Dopo il decimo anniversario del 2023 che ha segnato anche il centenario dell’Azienda Agricola Folli capitanata da Mario e Andrea Vigo, Combi Mais, l'innovativo protocollo per la coltivazione del mais ideato da Mario Vigo, rinnova l’impegno verso lo sviluppo di una coltivazione del mais produttiva, ma nel contempo sostenibile.
«Vista la delicata attuale situazione generale, ci siamo interrogati profondamente con i partner se era il caso di continuare a ricercare dopo dieci anni di lavoro e di portare avanti il progetto – ha spiegato Mario Vigo durante la presentazione dell'edizione 1.1 di Combi Mais – e all'unanimità abbiamo risposto sì. Siamo nella regione strategica per il mais (su 550.000 ettari di mais nel nostro paese quasi 280.000 vengono coltivati in Lombardia), la possiamo definire il corn belt italiano, e quindi è assolutamente necessario doverci mettere a produrre e produrre bene».
Import/export, prezzi e autoapprovvigionamento
Da imprenditore agricolo Vigo ha citato tre dati emblematici della attuale maiscoltura italiana: dal 2000 al 2023 l'export e l'import di mais hanno avuto un andamento opposto, con il primo che è sceso da quasi 200mila tonnellate a meno di 70mila e il secondo che è salito da circa 0,5 milioni a 6,5 milioni di tonnellate; il prezzo medio italiano da febbraio 2023 a marzo 2024 è sceso da quasi 320 euro/t a meno di 200 euro/t; l'autoapprovvigionamento è passato dall'85% del 2006 al 45% del 2023. «Tutto questo indica chiaramente che è necessario tornare a produrre e in modo sostenibile, produttivo e qualitativo – ha proseguito Vigo –. Per questo lo slogan del Combi Mais di quest'anno è "dare di più con meno" e rimette al centro dell'attenzione della nostra agricoltura l'ambiente».
Gli undici protagonisti della squadra 2024
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo ci vuole una squadra e Vigo, da appassionato di calcio, questo lo sa bene. «Ogni anno ci aspetta una sorta di campionato, un campionato impegnativo perché abbiamo sempre gli arbitri contro, ovvero i cambiamenti climatici e a volte anche le istituzioni – ha confermato Vigo –. Quindi quest'anno ci presentiamo con una squadra rinnovata, i cui undici elementi sono la società agricola Folli (il portiere che difende il proprio terreno), Netafim (irrigazione a goccia e digital farming), Unimer (nutrizione e fertilizzanti ecologici), Cifo (nutrizione e biolostimolanti), Bayer (protezione, fornitura ibridi Dekalb e mappe di prescrizione), Agriserv (società di contoterzisti per l'uso dei trattori e delle macchine agricole), VH Italia (new entry, compagnia assicurativa specifica nel settore dei rischi agricoli), Ri.Vi. (altra novità, per l'assistenza macchine agricole innovative di ultima generazione), l'Università di Torino nella persona di Amedeo Reyneri (centravanti di sfondamento), Leonardo Bertolani (agronomo dell'azienda Folli, regista) e infine l'agenzia di comunicazione Nic».
Combi Mais sulla scia dell'agricoltura rigenerativa
Fin dall'inizio del progetto la supervisione di questo protocollo è stata affidata all'Università di Torino. «Combi Mais riprende un po' i concetti dell'agricoltura rigenerativa – ha spiegato Amedeo Reyneri – che si muove su sei pilastri fondamentali: capire il contesto, minimizzare il disturbo del suolo, aumentare la biodiversità, il risparmio idrico, la copertura del suolo e le radici vive tutto l'anno e in ultimo l'impronta carbonica, che sappiamo essere l'elemento mitigante fondamentale per rispondere al cambiamento climatico. Questi sei punti cardine sono stati curati e inglobati nel disciplinare del Combi Mais molto in anticipo rispetto a quella che poi è stata la rivoluzione rigenerativa. In altre parole, abbiamo anticipato i tempi e ci siamo anche adeguati».
Reyneri ha fornito i numeri (ricavati dal protocollo Combi Mais) a supporto di questo concetto. «In termini di emissioni di CO2 equivalente e di assorbimento netto di CO2 per tonnellata di granella prodotta il mais è molto più efficiente rispetto ad altre colture come frumento, orzo, girasole e soia – ha proseguito il professore – . Tutto questo ci consente di vedere in futuro un aspetto che dovremo affrontare a breve, ovvero quello dei crediti di carbonio, per cui la maggiore capacità di sequestrare carbonio e di ridurre l’impronta carbonica si tradurrà in vantaggi economici concreti e Combi Mais si è mosso in anticipo anche sotto questo aspetto».
Produttività, redditività, sanità
Leonardo Bertolani è tornato sulle novità del 2024. «Per quanto riguarda le lavorazioni agronomiche - ha riferito l'agronomo – ci siamo avvalsi di una trattrice Valtra con erpice per la minima lavorazione del gruppo Ri.Vi., mentre per la nutrizione di fondo introdurremo in due appezzamenti l'inoculo di funghi micorrizici Micro Force e il concime organo-minerale Winner 10-25 di Unimer. La semina, che avverrà dopo il 18 aprile, sarà affidata a una Vaderstad 8 file modello Tempo e il concime in copertura sarà distribuito con una sarchiatrice della Bednar sempre a 8 file. Infine, ricordo la novità della copertura assicurativa con VH Italia contro gli eventi atmosferici sempre più estremi e per la salvaguardia del reddito dei maiscoltori. Dopo i primi tre anni di assestamento, Combi Mais ha garantito produttività (non siamo mai scesi sotto i 150 q/ha di produzione), ha salvaguardato la redditività anche quando i mercati non erano favorevoli e ha fornito un prodotto dalla sanità sempre altissima. Insomma, la sostenibilità è stata conseguita sotto tutti i punti di vista».
Beduschi: «Protocollo Combi Mais risposta concreta ad ambientalismo sterile»
In conclusione, l'intervento dell'assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Beduschi. «Combi Mais è un esempio di come il settore primario italiano, lombardo in particolare, non sia negazionista, ottuso e reazionario, ma solo ed esclusivamente resiliente e volto verso il miglioramento – ha esordito l'assessore –. Con questa vostra iniziativa avete fatto una sintesi delle buone prassi e della tecnologia moderna che traducete sul campo per colture importanti come quella del mais. In questo progetto vedo una risposta concreta e pragmatica a un ambientalismo sterile e ideologico e a una mancanza di verità scientifica che invece alberga in Commissione europea. È mia intenzione portare all'attenzione del nostro ministro la vostra iniziativa e i risultati ottenuti, affinché la valorizzazione di un certo modo di agire sia portata come esempio per tutto il settore primario, non solo lombardo».