New Holland, Massey Ferguson, Claas Fendt, Mc Cormick-Landini, Manitou: si allunga la lista degli stabilimenti chiusi per l’emergenza Covid 19 e il mondo dell’agricoltura si interroga sul suo futuro. Se si ferma la meccanica, come sarà possibile continuare a coltivare i terreni? Fortunatamente, lo stop riguarda soltanto la produzione di macchine nuove, mentre tutti i costruttori garantiscono sia l’assistenza sia la consegna dei ricambi. Questi ultimi, con possibili ritardi dovuti alle difficoltà di spostamento, naturalmente.
Nessun cliente sarà lasciato solo
Per quanto riguarda le riparazioni, i concessionari hanno tenuto aperte le officine, anche in funzione del delicato momento agronomico (siamo alla soglia delle semine primaverili) e assicurano che nessun cliente sarà lasciato solo. L’assistenza, tuttavia, si limita quasi sempre a guasti e rotture, mentre manutenzioni e tagliandi sono stati rimandati a quando finirà l’emergenza. Inoltre le officine operano a porte chiuse: l’agricoltore deve prenotare l’intervento e lasciare il trattore sul piazzale, ritirandolo nello stesso modo una volta riparato.
Situazione a macchia di leopardo per l’assistenza in loco: c’è chi esce con l’officina mobile e i meccanici dotati delle orma indispensabili mascherine e chi, invece, ha sospeso questa modalità, preferendo recuperare la macchina con un trasporto speciale e ripararla presso l’officina. «In ogni caso garantiamo il servizio, anche attraverso la nostra flotta a noleggio, se necessario». Chi parla è Stefano Luchetti, responsabile macchine di Terrepadane, concessionaria New Holland tra le più tecnologicamente avanzate, anche sul fronte della telemetria. «Il sistema di monitoraggio da remoto stava partendo in questi mesi, ma al momento sconta le difficoltà del caso. Una volta attivo, ci permetterà di tenere sotto controllo i mezzi e organizzare per tempo la richiesta dei ricambi necessari».
John Deere è già attiva
Chi invece è già avanti su questa strada è John Deere, che vanta oltre mille mezzi connessi e costantemente monitorati. «Grazie ai nostri sistemi possiamo intervenire prima che si manifesti un guasto, segnalare problemi all’operatore, visualizzare il terminale di ogni macchina collegata e infine effettuare l’aggiornamento software da remoto», spiega il responsabile del Connected Support Enrico Rampin. «Il sistema sta funzionando a dovere e i server reggono bene l’impennata di accessi che abbiamo registrato a marzo, dovuta al fatto che i nostri concessionari controllano le macchine da remoto con molta più frequenza di prima. Grazie a questa tecnologia – conclude – possiamo restare vicini ai clienti e assisterli anche senza essere fisicamente presenti».
Ma quanto sono davvero utili questi sistemi? La risposta arriva da Denis Bruschi, titolare della concessionaria Valtra di Santarcangelo di Romagna: «Giusto martedì scorso, un cliente ci ha chiamato perché era fermo in mezzo al campo. Per fortuna il suo T174 era dotato della tecnologia Valtra Connect: il nostro tecnico ha così potuto collegarsi al terminale e capire che il problema era legato a un filtro del gasolio ostruito. L’agricoltore è venuto a prendere un filtro nuovo e in meno di un’ora era nuovamente al lavoro». Lo smart working, come è evidente, non riguarda insomma soltanto i colletti bianchi.