Voto finale sul futuro della Pac

Paolo De Castro
L’Europarlamento è chiamato a decidere su tutti i compromessi in corso sulle misure obbligatorie per l’ambiente e il clima, capping e devoluzione per poi arrivare al definitivo accordo con il Consiglio. Paolo  De Castro: «L’obiettivo è quello di trovare la formula giusta per coniugare produttività e sostenibilità»

Riforma della Pac, atto finale.

L'Europarlamento vuole riformare la politica agricola comune nel segno di una maggiore sostenibilità, affinchè «possa migliorare la produttività e sostenga il reddito degli agricoltori in linea con il Green Deal». Lo sottolinea Paolo De Castro (S&D) intervenendo nella plenaria dell'Europarlamento in vista del voto sui testi legislativi della Pac 2021-2027.

La procedura legislativa adottata per la riforma è quella ordinaria (trilogo) che prevede la votazione in Europarlamento e l’accordo con il Consiglio.

Europarlamento in seduta plenaria

Almeno il 30% dei pagamenti diretti a misure green

«Con le proposte sul tavolo -ricorda De Castro - si dedica almeno il 30% dei fondi dei pagamenti diretti a misure green e si aumentano al 35% le spese dello sviluppo rurale per le misure agroambientali, con una soglia minima del 30% per gli investimenti sostenibili».

«Il tutto - ricorda De Castro - senza mettere in secondo piano la dimensione economica e sociale della Pac che, secondo il Trattato, deve migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori».

Una settimana decisiva

Dalla sera di martedì 19 ottobre a tutto venerdì 23 il Parlamento europeo discute e vota infatti le proposte per rendere la politica agricola più sostenibile, resistente e flessibile, così da poter continuare a garantire la sicurezza alimentare nell’UE.

I deputati puntano ad approvare delle modifiche alle norme UE per adattare la politica agricola comune (PAC) alle esigenze dei singoli Paesi UE.

Il nodo della devoluzione

Tra le novità sul tavolo ci sono infatti i piani strategici nazionali con cui i governi nazionali dovrebbero tracciare le linee di attuazione degli obiettivi UE. Una riforma che nel nostro Paese ha già acceso alcune tensioni con le amministrazioni locali, visto che l’attuazione della Pac è una materia delegata alle Regioni. Cambia anche il ruolo della Commissione che dovrà monitorare direttamente le azioni, non solo la conformità alle regole UE.

Ecoschemi e condizionalità

Il pacchetto di riforme comprende anche delle proposte per migliorare le misure obbligatorie in materia di rispetto del clima e dell'ambiente, misure che ogni agricoltore deve applicare per ricevere il sostegno diretto, e per aumentare il sostegno finanziario per quelle misure che invece gli agricoltori possono applicare volontariamente.

Degressività e capping

Tra i punti più caldi sottoposti alla votazione degli eurodeputati anche la proposta del capping, ovvero della riduzione dei pagamenti alle aziende agricole più grandi per incanalare più fondi verso le aziende più piccole e i giovani agricoltori, per aiutarli ad affrontare le crisi e per semplificare le regole sull'esecuzione di controlli e verifiche.

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Sessant’anni di Pac

Con l’attuazione della nuova Pac nel 2022, dopo un periodo transitorio di due anni, la Politica agricola europea entra nel 60° anno di vita. La Pac è stata infatti istituita nel 1962 e l'ultima riforma risale al 2013.

Le attuali regole della PAC sono scadute il 31 dicembre 2020 sono state sostituite dalle norme transitorie, fino al 2022.

La PAC rappresenta il 34,5% del bilancio UE 2020 (58,12 miliardi di euro). Circa il 70% del bilancio della PAC sostiene il reddito di 6-7 milioni di aziende agricole nell'UE.

Voto finale sul futuro della Pac - Ultima modifica: 2020-10-21T09:00:27+02:00 da Lorenzo Tosi

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