Escoriosi della vite, ecco come gestirla

escoriosi della vite
Sintomo di escoriosi presente in estate alla base del tralcio, in corrispondenza dell’internodo
Difesa della vite, gli interventi chimici danno buoni risultati se effettuati all’inizio della fase vegetativa, prima delle piogge infettanti

L’escoriosi della vite o necrosi corticale è una malattia crittogamica, causata da Phomopsis viticola, che risulta più dannosa negli areali viticoli caratterizzati da condizioni climatiche più fresche e da intense piogge primaverili. Maggiormente presente nel nord Italia ma in espansione anche al sud. La malattia colpisce tutti gli organi vegetali della pianta, manifestandosi essenzialmente sui tralci.

La presenza dell’escoriosi può essere osservata facilmente durante la potatura invernale. In questa fase i tralci colpiti si presentano decolorati, mentre l’epidermide assume un aspetto grigio biancastro e ospita un elevato numero di picnidi neri che emergono dalla corteccia.

L’infezione parte in primavera

I sintomi che si presentano a partire dall’estate per arrivare fino alla raccolta sono il risultato di infezioni che si originano in primavera.

In questa stagione, le infezioni sulle foglie causano alla base del lembo e sulle nervature delle macchie clorotiche circolari e nerastre al centro. In presenza di forti attacchi, le foglie colpite disseccano rapidamente, mentre gli acini e il rachide tendono ad appassire.

All’inizio dei primi caldi estivi, sui giovani germogli e sui rachidi compaiono piccole tacche clorotiche, scure al centro, che si allargano progressivamente formando necrosi nerastre e allungate, lunghe da 0,2 a 5 cm, isolate o confluenti, localizzate prevalentemente nella zona dell’internodo. Intorno alle gemme si possono osservare imbrunimenti che possono estendersi fino agli internodi e sui quali, in seguito, compaiono i picnidi del fungo.

Sui grappoli infetti, dopo l’invaiatura, gli acini colpiti assumono una colorazione blu-violacea, mentre sull’epidermide possono comparire i picnidi nerastri disposti in cerchi concentrici. Col tempo le piante si indeboliscono, producendo meno, mentre parti o ceppi interi della pianta possono morire.

Misure agronomiche contro l’escoriosi della vite

  • Utilizzare, al momento dell’impianto, materiale esente da P. viticola;
  • Non eccedere nelle concimazioni azotate per evitare un eccessivo rigoglio vegetativo;
  • Coprire i tagli di potatura più importanti con mastici cicatrizzanti addizionati a fungicidi;
  • Ricostituire o al limite sostituire i ceppi gravemente colpiti. Recuperare gradualmente i ceppi malati, potando energicamente le viti ammalate cercando di eliminare il legno colpito;
  • Evitare di trinciare e interrare i residui della potatura, ma asportarli e bruciarli.

Protezione chimica

Gli interventi chimici, con mancozeb, metiram, propineb o pyraclostrobin, danno buoni risultati se effettuati all’inizio della fase vegetativa, prima delle piogge infettanti.

Di solito sono sufficienti due trattamenti con prodotti di copertura, allo stadio di gemma cotonosa - punte verdi, e quando i getti misurano circa 5 cm. Nei casi di forti attacchi o condizioni climatiche particolarmente piovose, si può prevedere un terzo intervento spesso in coincidenza del primo trattamento antiperonosporico.

In agricoltura biologica è possibile intervenire con 3-4 trattamenti con zolfo bagnabile a distanza di circa 10 giorni.


L’agente dell’escoriosi della vite

Il fungo, Phomopsis viticola, sverna sotto forma di picnidi nella corteccia oppure come micelio nelle gemme della base dei tralci. Anche se le infezioni sono possibili durante tutto il periodo vegetativo, la massima suscettibilità della pianta si ha quando i germogli misurano da 3 a 10 cm di lunghezza. L’attività del fungo diminuisce, invece, drasticamente in estate.

La gravità delle epidemie dipende imprescindibilmente dall’inoculo dell’anno precedente. Dato che la disseminazione naturale delle spore risulta molto limitata, la principale via di diffusione della malattia avviene con l’innesto, mentre nei nuovi vigneti il patogeno viene trasmesso alle barbatelle in vivaio con le marze ottenute da sarmenti infetti.


Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Escoriosi della vite, ecco come gestirla - Ultima modifica: 2019-02-11T08:12:40+01:00 da K4

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