevole della zona infetta di ulteriori 15 km: infatti non bisogna dimenticare che la zona contenimento è comunque compresa in quella infetta per l’ampiezza di 20 km.

    In altre parole la zona infetta (propriamente detta), in cui, sulla base delle ultime disposizioni normative regionali, non è obbligatoria alcuna azione di contrasto, si sposta dall’asse Villanova di Ostuni-Mar Piccolo di Taranto ancora più a nord. La nuova demarcazione, a partire dall’asse Torre Canne di Fasano fino al Comune di Montemesola/quartiere Paolo VI di Taranto, comprende migliaia e migliaia, se non milioni, di olivi secolari e non, che, inermi, non possono far altro che aspettare di passare a “miglior vita”.

    Stiamo parlando del resto dell’agro di Ostuni, Ceglie Messapica, Cisternino, Grottaglie, Martina Franca, parte di Locorotondo, S. Giorgio Jonico, Statte e Crispiano, che potranno onorarsi dello scomodo titolo di zona infetta. Per quanto riguarda la Piana dei Monumentali la Regione avrebbe potuto avere un occhio di riguardo. Non esiste una Piana di serie A e una di serie B in qualunque area demarcata essa ricada».

     

    Come è noto, la normativa Ue, sia quella corrente sia quella in emanazione, contiene le prescrizioni minime. Ogni Stato membro non può essere meno severo ma può decidere, a seguito della valutazione del rischio fitosanitario (che è prerogativa esclusiva del Servizio fitosanitario e non dell’autorità politica), di essere più restrittivo. Che cosa vi aspettate dal Servizio fitosanitario regionale pugliese?

    La normativa Ue, sia quella corrente sia quella in emanazione, contiene le prescrizioni minime. Ma ogni Stato membro non può essere meno severo ma può decidere di essere più restrittivo

    «In effetti i Servizi fitosanitari possono regolamentare con norme più restrittive, rispetto a quelle nazionali ed europee, le operazioni di contrasto al batterio. Purtroppo ad aprile scorso è avvenuto l’esatto contrario: la normativa nazionale prevedeva la pulizia obbligatoria dei terreni in zona infetta, ma la Regione con apposita delibera ha sollevato gli agricoltori da questo impegno. E invece si sarebbe dovuto mantenere l’obbligo almeno in una congrua fascia al confine con la zona contenimento!».

     

    Xylella, il fronte dell’epidemia è sempre più rovente - Ultima modifica: 2020-07-25T11:13:23+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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