Orzo, la domanda resta debole

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Produzione mondiale leggermente superiore a quella dello scorso anno ma gli acquisti cinesi sono in netto calo

La produzione 2024/25 di orzo si prospetta leggermente superiore all’anno scorso (145 mln/t), grazie a un miglioramento delle rese che compensa ampiamente il calo delle superfici seminate. Giù però i consumi, a causa della contrazione degli utilizzi alimentari e con queste prospettive sulle piazze internazionali si materializzerà un aumento degli stock con un andamento delle quotazioni che, salvo effetti sinergici a supporto dagli altri cereali a paglia e dal mais, si manterranno sui livelli attuali con rischio di momenti di stasi negli scambi (anch'essi stimati in calo dell’8% anno su anno).

In Europa raccolti eterogenei

I raccolti in Europa hanno dato risultati eterogenei come specifiche, dovuti a un andamento climatico molto difforme. La carenza di giornate di sole e le eccessive piogge hanno ridotto la qualità in molte aree della Francia e della Germania, dove il raccolto invernale ha dato responsi analitici deludenti. Anche in Spagna e nel resto d’Europa si sono evidenziate discrepanze da zona a zona, ma se le specifiche mancano, la produzione pare confermata sui 52 mln/t anche dopo gli ultimi aggiustamenti ai raccolti di Repubblica Ceca e Ungheria.
Fronte commerciale, l’Europa potrebbe beneficiare del risultato di campagna non ottimale degli orzi in Russia e Canada (principali antagonisti all’export comunitario), con qualche incertezza a futuro anche per l’Emisfero Sud, dove le gelate in Argentina stanno mettendo a rischio il raggiungimento di rese/ha nella media storica.

Andamento del prezzo dell'orzo

L'Asia taglia del 25% i consumi

Ma a dare le maggiori preoccupazioni è la domanda stimata in calo a livello alimentare (-3% in Ue, Canada, Cina e Medioriente), sia per la produzione di birra (-1%). Ad abbattere le stime di scambio e la tenuta dei prezzi è soprattutto la statica richiesta asiatica che potrebbe vedere una riduzione del 25% su base annua, con anche Arabia ed Europa (Spagna) a importare meno. Se si confermerà questo scenario, l’Europa vedrà consolidarsi l’attuale rallentamento della domanda dai porti con conseguente trend al ribasso dei prezzi anche perché (causa le ben note motivazioni politiche), la Cina continuerà a dare preferenza all’origine russa a scapito della Francia, e con la prospettiva dell’arrivo dai prossimi mesi dell’offerta australiana, l’export del Vecchio Continente resterebbe all’angolo anche nel 2025.

Sulle nostre piazze i riflessi europei e internazionali sono filtrati e inseriti nel contesto di mercato che oggi fa i conti con la spada di Damocle della Psa e una domanda che si mantiene cauta.

Orzo, la domanda resta debole - Ultima modifica: 2024-09-10T12:15:34+02:00 da Simone Martarello

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