Caos ecocondizionalità.
La nuova Pac è ormai in vigore da più di otto mesi ma l’impatto congiunto degli ecoschemi e delle Bcaa (Buone condizioni agronomiche ed ambientali) non è ancora stato digerito. Soprattutto dalle istituzioni.
Una circolare che porta scompiglio
Una recente circolare della Direzione generale agricoltura della Regione Lombardia ha infatti sostenuto che la cover crop realizzata nell’ambito dell’impegno Sra 06 dello sviluppo rurale non interromperebbe la monosuccessione e pertanto, secondo l’interpretazione lombarda, non potrebbe essere utilizzata per rispettare la Bcaa 7 (rotazione delle colture dei seminativi). Questo perché la coltura secondaria, per consentire di spezzare la monosuccessione, non dovrebbe essere sovesciata ma raccolta. Un’interpretazione che appare completamente diversa rispetto a quella fornita dal Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare che abbiamo già riportato su queste pagine.
L’evento di Marmirolo
Per portare chiarezza sulla prossima campagna cerealicola Corteva-Pioneer ha quindi organizzato la scorsa domenica 3 settembre a Villa Corte Peron di Roverbella, Marmirolo (Mantova) un seguitissimo seminario di orientamento su “Pac 2023-2027: nuove strategie aziendali. Le scelte colturali per coniugare produttività e contributi».
La pianificazione delle semine
«Dopo la raccolta del mais – mettono in evidenza i tecnici di Corteva -, tanti coltivatori saranno chiamati a fare scelte gestionali importanti per ottemperare alle regole della nuova Pac, pianificando l’avvicendamento colturale per le prossime stagioni». «Occorre quindi la massima conoscenza sulle opzioni che consentiranno ai coltivatori di continuare a produrre, senza rinunciare ai vantaggi offerti da Pac ed ecoschemi».
L’intervento di Frascarelli
Nel corso dell’incontro è stato Angelo Frascarelli, docente di Economia agraria a Perugia ed ex presidente Ismea a portare un po' di chiarezza su Bcaa6, Bcaa8, ecoschema 4 e soprattutto su Bcaa7.
Nel suo intervento, riportato dal sito “Il Nuovo Agricoltore” Frascarelli ha ribadito che «per la coltura secondaria non c’è obbligo di raccolta».
«Le colture secondarie come rafano o senape, con un ciclo produttivo che assicuri la permanenza in campo per almeno 90 giorni, portate a completamento del ciclo produttivo, sono ammesse per interrompere la monosuccessione e quindi consentire di riseminare, per esempio, mais su mais sulla medesima parcella di terreno aderente alla Pac». «Nel decreto ministeriale non c’è scritto da nessuna parte che ci sia anche l’obbligo di raccolta per queste colture secondarie».