Pomodoro da industria, trattativa per il contratto 2022 condizionata dai costi di produzione

    pomodoro da industria
    Se il 2021 è stato un anno ricco di soddisfazioni per la filiera del pomodoro da industria il 2022 si annuncia più problematico. A partire dalla definizione degli ettari da coltivare e del prezzo base

    Maggiori costi di produzione per gli agricoltori dovuti all'incremento dei prezzi del gasolio e dei mezzi tecnici. Maggiori costi di produzione per l'industria per il rincaro delle tariffe energetiche. Aumenti che non possono essere scaricati a valle sul prodotto finito, in quanto i trasformati di pomodoro sono tra gli articoli che più di altri la Gdo propone a prezzi contenuti e promuove scontati. Una morsa che stringe forte la filiera del pomodoro da industria, alle prese anche con la sempre più ingombrante concorrenza della Spagna, dove i costi di produzione sono molto più bassi dei nostri.

    Insomma, dopo un 2021 che ha regalato soddisfazioni sia alla parte agricola, sia a quella industriale, le trattative per il contratto di coltivazione 2022 nel bacino Nord Italia sono partite in salita. Dopo alcuni incontri preliminari tra i rappresentati delle Op e quelli delle industrie di trasformazione, il 9 febbraio si terrà la prima riunione nella quale le parti dovrebbero scoprire le carte indicando gli uni gli ettari che sono disposti a coltivare e l'ampiezza del calendario, gli altri la quantità di prodotto che sono disposti a ritirare, probabilmente inferiore ai 31 milioni di quintali dello scorso anno.

    La parte agricola: attenzione ai rischi, valutiamo anche mais e soia

    «Al momento non abbiamo alcuna certezza se non l’enorme incremento dei costi produttivi nell'ordine del 35-40% – lamenta il presidente di sezione di Confagricoltura Piacenza Giovanni Lambertini – perciò l’invito è alla massima prudenza. Vanno ben ponderati quantitativi e tempi di semina, magari considerando anche le buone performance di mais e soia per la coltivazione dei quali il rischio d’investimento è molto più basso. Non pretendiamo che l'industria si accolli tutta la maggiorazione dei costi, ma almeno una parte».

    «Se nella scorsa campagna è andato tutto per il meglio grazie a una serie di fattori positivi che hanno permesso regolari conferimenti, non è detto che nel corso di una stagione non si verifichino problemi in campo e dobbiamo essere certi che la filiera risponda solidale nel far fronte alle eventuali variabili – fa notare Lambertini – perché i costi di lavorazione alle stelle che avremo quest’anno rischiano di minare la remuneratività delle aziende se non saranno perfettamente calibrati sulle esigenze produttive».

    L'industria: costi energetici alle stelle, doppio concentrato a rischio

    «Il gas metano ha un costo cinque volte superiore rispetto all'anno scorso quindi fare doppio concentrato di pomodoro potrebbe diventare un problema per le industrie – avverte l’amministratrice delegata di Tomato Farm e coordinatrice del Comitato del bacino del Nord di Anicav Bruna Saviotti – bisognerà valutare anche con che prezzo uscirà la Spagna che come noto ha costi di produzione molto più bassi dei nostri».

    Quanto alle probabili richieste di aumento del prezzo del pomodoro da industria riconosciuto alla parte agricola Saviotti fa notare che già l'anno scorso ci fu un incremento del prezzo base di oltre il 10% e che i derivati del pomodoro scontano la difficoltà se non l'impossibilità di scaricare i costi sul prodotto finito. La grande distribuzione le ritiene referenze "civetta", quelle sulle quali i consumatori valutano la convenienza delle insegne, quindi spesso sono anche proposti in promozione e venduti sottocosto.

    Pomodoro da industria, trattativa per il contratto 2022 condizionata dai costi di produzione - Ultima modifica: 2022-02-02T15:17:42+01:00 da Simone Martarello

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