L’extravergine 100% italiano stimola l’appetito dei truffatori

    truffa olio extravergine
    Tra l'olio ad origine nostrana sbandierata in etichetta e quello comunitario c'è oggi una differenza di prezzo che arriva a 5 €/l. Un recente caso di cronaca accende la spia dell'allarme rosso su un pericoloso meccanismo di frode

    Le più classiche delle truffe alimentari. Annacquare il vino e far passare l’olio di semi per olio extravergine di oliva, magari con qualche goccia di clorofilla per dargli un aspetto di fruttato. Soprattutto la seconda continua a tenere sempre banco. L’ultimo caso di cronaca è di stretta attualità (tutti i particolari sono nel box in basso). Ma questa volta c’è qualcosa in più: parte del prodotto sbandierava il bollino dell’origine italiana.truffa olio extravergine

    100% italiano con olive di carta e olio spagnolo?

    Un illecito che aggiunge preoccupazione per quanto può capitare ad una delle maggiori novità introdotte nel comparto dell’extravergine. La prossima campagna olearia potrebbe infatti segnare il boom dell’olio extravergine d’oliva venduto con l’etichetta 100% italiano, nonostante l’annata di scarica che si va profilando per il raccolto delle olive e gli oliveti pugliesi resi improduttivi dagli attacchi di Xylella.

    Un boom da tenere sotto controllo e che potrebbe incoraggiare gli appetiti dei più “furbi”. Occorre infatti evitare che dietro l’eventuale offerta eccedente le possibilità produttive del Belpaese ci sia, ancora una volta, non chissà quali miracoli agrotecnologici, ma semplici truffe messe in atto da frantoiani e olivicoltori con pochi scrupoli, che per fortuna sono ancora una sparuta minoranza. Contro questa eventualità si concentrando gli sforzi di organismi di controllo come Nas e Icqrf.truffa olio extravergine

    La frode è allettante in quanto il differenziale di prezzo fra l’olio di oliva extravergine miscela di oli comunitari e quello 100% italiano parte da 3,5 euro al litro (nella vendita al consumo) per attestarsi su una maggiorazione di 5 e più euro a litro. Il prezzo base della miscela di oli comunitari si sta infatti assestando al di sotto della poco felice quota di 4 € al litro.

    Un castello di carte tra frantoi e produttori compiacenti

    La segnalazione della frode - che sarebbe già stata impostata - è stata fatta dal sito Teatronaturale.it (leggi i dettagli qui) che riferisce di contratti scritti tra frantoi e olivicoltori che hanno oliveti che per vari motivi, non produrranno olive nella imminente campagna olearia. I frantoi acquisterebbero con tanto di contratto scritto olive da olivicoltori che in realtà non ne disporranno mai, al prezzo di 60 euro al quintale ma con l’impegno, ovviamente verbale, di restituire in nero e cioè in contanti la metà del prezzo versato dal frantoio e cioè 30 euro a quintale. Le olive che l’agricoltore deve consegnare saranno costituite solo dai documenti del trasporto mai effettuato che varranno registrate regolarmente nei registri telematici come provenienti da olivicoltori italiani. Il frantoiano completerà i registri telematici inserendo i dati relativi all’olio ottenuto dalla molitura con quelli dell’olio acquistato in Spagna, ovviamente in nero, ad un prezzo che oscilla tra i 2,5 e i 3 euro al chilo.

    Urge il registro telematico

    Il web-settimanale diretto da Alberto Grimelli riferisce che i margini di guadagno sono notevoli in relazione alle quotazioni particolarmente basse degli oli spagnoli e del prezzo al consumo, particolarmente elevato dell’olio extravergine di oliva 100% italiano.

    Gli organismi di controllo dovranno quindi organizzare un piano di controlli preventivi e nel corso della campagna olearia così come avviene per i decennali controlli vendemmiali. Si tratta di un tipo di frode da vecchi tempi che l’istituzione dei registri telematici avrebbe dovuto sventare ma che invece può trasformarsi nel “delitto perfetto”.

     

    La classica frode scoperta nel salernitano

    truffa olio extravergine

    Due tonnellate di olio di semi etichettato come extravergine di oliva 100% italiano. La Guardia di Finanza di Salerno ha portato alla luce una frode in commercio compiuta da un'azienda imbottigliatrice di olio d'oliva a Sarno in provincia di Salerno. Le Fiamme Gialle hanno scoperto una partita di 2 t. di prodotto che sarebbe dovuta essere, in base alla documentazione esibita, olio extra vergine di oliva.
    Gran parte delle due tonnellate di olio era ancora stipata in due silos industriali. Una partita di 200 litri era invece già confezionata in bottiglie con l’etichetta “olio extra vergine di oliva 100% italiano”.

    Il prodotto, però, ha suscitato le perplessità dei finanzieri che l'hanno inviato all'Agenzia delle Dogane di Bari per il controllo. È così risultato che l'olio che stava per essere venduto anche attraverso la Grande Distribuzione locale era una miscela di olio di semi e olio d'oliva. La Guardia di Finanza ha potuto sequestrare il prodotto ancora depositato nei magazzini industriali, ma parte del prodotto era giù stato imbottigliato con l'etichetta: olio extra vergine di oliva 100% italiano. Oltre al sequestro, tre persone sono state denunciate per frode in commercio.

     

    L’extravergine 100% italiano stimola l’appetito dei truffatori - Ultima modifica: 2018-09-25T19:46:34+02:00 da Lorenzo Tosi

    2 Commenti

    1. Le truffe nel settore olerio ci saranno sempre. Rispetto agli anni passati l’incidenza delle truffe ritengo si sia notevolemnte ridotta. Di questo si sono avvantagiati i produttori italiani che riscono a spuntare prezzi che anni fa erano inimmaginabili. I produttori in cambio si sono assogettati ad una seri di controlli che hanno messo a dura prova tutto il settore. Il registro Sian per tutti gli operatori è stata un innovazione non da poco in agricoltura. Oggi tutti gli organi preposti al controllo possono monitorare tutti i depositi dove l’olio viene stoccato o prodotto. Sicuramente qualcuno trova il metodo di fare truffe o altro, ma ritengo che il tutto rappresenti una quota non rilevante della produzione Italiana. Che va comunque perseguita e repressa dagli organi di controllo. Cosa contraria è la disinformazione che si crea con questi allarmismi che fanno solo male a chi vive di questo settore onestamente cercando di fare bene il proprio lavoro. Ci meravigliamo quando troviamo oli sullo scaffale a 3 euro e lì che bisogna verificare e controllare fino al produttore. Io da produttore oleario con 3 euro non ci pago i costi di produzione delle olive .

      • Gentile lettore, l’olio extravergine italiano è stato al vertice per anni in Europa nella poco invidiabile classifica delle frodi e delle irregolarità e questo è l’elemento che ha portato all’attuale situazione di debolezza del comparto. Nel momento in cui si identifica una strategia di differenziazione e valorizzazione dell’offerta basato sull’origine nazionale occorre preoccuparsi di riparare gli antichi guasti, altrimenti qualsiasi strategia è destinata a fare cilecca.

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