Trattrici da vigneto, il giusto equilibrio tra potenza ed efficienza

trattrici
Una guida ragionata alla scelta di quelle necessarie per favorire la sostenibilità della meccanizzazione del vigneto, riducendo i consumi senza diminuire l’efficacia delle operazioni

La moderna viticoltura, caratterizzata dalla forte diffusione di macchine sempre più complesse e performanti, si sta indirizzando, come scelta di massima tendenza, a quella di trattrici potenti e talvolta complesse. Il principio ispiratore di queste scelte risiede nel postulato “il grosso fa anche il piccolo e non viceversa”. Nel vigneto però, a ben pensarci, il maggior numero di ore di lavoro da realizzare con la trattrice potrebbe essere compiuto anche con macchine di potenza più modesta e meno pesanti e per questo più sostenibili dal punto di vista ambientale, agronomico ed economico.

L’esempio delle irroratrici

Il tema della possibile riduzione dei consumi di carburante nella gestione meccanica del vigneto è molto complesso e delicato al tempo stesso. Se da un lato è vero che, soprattutto con le motorizzazioni di ultima generazione, il consumo di carburante non dipende principalmente dalla cilindrata della macchina ma dalla potenza effettivamente richiesta per una specifica operazione, è parimenti vero che le scelte aziendali possono talvolta essere ispirate proprio dalla potenza di cui si dispone, quando oggi sarebbe il caso di andare sempre a ricercare il minor consumo possibile.

Un esempio per tutti potrebbe essere quello delle irroratrici, che in relazione alla tipologia di macchina possono richiedere potenze talvolta molto differenti. Una irroratrice classica ad aeroconvezione può essere azionata con soli 50/60 Hp di potenza mentre una irroratrice pneumatica, per gli enormi volumi di aria che deve generare, richiede potenze di almeno 90/100 Hp. Non da ultimo si consideri che questo secondo tipo di macchine opera a costante regime elevato di giri, quindi di potenza richiesta, da inizio a fine trattamento. Partendo da questa osservazione si potrebbe affermare che l’adozione di irroratrici ad aeroconvezione, peraltro più versatili nel caso di trattamenti dove sono indicati elevati volumi per ettaro, esempio cocciniglia, potrebbe essere una soluzione di considerevole risparmio di carburante.

Ovviamente devono sempre essere le priorità tecniche a indirizzare la scelta della macchina, ma nel caso specifico, nell’indecisione, può essere importante tener presente anche questo aspetto. Il fatto che le irroratrici pneumatiche siano più facilmente realizzabili nella versione bi-fila o tri-fila, che pur richiedendo più carburante dimezzano o riducono a un terzo i tempi di lavoro, sposta la riflessione sull’impiego di macchine bilaterali o lavorazioni combinate.

Così come per le irrorazioni a file multiple, anche altre operazioni eseguite contestualmente su due file, oppure operazioni combinate con due attrezzi differenti che operano in un unico passaggio, possono concorrere a compensare la maggiore potenza richiesta dalla trattrice per quel tipo di applicazione. In questi casi, l’utilizzo di trattrici con motorizzazioni più potenti sarebbe bilanciato dalla riduzione dei tempi di lavoro, pur permanendo un ulteriore limite ovvero quello del peso della trattrice, o del cantiere di lavoro nel suo complesso, e del calpestamento che si genera in condizioni di bagnato.

Compattamento del terreno: una visione globale

Le potenze inferiori delle trattrici significano, generalmente, anche maggiore leggerezza della macchina, che corrisponde a un minor calpestamento dell’interfila e minor compattamento del terreno in condizioni di bagnato. Quello del compattamento interfilare e della formazione delle corsie di transito è uno dei problemi più attuali della moderna viticoltura, che adotta sesti sempre più ravvicinati.

Non a caso uno degli attrezzi di maggiore attualità è il dissodatore ad arpioni utilizzato proprio per smuovere il terreno in profondità in corrispondenza di questi binari di transito che la trattrice percorre ripetutamente per tutta la stagione. Un attrezzo che per essere trainato a una profondità adeguata necessita di potenza e peso della macchina per garantirsi capacità di trazione e aderenza al suolo. Un leggero controsenso che porta a far riflettere sul fatto che disporre di una trattrice più leggera significa anche doversi adeguare al traino od aggancio di pesi inferiori, limitando ulteriormente il rischio di generare compattamento. Anche in questo caso, diventa facile ricorrere all’esempio dell’irroratrice con tank di capacità inferiore o macchine, come per esempio la trinciatrice, non necessariamente pesanti.

Va anche ricordato che la tipologia di gommatura della trattrice ha una sua influenza sul compattamento del terreno e che in genere trattrici più potenti e pesanti hanno pneumatici più importanti pur se più costosi. Si consideri però che se pneumatici più larghi venissero installati su trattrici leggere permetterebbero di ridurre ulteriormente il fenomeno del compattamento interfilare. Il peso della trattrice ovviamente ha una sua importanza anche in relazione alla tipologia di operazione da eseguire e da questo punto di vista può essere talvolta un vantaggio ma anche uno svantaggio.

In genere però il paragone fra il peso di trattrici di potenza differente deve essere fatto fra macchine di gamma differente visto che quando varia semplicemente il numero di Cavalli Vapore (CV o Hp) in genere anche il motore e del tutto analogo. Prestando attenzione al peso della trattrice, invece, diventa possibile riscontare differenze ponderali che fra un trattore di 70 Hp e un trattore di 100 Hp possono anche arrivare al 30%.

tab. 1 Quota annua di ammortamento di alcune trattrici
HP costo di acquisto iniziale quota annua di ammortamento quota annua di ammortamento riferita ad ettaro
2 ha 4 ha 6 ha 8 ha 8 ha
75 60.000,00 4.414,91 2.207,45 1.103,73 735,82 551,86 441,49
75 75.000,00 5.518,63 2.759,32 1.379,66 919,77 689,83 551,86
85 70.000,00 5.150,72 2.575,36 1.287,68 858,45 643,84 515,07
85 85.000,00 6.254,45 3.127,22 1.563,61 1.042,41 781,81 625,44
110 78.000,00 5.739,38 2.869,69 1.434,84 956,56 717,42 573,94
110 90.000,00 6.622,36 3.311,18 1.655,59 1.103,73 827,79 662,24
Il periodo di ammortamento assunto è di 20 anni, al fine di considerare nullo il valore residuo della macchina al termine del periodo, in modo da compensare gli oneri di manutenzione straordinaria che si saranno resi necessari

Sostenibilità economica

A livello di sostenibilità economica possono esistere forti differenze di costo fra trattrici sia in funzione della motorizzazione sia, soprattutto, della componentistica che caratterizza la macchina e dei suoi accessori opzionali. Questi, nell’ambito della stessa gamma di trattrice, possono arrivare ad incidere anche per un 20-25% del costo complessivo della macchina, quando la motorizzazione a grandi linee, sempre nell’ambito della stessa gamma, arriva a far variare il costo del trattore in termini compresi fra il 10% ed il 5 % del prezzo ogni 10 Hp di potenza (la percentuale di differenza di prezzo decresce aumentando il costo dei trattori verso macchine più potenti).

Ne risulta che la differenza di costo fra un trattore da vigneto di 80 Hp ed uno da 110 Hp può essere indicativamente considerata del 15% per trattori della stessa gamma. Differenze più rilevanti, sia in termini di costo di acquisto iniziale che di peso della macchina, possono scaturire confrontando trattrici di gamma differente, raggiugendo percentuali anche del 30%. Nella tabella 1 sono evidenziati i costi annui di ammortamento - calcolato su un periodo di 20 anni ad un tasso del 4% - di alcune trattrici, che differiscono per gamma, potenza e caratteristiche tecniche. Ovviamente a fare la differenza più rilevante sui costi di ammortamento è sempre la superfice di vigneto complessiva sulla quale queste macchine vengono utilizzate.

Il periodo di ammortamento assunto è di 20 anni, al fine di considerare nullo il valore residuo della macchina al termine del periodo, in modo da compensare gli oneri di manutenzione straordinaria che si saranno resi necessari

Invertire la tendenza

Riprendendo le considerazioni iniziali, possiamo dire che dando esclusivamente peso al concetto che ‘con il grande si fa anche il piccolo’ il parco macchine di una azienda viticola rischia di vedere trattrici sempre più potenti, pesanti e costose. Per invertire la tendenza potrebbe essere opportuno ricercare una trattrice di medie caratteristiche, intendendo come tale una macchina di 70/80 Hp, cabinata, con doppia trazione ed eventuale sollevatore anteriore. Ovviamente queste sono scelte che può effettuare l’azienda che affida la vendemmia ad una macchina semovente o ad un terzista e utilizza una irroratrice ad aeroconvezione.

La contropartita in questo caso potrebbe essere una riduzione dei costi di ammortamento della trattrice ma soprattutto il transito fra i filari con una macchina meno pesante e per questo meno compattante il terreno. Una trattrice di questo genere sarebbe comunque sufficientemente strutturata e robusta per assecondare al meglio ogni tipo di attrezzatura dedicata al vigneto, con particolare riferimento a pre-potatrici e cimatrici, che caricano di peso l’anteriore del trattore, o macchine per la lavorazione del filare, che richiedono un sufficiente ancoraggio al suolo delle stesse. Macchine della stessa gamma nelle quali varia solo la potenza del motore generalmente non offrono enormi differenze di peso, che invece possono essere rilevanti se confrontate fra i vari modelli e marche.

Genesi di una meccanizzazione pesante e potente

La crescente diffusione di trattrici compatte specifiche per il vigneto, dotate di motori con potenza generalmente superiore ai 100 HP pur se di ultima generazione, è arrivata fra i filari con nuove e crescenti esigenze aziendali. La prima è stata la necessità di introdurre macchine dotate di una cabina con sistema di filtraggio per i trattamenti fitosanitari, al fine di garantire la massima sicurezza all’operatore. Sulle macchine di medie dimensioni le cabine sono state introdotte tardivamente rispetto alle trattrici più potenti e questo ha favorito l’introduzione di macchine con motori talvolta sovradimensionati rispetto a quanto fosse effettivamente necessario.

Oggi le cabine specifiche sono installate anche su macchine meno potenti e più leggere. Trattrici più strutturate si sono poi rivelate adatte a essere equipaggiate di sollevatore anteriore per l’installazione frontale degli attrezzi e in tempi più recenti a essere dotate di elevata capacità di olio idraulico per potere evitare un serbatoio di raffreddamento supplementare. È sempre importante valutare l’effettiva necessità del sollevatore anteriore, che semplifica la macchina, anche dal punto di vista della manutenzione, e la rende più leggera e meno costosa. In riferimento alla manutenzione, va detto oltretutto che motori più complessi ed ingombranti, alloggiati in spazi modesti come sono quelli possibili per le trattrici da vigneto, comportano una più scomoda accessibilità ai componenti per eventuali riparazioni che, rispetto a macchine più semplici, risultano più onerose soprattutto per quanto concerne i tempi di intervento.

La presenza in azienda di una trattrice potente è stata molte volte il punto di partenza che ha ispirato l’adozione delle irroratrici pneumatiche o delle macchine vendemmiatrici trainate. Nel caso delle irroratrici, il tipo di macchina e la capacità del suo serbatoio incidono sensibilmente sulla potenza richiesta, mentre nel caso della vendemmiatrice il problema si pone generalmente per le aziende di ampie dimensioni. In fase di scelta si ricorda che, per quanto riguarda il compattamento della vendemmiatrice, una macchina semovente compatta molto meno l’interfila, e in posizione distante dai ceppi, visto che non percorre le corsie di transito della trattrice, rispetto a una macchina trainata.

Trattrici da vigneto, il giusto equilibrio tra potenza ed efficienza - Ultima modifica: 2024-04-03T17:42:52+02:00 da K4

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