Vigneto: diserbo alternativo, la fantasia è al potere

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Si diffondono soluzioni alternative per sostituire parzialmente (o totalmente) l’opzione chimica

La sostituzione della pratica del diserbo con soluzioni alternative è vista di buon occhio anche dai viticoltori che utilizzano questa soluzione come sistema di controllo delle infestanti lungo la linea del filare. Soluzioni alternative che rispondendo alle esigenze di sostenibilità devono al tempo stesso essere innanzitutto in grado di non incrementare eccessivamente i costi rispetto ai quali i viticoltori possono essere disposti a concedere qualcosa nel momento in cui le alternative introdotte sono in grado di condurre ad un miglioramento della tecnica agronomica e della sicurezza operativa. L’utilizzo di erbicidi sistemici in effetti vincola il momento di esecuzioni a particolari fasi fenologiche ed in particolar modo alla totale assenza di parti verdi nella porzione investita dal trattamento. Il diserbo sulla linea del filare offre il vantaggio di eliminare la competizione radicale ed evitare l’erosione dei suoli in condizioni di pendenza. La lavorazione per contro permette l’interruzione della risalita capillare dell’umidita del terreno che in un clima sempre più difficile diventa particolarmente preziosa soprattutto nei vigneti non irrigabili. Anche per questo motivo la soluzione della lavorazione è in decisa fase di rivalutazione. Operazioni, quelle delle lavorazioni, che devono ovviamente fare i conti con la corretta frequenza degli interventi che non possono essere effettuati in condizioni di bagnato.

Limiti e pro del diserbo chimico

Il principale limite del diserbo chimico è di carattere ambientale oltre che di sicurezza della sua distribuzione. I vari disciplinari di produzione hanno in modo sempre più restrittivo imposto nel corso degli anni forti limitazioni all’impiego di erbicidi, sia in termini di dosaggio che di gamma di prodotti autorizzati. Oltre a questo va considerato il fatto che l’intervento diserbante deve essere effettuato in periodi vegetativi tali da permettere di operare in assoluta sicurezza rispetto al rischio di provocare danni alla pianta con particolare attenzione alla presenza di polloni. Uno degli aspetti più interessanti del diserbo chimico è senza dubbio la forte celerità di esecuzione che, grazie ad attrezzature non necessariamente molto costose, permette di operare in tempi estremamente rapidi. L’esecuzione del diserbo con una apparecchiatura a barre doppie, del costo variabile fra i 2.000 ed i 3.000 euro, permette di intervenire anche su 2 ettari in un’ora. La tecnologia più avanzate permetterebbe però di fare ricorso a particolari sensori, che in questo caso possono raddoppiare o triplicare il costo delle attrezzature, che sono in grado di “leggere” la presenza o meno di infestanti da trattare e di localizzare l’erogazione solo nei tratti di filare dove questo è effettivamente necessario. In questo modo vengono di molto limitati gli sprechi con notevoli vantaggi sui quantitativi di prodotto impiegato e quindi sull’impatto ambientale. Una ulteriore peculiarità del diserbo chimico che deriva proprio della sua praticità di distribuzione in campo è quello che lo vede in abbinamento a pratiche alternative di gestione del filare solo nei punti a ridosso del ceppo. Trinciatrici o macchine per la lavorazione del terreno con organi di lavoro interceppo hanno come unico limite il livello pulizia a diretto contatto con il ceppo ed i relativo palo o tutore. Equipaggiare queste attrezzature di una piccola cisterna e pompa in grado di erogare, grazie allo stesso tastatore utilizzato per il rientro dell’organo di lavoro fra un ceppo e l’altro, spruzzi localizzati, può portare a molteplici benefici. Innanzitutto la forte riduzione dell’utilizzo di erbicidi che potrà variare in funzione del sesto d’impianto fra i ceppi lungo la fila e che per questo spazierà fra il 50 ed il 75%. Oltre a questo la localizzazione degli erbicidi solo nel punto di più difficile intervento con le lavorazioni permetterà di eseguire queste ultime con maggiore sicurezza rispetto ad eventuali urti o danneggiamenti accidentali in virtù del fatto che, utilizzando le due tecniche in modo complementare, sarà possibile anticipare leggermente il rientro dell’organo di lavoro interceppo in modo da operare con maggior margine di prudenza.

I vantaggi e le incognite delle lavorazioni

Forme d’allevamento sempre più precise ed ordinate, con barbatelle poste a dimora perfettamente vicino al palo od al tutore, favoriscono sicuramente l’utilizzo attrezzature per la lavorazione del filare di tipo rientrante. Tastatori sempre più precisi e sensibili, coadiuvati da sistemi idraulici od elettroidraulici sempre più affidabili e performanti, hanno contribuito a rendere le lavorazioni interceppo più sicure, precise e meno stressanti per l’operatore che le deve effettuare. In effetti la perfetta omogeneità dell’impianto abbinata all’affidabilità e precisione dell’attrezzo permette oggi all’operatore di non essere costretto al costante controllo visivo dell’organo di lavoro tanto che si stanno diffondendo attrezzature doppie in grado di lavorare contemporaneamente su due file. Questo soprattutto per gli attrezzi con meccanismo di rientro cosiddetto a bandiera, basato cioè su di un movimento obliquo che oltre a favorire la velocità di lavoro permette di lavorare egregiamente anche su sesti molto ravvicinati proprio per la maggiore rapidità e precisone dei movimenti. Un movimento che di fatto è molto simile a quello delle classiche dischiere che oggi viene però applicato anche a fresatrici orizzontali, coltelli scalzanti o decespugliatori verticali. Tipologie di attrezzi, questi ultimi, che proprio per la precisione, sicurezza e velocità di lavoro stanno suscitando grande interesse fra i viticoltori.

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Fresatrice orizzontale.

Fresatrici orizzontali: Si tratta di attrezzi nati con lo specifico scopo di evitare la formazione della suola di lavorazione tipica delle fresatrici classiche. Per loro caratteristica costruttiva devono operare con un meccanismo di rientro a bandiera che gli conferisce i vantaggi di velocità di lavoro, precisione e sicurezza. Il tipo di attrezzatura più interessante dal punto di vista operativo è quello doppio il cui costo però può raggiungere anche i 10.000 euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Coltello scalzante.

Coltelli scalzanti: Sono lame che operano una lavorazione del terreno superficiale distaccando il cotico erboso e smuovendo il terreno in superficie senza mettere particolarmente a rischio i ceppi sia per la presenza dei tastatori che per la caratteristica dell’organo di lavoro. Sono apparecchiature che permettono di operare a velocità di lavoro elevate, anche 5 o 6 chilometri orari, e per la loro affidabilità possono anche essere doppie in modo da dimezzare il numero di passaggi necessari. Il loro costa varia indicativamente fra i 5.000 ed i 10.000 euro a seconda del tipo di macchina e del suo equipaggiamento. Opportunamente regolati possono operare anche su vigneti al primo anno d’impianto offrendo l’interessante vantaggio, oltre all’eliminazione delle infestanti e quindi della competizione radicale, di interrompere la risalita capillare dell’acqua presente nel terreno senza smuoverlo eccessivamente.

 

 

 

 

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Fresatrice con decespugliatori.

Decespugliatori verticali: Si tratta di attrezzature che negli ultimi anni si sono particolarmente perfezionate in modo da rendere il loro utilizzo particolarmente veloce e rispettoso delle piante. Si tratta di rotori verticali ai quali vengono applicati appositi fili, che possono variare nel numero,nel diametro o nella tipologia della sezione, che ruotando velocemente sortiscono un effetto paragonabile a quello di un vero e proprio decespugliatore. Il movimento verticale però, impattando maggiormente sul terreno, offre due interessanti vantaggi: il ritardo della ripartenza vegetativa delle infestanti e la massima salvaguardia dei ceppi nei confronti dei quali l’intervento dei fili, che hanno modo di inclinarsi, risulta veramente modesto. Oltre a questo va anche considerato l’effetto spollonante sui ricacci basali. Il tipo di utilizzo più interessante di questa tipologia di attrezzi è nella versione bilaterale combinato alle classiche trinciatrici. In questo modo in un unico passaggio, senza ridurre la velocità di lavoro che si adotterebbe normalmente per la gestione dell’interfila, si riescono ad effettuare due operazioni contemporaneamente. Il risultato finale è la perfetta pulizia della linea del filare, con abrasione delle infestanti che, pur se tarderanno leggermente a ricacciare rispetto al cotico dell’interfila, continueranno ad esercitare una loro competizione radicale. Una soluzione interessante sia dal punto di vista operativo che dei costi di intervento anche se di fatto non è paragonabili, in termini di vantaggi e svantaggi, ne al diserbo ne alla lavorazione. Il costo di queste attrezzature, che richiede un frequente riposizionamento del filo, nel caso di macchine bilaterali raddoppia il costo della classica trinciatrice ma non impone tempi aggiuntivi rispetto alla normale trinciatura.

La nuova frontiera del vapore

Una nuova ed interessante soluzione di diserbo è quella che ha rappresentato la più importante novità presentata in campo in occasione dell’evento “Nova agricoltura in vigneto” che si è svolto a Tebano nel giugno di quest’anno. Il diserbo a vapore pare essere una realtà di possibile applicazione anche in viticoltura e che, grazie ad apposite caldaie a gasolio, permette l’esecuzione degli interventi in qualsiasi momento della stagione, un poco come accadeva per i vecchi dissecanti, in assoluta sicurezza nei confronti di ricacci, polloni e porzioni vegetative della pianta. L’effetto che queste macchine sono in grado di generare sono del tutto paragonabili a quelli del diserbo con il vantaggio della totale eliminazione dell’impiego di prodotti chimici. Il vapore è una soluzione sicura e da questo punto di vista non certo paragonabile a quella del piro-diserbo, con il quale non deve essere assolutamente confuso, in virtù dell’assenza del fuoco. Fra i principali vantaggi vanno ricordati la velocità di lavoro (soprattutto con macchine bilaterali), la possibilità di intervenire in qualsiasi condizione vegetativa del vigneto (anche in presenza di polloni) e l’assenza di rischi di danneggiamenti meccanici ai ceppi. Fra gli svantaggi la maggiore frequenza degli interventi ed il costo iniziale delle attrezzature che al momento può raggiungere i 12/15.00 euro. In questo caso specifico, essendo la capacità di lavoro di queste macchine molto rapida e le condizioni di intervento in campo non vincolanti, è ipotizzabile una buona diffusione di questo servizio da parte di terzisti.

 

Leggi l'articolo completo su VigneVini n. 12/2015 L’Edicola di VigneVini

Vigneto: diserbo alternativo, la fantasia è al potere - Ultima modifica: 2015-12-20T08:00:39+01:00 da Sandra Osti

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