Grano Armando è una filiera che si prende cura del grano duro e, proprio per tale attitudine, è riuscita a produrre qualità anche nella difficile annata 2019-2020, segnata sia dall’emergenza sanitaria nazionale sia dallo sfavorevole andamento climatico stagionale.
«Quella appena conclusasi è stata la peggiore stagione climatica degli ultimi dieci anni – conferma Marco De Matteis, amministratore delegato della De Matteis Agroalimentare spa, pastificio di Flumeri (Av) capofila della filiera Grano Armando –. A causa delle abbondanti piogge le operazioni di semina si sono svolte con difficoltà, protraendosi scalari fino alla prima decade di gennaio 2020. Ma l’emergenza e l’accestimento si sono avuti in condizioni difficili a causa delle infestanti molto competitive. Dopo, in diverse zone, e in particolare nel Foggiano, si sono verificati stress idrici causati dall’assenza di pioggia e da alte temperature. Le gelate nelle zone collinari hanno compromesso la fertilità della spiga con conseguente riduzione della produzione. Infine l’inverno mite e le piogge di aprile-maggio hanno favorito lo sviluppo delle malattie fungine, anche nel periodo della maturazione della spiga. In questa già complicata situazione climatica l’emergenza da Covid-19 ha creato ulteriori problemi, costringendo i diversi attori della filiera a ridurre i contatti e gli scambi fra loro».
2019-2020, l’annata del decennale
Eppure, nonostante tali grosse difficoltà, i risultati dell’annata 2019-2020 della filiera Grano Armando sono stati più che lusinghieri: 1.236 aziende agricole hanno aderito al contratto, 14.705 gli ettari coltivati, 3,5 t/ha la media di produzione, 15,4% la media di proteine, l’84% del grano duro prodotto ha superato il 14,5% di proteine.
«La campagna 2019-2020 ha segnato il decennale della creazione della filiera. Grano Armando vanta ormai 10 anni di storia e di successi. Abbiamo iniziato nell’annata 2010-2011 con 103 aziende e 1.139 ettari, nell’ultima abbiamo più che decuplicato le une e gli altri. La filiera opera ormai in nove regioni e 20 province, fra cui quella più coinvolta è la provincia di Foggia, con 633 aziende agricole e 23 stoccatori. Quando il nostro progetto è partito, nessuno avrebbe mai creduto che gli agricoltori associati potessero diventare così tanti. La loro grande partecipazione fa sì che questa filiera integrata stia diventando il modello al quale guardano aziende, organizzazioni professionali, istituzioni grandi e piccole. Essa è la dimostrazione che industria alimentare e agricoltura non solo possono, ma debbono convivere».
Il rigoroso rispetto del disciplinare
La filiera Grano Armando, sottolinea De Matteis, ha poggiato nei 10 anni di storia su importanti punti di forza: i contratti diretti con ciascun agricoltore, il rigoroso disciplinare, le varietà proposte, il prezzo minimo garantito più i premi, l’assistenza agronomica.
«Abbiamo dimostrato che possiamo produrre pasta di qualità solo con grano 100% italiano partendo da una materia prima eccellente, pari o superiore a quella abitualmente importata. E lo abbiamo fatto adottando un metodo innovativo che ha fatto della filiera una vera e propria comunità: il contratto diretto fra pastificio e agricoltore, controfirmato dallo stoccatore. Un contratto che impegna tutti i soggetti della filiera a seguire un disciplinare rigoroso di produzione e conservazione del grano duro. Il disciplinare è redatto e realizzato in collaborazione con Syngenta Italia sulla base delle linee guida nazionali agronomiche e fitosanitarie della produzione del grano duro, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute umana. Dai risultati quali-quantitativi emerge la netta differenza fra chi applica il disciplinare e chi non lo fa, ma ormai la maggior parte delle aziende agricole a contratto lo segue in maniera rigorosa. Proprio l’adesione al disciplinare garantisce qualità e quantità e un grano duro con indice proteico minimo del 14,5% e picchi del 20%, contro il 12,5% medio della produzione italiana».
Grano duro a residuo zero
Dalla campagna 2018-2019 il disciplinare è stato rinnovato e permette ora, in modo controllato e certificato da un ente terzo, di arrivare a produrre un grano duro che contenga meno di 0,01 mg/kg (“zero tecnico”) di residuo dei prodotti fitosanitari utilizzati, aggiunge De Matteis.
«Per ottenere il residuo zero valgono regole chiare per tutti: non sono ammessi regolatori di crescita, si raccomanda di non effettuare il diserbo oltre la fase di inizio levata, non bisogna utilizzare alcun fitofarmaco (erbicida, fungicida o insetticida) dopo l’emissione della foglia a bandiera, occorre evitare contaminazioni da colture confinanti trattate durante la maturazione del frumento duro. Abbiamo iniziato a comunicare il traguardo raggiunto a cominciare dalla linea di Pastine, dedicata ai bambini, ed estendendolo, in corso d’anno, a tutta la linea Armando di pasta di semola».
Il nuovo contratto si differenzia in due tipologie
Dalla prossima annata, 2020-2021, il contratto di filiera si differenzierà in due tipologie, informa De Matteis. «Armando Gold: prevede l’utilizzo di una sola varietà, Redidenari, e lo stoccaggio monovarietale e si adatta ad ambienti precoci e/o a semine tardive; inoltre contempla un prezzo minimo premiante per l’agricoltore e un contenuto proteico di partenza del 14,8%. Armando Silver, invece, include la proposta di tre varietà, Egeo, Marco Aurelio e Quadrato, non richiede uno stoccaggio varietale e si adatta agli areali medio precoci-collinari; prevede un prezzo minimo garantito all’agricoltore e un contenuto proteico di ingresso del 13,8%».