Grano duro, soffiano venti ribassisti sulla nuova campagna

grano duro
L'offerta dall'estero potrebbe farsi ancora più pressante e aggressiva dalle prossime settimane. Intanto, non si arresta anche la flessione del mais

Grano duro, pesa l'incognita della concorrenza

Italia NQ

Il lento progredire della raccolta conferma nelle principali aree produttive dell’Italia continentale una minore incidenza (negativa) sulla qualità della granella dal clima finora occorso. Meglio come rese/ha il centro-nord rispetto al sud, ma sarà da verificare la qualità man-mano che la raccolta proseguirà. Mercato sui livelli di fine campagna 2023/24, ma con incertezza legata ai dati finali 2024 per l’Italia e all’offerta comunitaria ed estera, che potrebbe essere più pressante e aggressiva in prezzo già dalle prossime settimane. Mercati al centro-nord che Non Quotano (NQ) il nazionale, mentre al sud il secondo listino nuovo raccolto su Foggia consolida la continuità di prezzo con il “Fino” partenza su valori di poco superiori ai 340 €/t.

Europa

Le produzioni di Grecia e Spagna si confermano buone dal punto di vista delle qualità merceologiche, con proteina media in linea con le attese degli operatori. Si acuisce la pressione dell’offerta da Spagna e Grecia, con prezzi Fob che tendono al ribasso anche per le (incombenti) scelte di prezzo della concorrenza estera, in particolare riguardo alla vendita in Italia. In Francia resta l’incognita climatica, ma le colture sono ancora in pieno ciclo vegetativo. Senza particolari correzioni le stime di produzione 2024, che restano sui 7 mln/t, con gli operatori attendisti e fiduciosi di trovare agevolmente dall’estero i volumi che mancano a coprire il deficit di campagna. Prezzi in lieve calo con il Fob Mediterraneo per la qualità “milling” sui 295-305 €/t.

Mondo

L’evoluzione dei raccolti in Usa e Canada, ma anche in Turchia e Russia, si mantiene positiva, con progressi di crescita nelle pianure nordamericane e stima di buona qualità della granella (anche in tenore proteico) in Turchia. Se non vi saranno sorprese climatiche il Canada e gli Usa andranno a produrre un 8,5 mln/t, un valore oltre la media storica con ampia disponibilità alla vendita, a copertura dei fabbisogni mondiali, e graduale reintegro degli stock globali di fine campagna. Determinanti a delineare l’andamento prezzi il risultato finale di volumi prodotti e la qualità della granella in Turchia e Canada, con dietro l’angolo la spada di Damocle dell’inflazione turca. Il Cif Mediterraneo per qualità “milling” si riposiziona sui 355 $/t.

Grano tenero, l'andamento climatico ritarda la riapertura delle quotazioni

Italia  NQ 

L’andamento climatico dell’ultima settimana ha suggerito di ritardare la quotazione sulle piazze del Nord. C’è fondata incertezza sulla qualità del grano ancora da trebbiare stante l’alternanza di piogge e schiarite; possibilità di segregazione dei volumi “pre” e “post” piogge. Nominalmente le quotazioni del nazionale si mantengono sui valori di inizio giugno. Le alternative comunitarie ed estere quotano al ribasso di un 3-5 €/t per i panificabili, che valgono un 220 €/t arrivo. Stabilità per i grani di forza sui 340 €/t e calo per gli “spring” su Milano, per un allineamento con Bologna a 355 €/t reso molino.

Europa

Sulle borse merci e su Parigi Euronext sono evidenti i riflessi ribassisti dell’arrivo del nuovo raccolto globale. I primi tagli europei e (soprattutto) la forte concorrenza internazionale limitano sia gli scambi intra-europei sia l’export comunitario. La cautela è di rigore sia sulle rese/ha sia sulla qualità, stante l’estrema differenza tra lo stato delle colture nel nordovest del continente e quanto si stima nel centro-est. Il tutto combinato alle previsioni meteo, che vedono piovosità anche nei prossimi giorni. Scambi locali nella media, ma ancora poche coperture oltre il salto di campagna (da agosto in poi). Il “futuro” su Parigi vede il “milling” posizione di settembre crollare a 227 €/t (meno 10); il “panificabile” reso porto di Rouen sui 223 €/t (meno 12).

Mondo 

Sale la pressione ribassista, determinata dall’arrivo del nuovo raccolto Usa e dal miglioramento dello stato delle colture nella regione del Mar Nero. Le piogge in Canada rallentano la crescita vegetativa, introducendo un potenziale problema di malattie fungine se si ritardassero i trattamenti colturali programmati. A oggi oltre il 70% dei campi Usa-Canada è in ottime condizioni vegetative. Scambi che vedono mantenersi lo strapotere della Russia, con quotazioni in calo dopo i primi responsi dalla raccolta, che vedrebbero rese/ha e qualità superiori alle attese. Le ultime aste egiziane sono state tutte a vantaggio del Mar Nero. Prezzi: l’argentino a 281 $/t, l’australiano Soft White a 287 $/t, il Dns a 257 $/t, il “milling” russo a 226 $/t.

Mais, la discesa continua

Italia

Non si arresta la flessione nonostante le notizie di danni alle colture nelle aree del Nordovest. Con l’evoluzione della domanda per utilizzi mangimistici bovini verso bassi livelli di tossine, difficili da raggiungere in Italia, a fare mercato si confermano le alternative comunitarie ed estere sempre disponibili e aggressive in prezzo. Nel complesso i progressi vegetativi restano positivi e tanto basta su Bologna e Milano a riposizionare le quotazioni del mais “con caratteristiche” tra i 226 €/t (meno 4) di Ager e i 234 €/t della Granaria (meno 4). Generico a sconto di 4-5 €/t, comunitari ed esteri in calo di un 3-4 €/t in regime di adeguata offerta sul breve-medio termine.

Europa grano duro

Sulle piazze comunitarie si evidenzia debolezza nelle quotazioni sia sul mercato del fisico che sul “future” di Parigi. L’influenza dell’andamento dei prezzi internazionali su Euronext è evidente, mentre sul mercato fisico sostiene i prezzi la richiesta di completamento delle coperture dell’industria e della mangimistica fino a fine luglio. Da agosto in poi minore interesse ad allungare in regime di prezzi stagnanti. Il mais comincia a perdere di attrattività nelle diete zootecniche a favore degli altri cereali, con attesa di riflessi negativi sulle quotazioni. Sulla piazza a termine di Parigi la posizione di agosto vale un 211 €/t (più 3) a premio di un 4 €/t rispetto al nuovo raccolto (Novembre), che quota 207 €/t. Il pronto “con caratteristiche” reso franco porto di Bordeaux sui 207 €/t (meno 3).

Mondo

In una settimana i mercati internazionali hanno visto un calo dei prezzi del 5%, senza particolari distinzioni di ribasso tra le origini americane (Stati Uniti, Brasile e Argentina) e il Mar Nero – Ucraina. Arrivano le piogge nelle aree più siccitose del Midwest Usa e il loro export della settimana traccheggia anche per la crescente pressione del nuovo raccolto Brasiliano e la revisione delle stime di semina in Argentina viste in aumento per un raccolto 2024 sui 57 mio/t (più 40% sul 2023). Prezzi Fob: l’Usa a 191 $/t, l’ucraino 188 $/t, l’argentino 187 $/t e il brasiliano a 192 $/t.

Gli orzi si confermano, la soia cede ancora terreno

Italia grano duro

Cereali foraggeri: i prezzi degli orzi si confermano su Bologna nonostante il calo (meno 4 €/t) dell’origine estera. Teneri leggermente più deboli e sorgo ancora NQ. Milano torna a quotare gli orzi su livelli di un 8-15 €/t inferiori a Bologna, sotto la spinta depressiva dell’offerta comunitaria. L’orzo pesante vale attorno ai 190 €/t arrivo, con i teneri in discesa sui 228 €/t. Oleaginose: lieve flessione per la soia su Milano (meno 3 €/t), che allarga la forbice con Bologna (Inv.) in un contesto “globale” vede buone prospettive di offerta anche di colza e “palma”. La soia nazionale vale 508 €/t partenza su Bologna (inv.), con Milano sui 487 €/t; l’estera si consolida si mantiene tra i 477 ed i 480 €/t arrivo.

Europa

Cereali foraggeri: si registra andamento di mercato simile tra orzi e grano, con i cereali a paglia più presenti nelle diete mangimistiche. Scambi locali su livelli medi e senza tensioni, mentre cala l’export intra-Ue e verso i paesi terzi. In Francia i primi tagli degli orzi indicano basse rese/ha e basso peso specifico. Oleaginose: la colza mostra qualche segno di ripresa delle quotazioni dopo la conferma di stime di raccolti inferiori in Francia, Ungheria, Rep. Ceca e Romania. Gli ultimi dati sulla spremitura comunitaria sono in aumento rispetto alla scorsa campagna. Su Euronext il “future” di agosto vale un 471 €/t (più 7), con il Fob Rouen sui 461 €/t (più 1); anche il girasole “oleico” reso S. Nazaire recupera e vale un 455 €/t (più 5).

Mondo

Cereali foraggeri: le prospettive di produzione globale si mantengono positive sia in Usa sia nel resto del mondo, con il Mar Nero che vede un miglioramento nelle stime di resa/ha e di conseguenza di produzione 2024 a ulteriore giustificazione della ripresa della strategia dei bassi prezzi. È iniziata la raccolta di orzi in Argentina e Ucraina, con positivi riscontri in rese e qualità. Orzo Fob Mar Nero a 180 $/t, l’Australiano a 251 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 230 $/t e l’ucraino 208 $/t. Oleaginose: poche novità legate all’evoluzione climatica in Usa (oggi siccitosi, ma con previsione a breve dell’arrivo delle piogge) e alla revisione al rialzo delle stime di semina di colza in Canada. Prezzi volatili con tendenza al ribasso sul Cbot (meno 2%), che ha portato il valore della soia di luglio ai minimi del maggio scorso. Prezzi Fob: la soia Usa a 453 $/t, la brasiliana a 438 $/t e l’argentina a 439; la colza canadese Fob Vancouver a 477 $/t.

Grano duro, soffiano venti ribassisti sulla nuova campagna - Ultima modifica: 2024-06-28T16:40:22+02:00 da Marco Pederzoli

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