Grano duro, prevale ancora la tendenza ribassista
Italia
Situazione di campagna che va delineandosi con rese/ha in aumento e qualità in discesa, da Sud a Nord, con aree del Nord fortemente colpite da Fusarium e con livelli tossinici ben oltre i limiti di legge. Mercato comunque attendista e alla ricerca dei volumi di origine Italia a garantire le produzioni per il mercato interno (per l’export si guarda ai rimpiazzi comunitari ed esteri). Quotazioni tendenti al ribasso nonostante il raccolto Italia stimato a 3 mln/t. Al Nord si segregano i lotti ad uso molitorio (pesi specifici) e alimentare (tossine), mentre nel resto del Paese le specifiche della granella sono buono-ottime. Sulle piazze del Nord il “Fino” apre a Milano sui 335 €/t arrivo molino, mentre Bologna quota il Centro arrivo sui 325 €/t (meno 7) allineato ai prezzi “partenza” dei listini di Foggia-Altamura; mercantili a sconto di un 10-30 €/t base reali specifiche dei lotti, il sotto mercantile resta sui 250 €/t reso destino.
Europa
Sulle borse spagnole dell’Andalusia le quotazioni continuano a scendere rispetto alla scorsa settimana, con ampia offerta di lotti che presentano buone caratteristiche merceologiche ma medio-basso tenore proteico. La disponibilità di prodotto sul circuito comunitario è adeguata e le preoccupazioni a riguardo delle politiche di prezzo turco-canadesi spingono i detentori ad accelerare le vendite. Molini guardinghi in regime di prezzi calanti. In Francia le quotazioni calano in parallelo con le attese di “qualità” che vedono salire il problema di: volpati, bianconati e slavati. Prezzi Fob Mediterraneo per la qualità “milling” tra i 290 €/t dello spagnolo e i 300-305 €/t del francese.
Mondo
L’attesa per un raccolto record in Canada, con buone prospettive anche in Usa, si sommano a quanto riportato per Turchia e Russia. I volumi da immettere sul circuito internazionale sono stimati medio-alti rispetto allo storico e tanto basta per calmierare un mercato che inizia con basse scorte di riporto dal 2023. Tendenza ribassista che resta comunque limitata dall’incognita “qualità”, che non sarà definitivamente sciolta se non dopo la trebbiatura ad agosto. Per ora l’ottimismo nordamericano e l’incognita commerciale/valutaria della Turchia dettano la tendenza di mercato, con i venditori alla ricerca di richieste (bid) ferme. Il Cif Mediterraneo per il duro “milling” vale un 330-340 $/t, con effetto ribassista dal cambio euro/dollaro.
Grano tenero, preoccupazioni nel Nord Ovest
Italia
Si quota anche su Milano ma solo per classi 3, 4 e 5 stante un’attesa di qualità delle messi scadente nel quadrante Nordovest; su Bologna si quotano tutte le classi. La qualità si conferma eterogenea da zona a zona con eccellenze e mediocrità; nelle aree più colpite dal maltempo si registrano casi di tossine ben oltre i limiti di legge. Chiariti dubbi e attese di produzione e specifiche della granella, gli scambi riprendono regolarmente, ma con la domanda selettiva e l’offerta cauta nel prendere posizione in attesa di meglio caratterizzare i lotti. Il “tipo Bologna” su Ager si consolida sui 300 €/t partenza con sconto di 50 €/t per la classe 2 e di 70 €/t per i “misti”. Le alternative comunitarie “panificabili” sui 225 €/t arrivo. Non quota il grano di forza Ue, gli spring restano a 345 €/t arrivo destino.
Europa
Sui mercati si evidenziano i (positivi) riflessi dello scenario globale con i prezzi che, nonostante un raccolto con problemi nelle aree del centro-ovest del continente, si mantengono deboli e in calo. Le notizie dalla trebbiatura sono qualitativamente (specifiche merceologiche) e quantitativamente (rese/ha) leggermente superiori alle attese, anche in Francia Centro-Sud, ma il panorama commerciale si prospetta con adeguata offerta ma “qualità molitoria” inferiore al 2023. Con l’export contrastato dalla concorrenza estera, e la domanda intra-comunitaria debole, gli scambi si concentrano principalmente a livello locale con contratti di nuovo raccolto da confermarsi dopo le prime consegne. Il “futuro” su Parigi vede il “milling” posizione di settembre attorno ai 223 €/t (meno 4); il “panificabile” reso porto di Rouen sui 218 €/t (meno 2).
Mondo
L’evoluzione dei raccolti nell’Emisfero Nord e le promettenti prospettive dall’Australia pongono pressione su un mercato in calo di prezzo; calo di prezzo che rallenta l’offerta e accelera la domanda, ma senza particolare supporto per le quotazioni stante previsioni di ampie produzioni “globali” per la campagna appena iniziata. In Usa-Canada i progressi in campo sono positivi, ma c’è attesa per le nuove stime della Usda di metà Luglio e per l’evoluzione (in miglioramento) delle colture nella regione del Mar Nero. Con il calo dei prezzi tornano le aste di acquisto in Nord Africa, ma le aggiudicazioni restano a favore della più economica origine russa. Prezzi: l’argentino a 273 $/t, l’australiano Soft White a 283 $/t, il Dns a 267 $/t, il “milling” russo a 219 $/t.
Mais, c'è ottimismo sul nuovo raccolto
Italia
Si registra un sensibile avvicinamento tra i listini del nord, con Milano che cede un 3 €/t e Bologna che prende 2 €/t, per un livello di prezzi molto prossimi e orientati verso una prima stabilizzazione in attesa di novità dall’Europa e dai mercati esteri. In regime di quotazioni senza particolari incertezze e con i rimpiazzi su livelli simili al mais “con caratteristiche”, gli scambi procedono (in quasi assenza di prodotto locale) con orizzonte di breve termine in attesa di avere più aggiornamenti sull’andamento dei raccolti. Con il ritorno del caldo e senza restrizioni idriche, il nuovo raccolto fa buoni progressi. Il mais “con caratteristiche” vale un 228-230 €/t, con il “generico” a sconto di 4-5 €/t; Comunitari ed esteri abbastanza stabili sui livelli del nazionale con caratteristiche.
Europa
Sulle principali piazze si è registrata una lieve ripresa dei prezzi a seguito delle notizie di siccità in Ucraina, ma l’aumento è rimasto contenuto dalla concomitanza delle notizie dagli Usa e dalla reazione dei mangimifici locali che, alle quotazioni attuali (alte rispetto agli altri cereali), stimano un futuro minore utilizzo di mais nelle diete zootecniche. Domanda dai porti stagnante e minore interesse compratore dalla Penisola Iberica. Su Euronext la posizione a “futuro” di agosto sale a 217-218 €/t (più 3) con il mais franco porto di Bordeaux che vale un 218 €/t (più 8). Su Euronext il nuovo raccolto (posizione Novembre) sui 211 €/t.
Mondo
Mercati più deboli, per la concomitanza (in aggiunta al dollaro in rafforzamento) di un miglioramento dello stato delle colture in Usa (rientro parziale della situazione di siccità), migliori rese/ha in Argentina, la stagnazione negli scambi internazionali e dagli Usa verso il Messico. Solo fattore a sostegno l’incertezza logistica in Brasile, dove il livello dei fiumi e canali di navigazione si riduce, introducendo il rischio di ritardi nell’esecuzione dei contratti sul breve termine. Sul Cbot, ma anche in Argentina e Mar Nero, i prezzi tendono al ribasso. Prezzi Fob: l’Usa a 181 $/t, l’ucraino 186 $/t, l’argentino 180 $/t e il brasiliano a 187 $/t.
Orzi in risalita, ancora segnali di debolezza per la soia
Italia
Cereali foraggeri: orzi rivedono segnali di salita (più 3-5 €/t) di riflesso a quanto si riporta in Europa, con i teneri pressoché invariati ed il sorgo sempre NQ. Scambi senza acuti e domanda che non prevale sull’offerta. Gli orzi pesanti quotano sui 195-200 €/t arrivo con i teneri tra i 190 €/t di Milano (problemi tossinici) ed i 225-230 €/t di Bologna. Oleaginose: la soia locale resta NQ, mentre l’origine estera sulle piazze del Nord comincia l’avvicinamento dei prezzi verso quota 455-460 euro, con Milano che cede un 7 €/t e Bologna che perde 4 €/t. Prospettive globali sempre positive per le origini dalle Americhe.
Europa
Cereali foraggeri: segnali di cedimento per i cereali a paglia con i teneri (declassati) che trascinano anche gli orzi, nonostante per questi ultimi si confermino rese/ha inferiori alle attese. Le specifiche e la qualità variano da paese a paese, con le aree più a rischio (Francia) che danno segnali di miglioramento a livello dei pesi specifici di grano e orzi. Scambi sempre a rilento e minore richiesta dai porti. Oleaginose: settimana di cali per il prezzo della colza sotto l’influenza negativa (combinata) dei ribassi di soia, palma e canola, con l’aggiunta del prezzo del petrolio. Le stime di produzione in Europa restano inferiori al 2023, ma le quotazioni cedono con la colza “agosto” su Euronext a 476 €/t (meno 25) con il Fob Rouen sui 475 €/t (meno 22); in controtendenza il girasole “oleico” reso S. Nazaire a 460 €/t (più 5).
Mondo
Cereali foraggeri: permangono rosee prospettive per i raccolti dell’Emisfero Nord, con solo qualche incertezza residua per Russia ed Europa, con segnali positivi anche dalle prime stime di semina e produzione per l’emisfero australe. L’andamento dei prezzi vede sempre il cereale russo (calo delle quotazioni interne) dettare il trend, con il supporto del cambio del dollaro a ridurne il valore Cif in moneta locale degli importatori. Le ultime aggiudicazioni delle aste algerine di acquisto grano sono state sui 250 $/t Cif (un 230-235 €/t). Orzo Fob Mar Nero a 175 $/t, l’australiano a 246 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 229 $/t e l’ucraino 200 $/t.
Oleaginose: sui mercati si combinano la pressione alla vendita dei produttori sudamericani e la sensazione che (con prospettiva di ulteriori cali) gli operatori abbiano venduto molto, anche allo scoperto. La supply-demand della soia resta rassicurante come disponibilità e questo, combinato con il calo negli scambi riportato per la settimana, ha portato al ribasso le quotazioni sia sul fisico che sul “futuro”. Per la colza canadese, il calo è per riflesso dalla debolezza della soia e più in generale del mercato degli olii vegetali. Prezzi Fob: la soia Usa a 447 $/t, la brasiliana a 434 $/t e l’argentina a 434; la colza canadese Fob Vancouver a 492 $/t.