Frumento duro, le varietà per le semine 2021

    I risultati della 48a rete nazionale coordinata dal Crea-It di Roma. In 33 campi rappresentativi dei principali areali di coltivazione italiani sono stati valutati 37 genotipi di cui 11 al primo anno di prova

    La crescente richiesta di grano duro italiano trova un freno nella limitata capacità produttiva nazionale.

    Ogni anno avremmo bisogno, infatti, di circa 6 milioni tonnellate di granella da trasformare principalmente in pasta, primo prodotto agroalimentare di eccellenza, simbolo e traino del made in Italy, ma con difficoltà si riescono a superarne 4.

    Articolo tratto dallo speciale Frumento in campo di Terra e Vita 27

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    Il motivo va ricercato innanzitutto nei 500.000 ha persi nei decenni passati soprattutto per il frenetico consumo di suolo per finalità extra agricole, la scarsa remuneravità della coltura in particolare nei terreni più marginali e, più recentemente, le sempre maggiori avversità climatiche che ostacolano con eventi estremi sia invernali che estivi (il grano è coltura che li subisce entrambi) un significativo e costante incremento delle rese unitarie, malgrado le migliorate varietà a disposizione.

    Se poi si considera che, dopo anni di scriteriata e disordinata cementificazione, asfaltatura e comunque impermeabilizzazione irreversibile dei suoli, consumati soprattutto quelli migliori di pianura, oggi, con il Pnrr, si insiste a voler sacrificare altri 175.000 ha (“pianeggianti e assolati”, ovviamente) a favore del fotovoltaico per un ennesimo, forse stavolta definitivo, oltraggio paesaggistico, per il sopravvissuto mondo agricolo non resterà che limitare i disastri annunciati, puntando a produzioni maggiori e migliori sui terreni superstiti.

    Per valutare le caratteristiche e le potenzialità  di diverse varietà di frumento duro proposte dal mercato sementiero, nella stagione 2020-21, nell’ambito della 48^ Rete nazionale di confronto tra varietà di frumento duro, coordinata dal Crea - Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari – Sede di Roma (ex Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura), sono stati realizzati 33 campi di prova, dislocati in 13 regioni, aggregate in 6 areali: Sicilia (5 campi), Sardegna (4), Sud peninsulare (7), versante adriatico dell’Italia centrale- Marche (4), versante tirrenico dell’Italia centrale (7) e Nord (6).

    I responsabili delle singole prove e le relative istituzioni di appartenenza sono riportati nel riquadro in fondo all'articolo.

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    In totale quest’anno sono state saggiate 37 varietà, di cui 24 provate in tutti i campi; delle rimanenti 13 cultivar, 6 erano comuni nei tre areali del Centro-Nord (versante tirrenico e adriatico dell’Italia centrale e Nord), 2 presenti solo nei tre areali del Sud-Isole (Sud peninsulare, Sicilia e Sardegna), 4 nel Sud e Sicilia, e 1 specifica per la Sardegna (tabella 1). Le varietà testate per il primo anno sono state 11: Bering, Domino, Fuego, Mameli, Montale, RGT Voltadur e Verace, in prova in tutti i campi della rete; RGT Voilur e SY Alfiere nel Centro-Nord; Ermes nel Sud-Isole; Tancredi nel Sud e in Sicilia.

    Nel 2020, e per il secondo anno consecutivo, il quantitativo di semente certificata dal Centro di ricerca Difesa e Certificazione del Crea (già Ense) ha evidenziato un incremento passando dalle 157.000 alle 172.000 tonnellate (+10%), valore ancora lontano da quello raggiunto nel 2015 ma che rappresenta finalmente una tendenza positiva di una certa entità. Antalis si mantiene al primo posto tra le cultivar con la maggiore quantità di semente certificata con l’11,6% del totale (figura 1). Iride, al secondo posto, è in lieve diminuzione che prosegue dal 2011 dopo essere stata per lunghi anni tra le varietà più coltivate. Anche le altre cultivar mostrano un rallentamento dei quantitativi certificati, meno marcato per Odisseo, Marco Aurelio, Achille e Tirex, mentre Marakas è stata l’unica a evidenziare una lieve, ma costante crescita fin dal 2013.

    Andamento meteorologico

    Negli areali centro-settentrionali della Penisola le precipitazioni autunnali sono risultate abbondanti soprattutto nel Nord e nel versante tirrenico; poi nel settentrione sono scarseggiate per tutto febbraio e fino a metà aprile per riprendere a metà maggio, mentre sono state meglio distribuite lungo le coste tirreniche. Nel versante adriatico il totale delle precipitazioni è rimasto nella norma ma sono risultate ben distribuite fino a fine gennaio per poi scarseggiare fino a fine ciclo. Le temperature, abbastanza miti durante l’inverno, sono risultate elevate a fine ciclo; da segnalare un brusco abbassamento delle minime a metà aprile, in molti casi con temperature inferiori allo zero per qualche giorno che hanno sicuramente inciso negativamente sulle rese delle varietà più precoci.

    Nell’areale meridionale e in Sicilia il totale delle precipitazioni è generalmente risultato simile alle medie poliennali ma spesso si sono concentrate tra le semine e l’inizio della primavera per poi mancare quasi del tutto fino alla fine del ciclo. Nel nord della Sardegna, invece, le piogge sono state molto abbondanti fino a inizio maggio, mentre nel sud dell’Isola sono state segnalate fino a inizio febbraio e a ridosso della spigatura, scarse durante la granigione. In generale le temperature minime, negli areali meridionali e insulari, sono apparse inferiori alle medie di lungo periodo, le massime più elevate.

    Risultati

    Nella figura 2 vengono riportati i valori medi di produzione, tenore proteico, peso ettolitrico e peso 1.000 cariossidi ottenuti quest’anno nei 6 areali a confronto con le medie del quinquennio 2016-2020.

    La produzione ha mostrato aumenti delle rese nel Sud (+5%, 4,69 t/ha), in Sicilia (+12%, 5,07 t/ha), nelle Marche (+13%, 7,38 t/ha) e, soprattutto, al Nord (+19%, 8,00 t/ha); diminuzioni produttive si sono invece avute nel Centro tirrenico (-9%, 4,21 t/ha) e, in misura marcata, in Sardegna (-24%, 3,97 t/ha).

    Per il peso ettolitrico sono stati registrati valori medi particolarmente elevati, superiori in tutti gli areali a 82 kg/hl. Gli incrementi per questo carattere sono risultati compresi tra 0,8 kg/hl in Sardegna, (82,2 kg/hl) e gli oltre 6 al Nord (84,6 kg/hl). Il peso ettolitrico medio più alto è stato rilevato nel Sud (85,4 e 5 kg/hl in più rispetto alla norma), mentre aumenti di circa 3 kg/hl sono stati registrati in Sicilia (82,7 kg/hl), nel Centro tirrenico (82,9) e nelle Marche (84,7).

    Il peso medio dei 1.000 semi è aumentato al Sud-Isole e diminuito al Centro Nord. Il valore più elevato è stato registrato al Sud (46,7 g) con un incremento di circa il 3%, analogamente a quanto rilevato in Sicilia (42,2 g) e in Sardegna (44,7 g). Lievemente inferiori a quelle di lungo periodo sono state le dimensioni della granella mostrate nel Centro tirrenico (46,1 g), mentre una diminuzione del 5% è stata rilevata nel Nord (46,2 g) e di ben il 10% nelle Marche (42,3 g).

    Piccoli incrementi del contenuto proteico sono stati registrati solo nel Centro tirrenico e in Sicilia (13,9% e 14,1%, rispettivamente). Tenori proteici medi di poco inferiori alla norma sono stati rilevati nelle Marche (13,4%), leggermente più marcate invece le diminuzioni nel Nord (13,3%) e nel Sud (12,9%). Le basse rese della Sardegna non hanno avuto come conseguenza un aumento del contenuto proteico della granella, anzi il valore registrato è stato il più basso dell’annata (12,1% s.s.), inferiore di oltre 1 punto percentuale rispetto al dato poliennale.

    Ciclo alla spigatura

    Le colture sono spigate mediamente il 15 aprile in Sicilia (in linea con i dati poliennali), il 21 in Sardegna (con un ritardo invece di ben 12 giorni rispetto alla norma), il 25 nel Centro tirrenico (unico areale in cui si è notato un anticipo della spigatura di circa 3 giorni), il 1° maggio nel Sud e il 3 maggio nelle Marche (+5 giorni per entrambi gli areali), il 6 maggio al Nord (+3 giorni).

    Tra le varietà comuni, quelle più precoci sono risultate Iride, LG Anubis e Antalis, le più tardive le nuove costituzioni Montale, Mameli, Domino e Bering.

    Tra le specifiche, nel macroareale Centro-Nord, Idefix e Casteldoux hanno mostrato il ciclo più lungo.

    Produzione e caratteri qualitativi

    Risultati del Sud-Isole. Nella tabella 2 sono riportati i principali risultati di tutte le varietà provate nei tre areali del Sud-Isole (Sicilia, Sardegna e Sud peninsulare): 26 comuni a tutti i campi, 4 saggiate nel Sud peninsulare e in Sicilia e 1 sola in Sardegna.

    In Sicilia la produzione media è stata di 5,07 t/ha, superiore del 12% rispetto a quella del poliennio 2016-2020 (4,54 t/ha). La varietà più produttiva è stata la novità Fuego (5,54 t/ha, indice di resa di 109), seguita vicinissimo da Antalis (5,51 t/ha, indice 109) e poi da Iride (5,39 t/ha, 106), tutte con indici superiori a 100 in 4 prove su 5. Media campo superata in tutte le prove è stata ottenuta invece da SY Leonardo (indice 106), dalla novità RGT Voltadur e da Marco Aurelio (che conferma i buoni risultati dello scorso anno), entrambe con indice di 105; stesso indice anche per Nuraghe ma superiore a 100 in meno prove (3).

    Il tenore proteico della granella (14,1%s.s.) è risultato maggiore rispetto al valore poliennale (13,9%). Aureo come di consueto ha ottenuto il contenuto in proteine più elevato (15,5%) precedendo le novità Verace e Bering (14,9 e 14,8%), ma tutte con rese inferiori alla media. Proteine di poco inferiori ma con indice di resa di 101 hanno mostrato Monastir (che conferma i buoni risultati dello scorso anno) e la nuova costituzione Tancredi. Per tenore proteico compreso tra 14,4 e 14,2% e produzione superiore alla media di areale si sono distinte Antalis (indice di resa 109), la varietà al primo anno RGT Voltadur (105), Furio Camillo (104) e Claudio (102).

    Il peso ettolitrico medio è stato di 82,7 kg/hl, decisamente superiore al dato di lungo periodo (79,6 kg/hl). Egeo (85,6 kg/hl) e Furio Camillo (85,2 kg/hl, che si conferma per questa sua caratteristica) hanno mostrato i valori più elevati, seguite da Antalis (85.0 kg/hl), varietà tutte caratterizzate da indici di resa superiori a 100.

    Anche il peso delle 1.000 cariossidi è risultato superiore al dato poliennale (42,2 contro 40,8 g); al vertice per questo carattere troviamo la novità Tancredi (48,7 g), seguita da Antalis, RGT Aventadur, Monastir e SY Leonardo (che si conferma per le grandi dimensioni della granella), con pesi compresi tra 48,4 e 46,9 g per 1.000 semi.

    In Sardegna la resa media (3,97 t/ha) è risultata inferiore di oltre il 24% rispetto al dato pluriennale (5,24 t/ha); le rese decisamente più elevate sono state ottenute dal nuovo genotipo Bering (5,27 t/ha e indice di 133 e media campo superata in tutte le 4 prove), seguita, ma con 3 campi, da RGT Natur (115) e dalla novità Fuego (114), mentre Monastir (113) ha ottenuto indici superiori a 100 in tutti i e 4 campi e conferma il buon adattamento in questo areale.

    Nonostante il forte decremento delle rese il contenuto proteico è risultato inferiore alla norma (12,1% contro 13,4%). I primi posti della graduatoria sono stati occupati da Furio Camillo (12,8%) e dalla novità Ermes (12,6%), varietà caratterizzate però da rese inferiori alla media. Per aver associato produzioni e tenore proteico entrambi superiori alle medie di areale si segnalano: la nuova costituzione Bering (12,3%, indice 133), Monastir (12,4%, 113), Marco Aurelio (12,5%, 106), Claudio (12,3%, 106), oltre a Shardana, Egeo, LG Anubis e SY Leonardo.

    Il peso ettolitrico medio è risultato superiore a quello di lungo periodo (82,2 contro 81,4 kg/hl). Egeo ha mostrato il valore più elevato (84,4 kg/hl), seguita dalla varietà specifica Shardana (84,3), da Furio Camillo (83,9) e da Claudio, Nuraghe, Antalis e dalle novità Bering, Ermes e Domino con pesi attorno a 83 kg/hl. Solo Marco Aurelio ha mostrato un peso ettolitrico inferiore a 80 kg/hl.

    Con una media di areale di 44,7 g anche il peso delle 1.000 cariossidi è apparso in aumento rispetto alla norma (43,6 g). Bering, al primo anno, ha mostrato la granella di maggiori dimensioni (55,2 g); pesi tra 49 e 48 g sono stati ottenuti da Beltorax, SY Leonardo, Antalis, Shardana, tutte varietà che confermano questa loro caratteristica.

    Un aumento del 5% sul valore poliennale è stato registrato nel Sud peninsulare per quanto riguarda le rese (4,69 t/ha). Produzioni attorno alle 5 t/ha e indici tra 109 e 105 sono stati ottenuti da RGT Natur, Iride, le novità Fuego e RGT Voltadur (tutte con media campo superata in 6 prove su 7), oltre a Panoramix (5 prove, che si conferma per i buoni risultati in questo areale), la nuova costituzione Bering e Brigante (entrambe 4 prove).

    Il contenuto proteico medio è risultato inferiore di 0,6 punti percentuali rispetto alla norma (12,9% contro 13,5%). Proteine tra 13,9 e 13,7% sono state ottenute da Tancredi (al primo anno), Aureo e dalla novità RGT Voltadur (indice di resa di 106); contenuto del 13,4% è stato mostrato dalla nuova costituzione Mameli, da Furio Camillo (104) e da Antalis (101). Da segnalare anche Panoramix (108), la novità Bering (106), RGT Aventadur e Marakas per aver associato rese e contenuto proteico superiore alle medie di areale.

    Il peso ettolitrico medio (85,4 kg/hl) è risultato decisamente superiore al dato poliennale (80,7 kg/hl), con Furio Camillo (87,4 kg/hl, indice di resa 104, proteina 13,4%) che precede Incanto, Egeo, Claudio (indice 100, proteina 13,3%) e Brigante (indice 105); pesi tra 86 e 87 kg/hl sono stati ottenuti dalle novità Domino, Ermes, insieme ad Antalis (101, 13,4%). Oltre a quelle già menzionate, si segnalano anche RGT Voltadur, Panoramix e Marakas per aver associato rese, pesi ettolitrici e tenore proteico superiori alle medie di areale.

    Anche il peso dei 1.000 semi (46,7 g) è risultato più elevato della norma (45,4 g). La novità Tancredi, Beltorax e SY Leonardo hanno ottenuto pesi superiori a 53 g; semi di grandi dimensioni sono state mostrate anche da Antalis e dalle nuove costituzioni Verace e Bering.

    Risultati del Centro-Nord. Nella tabella 3 sono riportati i principali risultati delle 30 varietà provate nei tre areali del Centro-Nord.

    Nel versante tirrenico dell’Italia centrale la produzione media, pari a 4,21 t/ha, è risultata inferiore a quelle del poliennio di riferimento (4,64 t/ha). Le varietà più produttive sono state le novità RGT Voilur e Bering (indice di resa 117) seguite da Anvergur (116) e Tito Flavio (115); indici tra 110 e 105 sono stati ottenuti da Platone, Marakas, Casteldoux (che conferma i buoni risultati in questo areale) e dalle novità Mameli e Fuego.

    Il tenore proteico è risultato simile alla norma (13,9%). Valori tra 14,6 e 14,3% sono stati ottenuti dalla nuova costituzione RGT Voltadur, RGT Natur, LG Anubis, Verace (al primo anno), Monastir, ed Egeo, tutte varietà caratterizzate però da rese non elevate. Da segnalare, per aver associato produzioni e contenuto proteico uguali o superiori alle medie di areale Bering (indice di resa di 117 e 14,1% di proteine), Claudio, Marakas, Panoramix e Mameli (queste ultime anche con peso ettolitrico superiore alla media).

    Per il secondo anno consecutivo il peso ettolitrico ha avuto un incremento di quasi 3 kg/hl rispetto al poliennio di riferimento, attestandosi su un valore di 82,9 kg/hl e tutte le varietà hanno ottenuto pesi maggiori di 80 kg/hl. Pesi volumetrici apparenti superiori a 85 kg/hl sono stati mostrati dalla novità Domino (indice di resa di 102) e da Furio Camillo e Platone (110) che si confermano per questa loro caratteristica. Oltre alle varietà riportate precedentemente, sono da segnalare anche Claudio, Marakas (indice di resa 107), Egeo e i nuovi genotipi RGT Voltadur e Fuego (indice di resa di 105) per pesi ettolitrici compresi tra 84,9 e 84,0 kg/hl.

    Il peso 1.000 cariossidi è invece leggermente diminuito rispetto alla norma (46,1 g contro 46,6 g). Bering, al primo anno, ha mostrato le maggiori dimensioni della granella (52,1 g), seguita da Monastir (51,7 g), Tito Flavio, SY Leonardo e Antalis (49 g circa), confermando questa loro caratteristica.

    Nelle Marche (la regione che rappresenta da sola il versante adriatico dell’Italia centrale) anche in questa annata la produzione è risultata superiore al già elevato valore poliennale (7,38 t/ha contro 6,54 t/ha). Le prime tre varietà in classifica sono state le stesse del versante tirrenico: i genotipi al primo anno RGT Voilur e Bering (indici di resa di 111) oltre ad Anvergur (110). Indici tra 109 e 105 sono stati mostrati da Platone, Claudio, Tito Flavio, Odisseo e Furio Camillo.

    Articolo tratto dallo speciale Frumento in campo di Terra e Vita 27

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    Il contenuto proteico ha avuto una leggera flessione rispetto alla norma (13,4% contro 13,6%). Le varietà con basse rese al primo anno Mameli e Verace oltre a GS Armando e Monastir hanno mostrato il tenore proteico più elevato, tra 14,2 e 13,7%; per aver associato rese e proteine uguali o superiori alle medie di areale si segnalano le novità Bering e SY Alfiere, Furio Camillo, Idefix, Marco Aurelio e Platone.

    Come lo scorso anno, il peso ettolitrico (84,7 kg/hl) è risultato sensibilmente maggiore rispetto al dato di lungo periodo (81,4 kg/hl) e nessuna varietà ha mostrato valori medi inferiori a 80 kg/hl. Furio Camillo ha ottenuto il peso più elevato (87,3 kg/hl), associato ad indice di resa di 105 e proteina al 13,7%. Pesi di 87 kg/hl sono stati rilevati per Antalis, Egeo e Claudio, che confermano i buoni risultati degli anni precedenti. Platone e la novità SY Alfiere si segnalano per aver ottenuto rese, pesi ettolitrici e contenuti proteici uguali o superiori alle medie di areale.

    Il peso delle 1.000 cariossidi ha subito una decisa flessione rispetto alla norma (42,3 g contro 47,0 g); SY Leonardo ha ottenuto il valore più elevato (48,7 g), confermando questa caratteristica; pesi oltre i 47 g sono stati rilevati per le novità Bering (indice di resa 111) e Verace e per Antalis. Claudio, Furio Camillo, le novità SY Alfiere e Fuego, Odisseo, Platone e Tito Flavio hanno associato dimensioni delle cariossidi e rese superiori alle medie della regione.

    Nell’areale Nord la resa media (8,00 t/ha) è stata decisamente superiore a quella poliennale (6,71 t/ha). Anvergur (8,61 indice di 108), la novità RGT Voilur (107), Tito Flavio (106) e RGT Natur (105) sono state le cultivar più produttive; hanno preceduto Platone, Monastir e le nuove varietà SY Alfiere e Bering. Tra le altre cultivar al primo anno, anche RGT Voltadur, Montale, Verace e Fuego hanno mostrato rese superiori alla media di areale.

    Il tenore proteico della granella, visto anche le alte rese, ha subito un decremento di 0,5 punti percentuali rispetto al poliennio (13,3% contro 13,8%). Anche in questo caso le varietà meno produttive hanno ottenuto i valori più elevati, tra 14,0 e 13,8%: Mameli (al primo anno), Marco Aurelio, Nuraghe e Furio Camillo. Le novità Bering e SY Alfiere si segnalano per contenuto proteico e rese uguali o superiori alle medie di areale, mentre le varietà al primo anno Verace e RGT Voltadur, oltre a RGT Natur, Panoramix, Claudio e Platone hanno associato anche pesi ettolitrici superiori alla media.

    Per quest’ultimo carattere, il valore medio (84,6 kg/hl) ha mostrato un incremento di oltre 6 kg/hl rispetto al dato poliennale (78,5 kg/hl); tra le varietà nessuna ha mostrato valori inferiori a 82,5 kg/hl. Il peso ettolitrico più elevato è stato ottenuto da Platone (86,5 kg/hl); di poco inferiori i risultati mostrati da Egeo, Claudio, Incanto, Furio Camillo (che confermano questa loro caratteristica) e Domino (al primo anno). Tra le altre nuove costituzioni anche RGT Voltadur, Fuego e Verace hanno evidenziato un peso ettolitrico superiore alla media.

    Per il peso 1.000 cariossidi è stata rilevata una contrazione di quasi il 5% rispetto alla norma (46,2 g contro 48,4 g). La novità Verace ha mostrato il valore più elevato (52,1 g) e ha preceduto la nuova entrata Bering e una serie di varietà caratterizzate da semi di grandi dimensioni: SY Leonardo, Monastir, Panoramix, Idefix, Claudio, Antalis, Furio Camillo e Tito Flavio.

    La coltura del grano è cultura paesaggistica identitaria nazionale (Val d’Orcia)

    Le varietà migliori

    Stagione colturale 2020-21. Nella tabella 4 vengono riportati i risultati medi dei 33 campi di prova relativi alle 24 varietà comuni, evidenziando in verde le caratteristiche positive riscontrate nella stagione: indici maggiori o uguali a 105 e con almeno il 70% dei campi con indice maggiore o uguale a 100; proteina e peso ettolitrico superiori alle medie. Va ricordato che, comunque, il peso ettolitrico è risultato in media molto elevato e ben superiore al valore soglia della I classe di qualità (80,0 kg/hl).

    La cultivar mediamente più produttiva è risultata la novità di ciclo medio-tardivo Bering, con indice 108 e medie superate in 21 prove su 33 totali (64% dei campi), caratterizzata da peso ettolitrico buono (83,2 kg/hl), anche se inferiore alla media generale, e tenore proteico sopra la media (13,6%). Segue Tito Flavio con indice 106, medie superate in più campi (24, il 73% del totale) ma con peso ettolitrico (82,3 kg/hl) e proteina (12,9%) inferiori alle medie. Buone performance anche per Fuego, altra varietà al primo anno, con indice di resa di 105 e medie superate in 22 campi, tenore proteico inferiore alla media di 0,4 punti (13,0%) e buon peso ettolitrico (84,5 kg/hl).

    RGT Natur, Panoramix, entrambe al secondo anno di prova, e la più collaudata Claudio hanno fatto registrare indici di 102-103, con 19-21 campi sopra la media, associati a buoni valori di peso ettolitrico e proteina, in particolare per Claudio (85,6 kg/hl e 13,5%). Per rese e proteine uguali o superiori alle medie, vanno segnalate inoltre Monastir (indice 101, proteina 13,6%; peso ettolitrico 82,5 kg/hl); Furio Camillo (indice 100, proteina 13,7%; peso ettolitrico 85,9 kg/hl) e Marco Aurelio (indice 100, proteina 13,6%; peso ettolitrico 81,6 kg/hl)

    Per buon equilibrio produzione/proteina, con indice di resa di 99 e proteine sopra la media si evidenziano anche le due novità RGT Voltadur (13,8%; 84,7 kg/hl) e Verace (13,7%%; 83,8 kg/hl).

    Poliennio 2018-2021. Per una valutazione poliennale delle cultivar in prova nella Rete nazionale, nella tabella 5, per i tre areali del Sud-Isole, e nella tabella 6, per quelli del Centro-Nord, vengono riportati gli indici di resa medi delle varietà in prova da almeno un biennio dal 2018 al 2021.

    Nel macro-areale Sud-Isole (tabella 5), Antalis si conferma la cultivar mediamente più produttiva nel quadriennio 2018-2021 (5,03 t/ha, 69% campi con indici maggiori o uguali a 100), anche se quest’anno in Sardegna la resa media è risultata inferiore alla media di areale (indice 92). Segue la collaudata Claudio (4,99 t/ha e la miglior percentuale (79%) di campi con indici maggiori o uguali a 100) e unica varietà con indici medi sempre superiori a 100 in tutti e 3 gli areali. Poi troviamo Monastir (4,96 t/ha e 73% campi con indici maggiori o uguali a 100), Egeo (4,96 t/ha e 74% ), entrambe con rese più stabili nelle due Isole, e Tito Flavio (4,92 t/ha e 71%), più stabile nel quadriennio al Sud peninsulare e in Sicilia.

    Nel biennio 2020-2021, RGT Natur, con indici medi superiori a 100 in tutti gli areali, ha fatto registrare una resa media di 5,13 t/ha e ben 81% dei 32 campi totali con indici maggiori o uguali a 100.

    Oltre alla varietà già segnalate, vanno indicate per rese buone e stabili nei singoli areali e nei diversi polienni:

    Quadriennio 2018-2020: Odisseo in Sicilia.

    Triennio 2019-2021: Beltorax e LG Anubis in Sardegna.

    Biennio 2020-2021: Panoramix nel Sud peninsulare.

    Nel macro-areale Centro-Nord (tabella 6) le cultivar con maggiore stabilità nel quadriennio 2018-2021 sono state Casteldoux (6,34 t/ha, 78% dei campi con indici maggiori o uguali a 100) e Tito Flavio (6,17 t/ha, 71%), uniche varietà nel poliennio con indici medi sempre superiori a 100 in tutti gli areali.

    Platone, con resa media di 6,16 t/ha e 70% dei campi con rese sopra la media, ha fatto registrare produzioni più stabili nel Centro tirreno

    Nel triennio 2019-2021, va segnalata per rese elevate e stabili Anvergur (6,66 t/ha, indici maggiori o uguali a 100 nell’80% dei 51 campi totali e indici medi sempre superiori a 100 ogni anno in tutti gli areali)

    Oltre alla cultivar già segnalate, vanno citate per rese buone e stabili nei singoli areali e nei diversi polienni:

    Quadriennio 2018-2021: Platone (6,16 t/ha e 70% dei campi con rese sopra la media) e Marakas nel Centro tirreno; Claudio nelle Marche e Monastir nel Nord;

    Triennio 2019-2021: Idefix conferma buoni risultati nei 2 areali dell’Italia centrale (6,39 t/ha e 71% dei campi con rese sopra la media)

    Biennio 2020-2021: RGT Natur nel Centro adriatico e Nord; Panoramix nel Centro tirreno e Nord.


    Nel 2020-21 la Rete si è avvalsa di un contributo nell’ambito dell’accordo di collaborazione (ex art. 15 della Legge 241/90) “RETI2020: Consolidamento Reti nazionali qualità dei cereali come innovazione scientifica e supporto tecnico-scientifico alle filiere cerealicole e al monitoraggio delle materie prime”

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    Autori ed enti di appartenenza che hanno partecipato alla sperimentazione della Rete nazionale frumento duro 2020-21
    ENTI CAMPO AUTORI
    CREA-IT Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma coordinamento  F. Quaranta
    CREA-IT Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma analisi qualitative A. Arcangeli, R. Mortaro
    Limagrain Italia, Fidenza (PR) Voghera (PV) M. Zefelippo
    Agricola 2000 Liscate (MI) D. Severi
    Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, Legnaro (PD) Ceregnano (RO) R. Converso
    CREA-GB Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica, Fiorenzuola D'Arda (PC)  Fiorenzuola D'Arda (PC) A. Gianinetti,
    F. Reggiani, G. Alussi
    Co.Na.Se., Conselice (RA) Conselice (RA) A. De Montis, R. Rosta
    Società Produttori Sementi, Bologna Argelato (BO) A. Massi,
    P. Mantovani
    Ente Terre Regionali Toscane Barbaruta (GR),  Marciano della Chiana (AR) P. Bottazzi, A. Mariotti,
    L. Fabbrini
    Apsov, Voghera (PV) Roccastrada (GR) P. Viola
    Università della Tuscia - D.A.F.N.E., Viterbo Viterbo R. Ruggeri, F. Rossini
    ARSIAL (Az. sper. Dim. Tarquinia) in coll. con I.I.S." V. Cardarelli", Tarquinia (VT) Tarquinia (VT) R. Mariotti, O. Basili
    CREA-IT  Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma  Montelibretti (RM), Roma, Tarquinia (VT) F. Quaranta,
    V. Mazzon, A. Belocchi,
    P. Cacciatori, F. Caprara, A. Sestili, M. Fornara
    Università di Perugia, Centro appenninico del Terminillo C. Jucci Rieti V. Vecchiarelli
    ASSAM regione Marche, Ancona S. Maria Nuova (AN), Jesi (AN) C. Governatori
    CERMIS, Tolentino (MC) Tolentino (MC) A. Petrini,
    D. Fuselli
    Università Politecnica delle Marche D3A, Ancona Agugliano (AN) R. Santilocchi,
    M. Bianchelli
    Università di Napoli - Dip. Agraria S.Angelo dei Lombardi (AV) M. Mori,
    I. Di Mola,
    L. Ottaiano
    CREA-CI  Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Foggia Larino (CB), Foggia, Candela (FG) P. De Vita, M. Rinaldi,
    S. Paone, I. Pecorella,
    N. Pecchioni
    CREA-IT Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, sede di Roma e ARSARP Regione Molise Matrice (CB) M. Colonna,
    D.D. Rosati, M. Fornara
    Università di Bari, Di.S.A.A.T Policoro (MT) L. Tedone,
    G. De Mastro,
    D. Schiavone
    Università  Mediterranea di Reggio Calabria S. Marco Argentano (CS) G. Preiti, G. Badagliacca
    Università di Sassari, Dip. Agraria Ottava (SS), S. Lucia (OR) G. Pruneddu, R. Motzo, F. Giunta, V. Balmas
    AGRIS Sardegna, Cagliari Ussana (CA), Benatzu (CA) G. Carboni, M. Dettori, L. Mameli
    Università di Palermo, Dip. SAAF S. Stefano Quisquina (AG) A. S. Frenda, G. Amato, D. Giambalvo
    AS.A.R.  Associazione Agricola Randazzo, Ciminna (PA) Ciminna (PA) B. Randazzo
    Università di Catania Di3A Assoro (EN) c.da Dittaino U. Anastasi, S. Virgillito, C. Scepi
    Società Italiana Sementi (SIS) Caltagirone (CT) L. Salafia
    CREA-CI Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Acireale (CT) Libertinia (CT) M. Palumbo, F. Sciacca, A. Leonardi

    Articolo tratto dallo speciale Frumento in campo di Terra e Vita 27

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    Frumento duro, le varietà per le semine 2021 - Ultima modifica: 2021-09-16T15:40:43+02:00 da Roberta Ponci

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