Vite, malattie del legno. Più cura in potatura

Imbrunimento del legno di vite da Botryosphaeria (Foto: Innovagri.es)
Non solo mal dell'esca ed escoriosi In aumento anche il deperimento da Botryosphaeria la cui diffusione avviene principalmente attraverso le ferite di potatura. Sintomi e profilassi

Le patologie fungine del legno della vite (GTDs-Grape Trunk Diseases) sono molte. In una recente revisione sono state descritte 33 specie fungine, appartenenti a 34 generi e 9 famiglie, con cicli di vita ed epidemiologia simili.

Quelle più importanti e più diffuse sono il “complesso dell’esca”, in tutte le sue sfaccettature, il deperimento da Botryosphaeria e l’eutipiosi. Da citare anche il “piede nero”, che attacca solo viti giovani, e l’escoriosi che interessa i tralci di uno o due anni, mentre le malattie del legno vere e proprie colpiscono gli organi legnosi perenni compromettendo la vitalità della pianta.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Una famiglia complessa

I funghi appartenenti alla famiglia delle Botryosphaeriaceae sono cosmopoliti e polifagi, segnalati in tutto il mondo, soprattutto su vari ospiti legnosi e in un’ampia varietà di nicchie ecologiche. Su vite sono diffusi in molti Paesi e in diverse zone di produzione, Italia compresa (http://ephytia.inra.fr).

Molte specie sono responsabili di varie sintomatologie patologiche in viticoltura. Le prime descrizioni del loro parassitismo sulla vite risalgono agli anni ‘70 e il loro stato parassitario è ora ben documentato sulla coltura. Su vite sono state descritte più di 30 specie di Botryosphaeriaceae distribuite in 5 generi fungini: Spencermartinsia, Neofusiccocum, Botryosphaeria, Diplodia, Lasiodiplodia.

Si ritiene che l’infezione da Botryosphaeriaceae su vite si verifichi principalmente attraverso ferite da potatura, poiché i cancri iniziano a svilupparsi da ferite su foglie, rami o germogli. Tuttavia, diversi studi hanno evidenziato che questi funghi possono infettare anche attraverso le lenticelle o gli stomi. È stato anche dimostrato che gli agenti patogeni possono rimanere latenti sulla corteccia della vite anche senza alcun tipo di ferita.

Sintomi difficili da distinguere

In generale, la sintomatologia può essere molto diversa a seconda degli organi interessati. Sulle foglie si possono avere macchie internervali e necrosi; la vegetazione appare parziale e stentata in primavera. Sul legno, rimuovendo la corteccia, si osservano striature brune, mentre i grappoli possono manifestare un rapido disseccamento delle infiorescenze e degli acini.

Su tralci e speroni i sintomi si confondono facilmente con quelli provocati dall’escoriosi: disseccamento di speroni, mortalità delle gemme, sbiancamenti.

In autunno, dopo la vendemmia, i tralci, anche quelli di piante che non hanno manifestato sintomi durante la fase vegetativa, assumono una colorazione grigia o biancastra, rendendo visibili i corpi fruttiferi neri che si trovano immersi nella corteccia. In sezione il tessuto sottostante può apparire necrotico o sano. Questi sbiancamenti sui tralci ricordano i sintomi da escoriosi, malattia causata da Phomopsis viticola.

Imbianchimenti dei tralci causati da funghi del genere Diaphorte (Foto: Innovagri.es)

Tuttavia, in quest’ultimo caso lo sbiancamento è sempre accompagnato da fessurazioni della corteccia; queste derivano dall’attacco primaverile del fungo sui giovani germogli, su cui determina lesioni brune e allungate. Durante l’accrescimento del germoglio i tessuti lesionati non si allungano e determinano la lacerazione della corteccia. Al contrario, se lo sbiancamento dei capi a frutto è causato dalla presenza di Botryosphaeriaceae in primavera i germogli saranno privi di sintomi. Sbiancamenti dei tralci sono anche imputabili a funghi del genere Diaporthe.

Profilassi

La potatura è un efficace mezzo di prevenzione per le malattie del legno della vite, ma ci sono ancora molti punti oscuri da indagare circa l’epoca più opportuna. La potatura tardiva è consigliata in quanto le ferite fatte prima della ripresa vegetativa cicatrizzano più rapidamente. Tuttavia, in questo periodo le condizioni ambientali (temperatura e umidità) sono più favorevoli alla riproduzione dei funghi e alle infezioni. Studi sulla recettività delle ferite di potatura dimostrano che in alcuni casi quelle incise sui tralci di un anno, subito prima o in corrispondenza del pianto, si infettano in percentuale maggiore rispetto a quelle fatte in pieno riposo invernale. Sembrerebbe, quindi, che la potatura tardiva non sia uno strumento di prevenzione così utile come si credeva, almeno per quanto riguarda il mal dell’esca e i deperimenti da Botryosphaeria. In ogni caso è sempre meglio operare in giornate calde e asciutte per facilitare la rapida cicatrizzazione dei tagli.

Vite, malattie del legno. Più cura in potatura - Ultima modifica: 2023-04-17T09:31:14+02:00 da K4

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