Nel corso del Consiglio Agrifish (agricoltura e pesca) che si è tenuto recentemente in Lussemburgo, al quale ha partecipato per l’Italia il sottosegretario Giuseppe Castiglione, è stato definito un orientamento generale sulla proposta di regolamento in materia di agricoltura biologica, dopo che la stesura predisposta dalla precedente Commissione, anche sulla base di una consultazione pubblica on line, era stata bocciata praticamente da tutti gli Stati membri.
Il punto principale prevede che il sistema di controllo rimarrà nello specifico ambito biologico e non entrerà in quello del controllo ufficiale degli alimenti, che avrebbe previsto la competenza di ministero della Salute, Regioni e Aziende Ulss, del tutto impreparate.
Tra le altre novità più significative è prevista la modifica del regime di importazione dei prodotti biologici. Secondo la nuova proposta i prodotti biologici potranno essere importati solo in regime di conformità e non più di semplice equivalenza: saranno applicate le stesse norme produttive europee, a meno che non si sottoscrivano accordi di reciprocità con Paesi terzi. In questo modo i produttori europei saranno maggiormente garantiti sul mercato internazionale, e i consumatori potranno usufruire di una maggiore trasparenza.
L’obbligo di un controllo annuale rimane un requisito fondamentale, ma gli Stati membri potranno derogare, in caso di aziende a basso rischio, riducendo le ispezioni fisiche ad almeno una ogni 30 mesi, decidendo i criteri.
Resta un tema caldo, invece, quello dei residui di sostanze non ammesse che si riscontrassero su prodotti biologici, argomento che l’attuale legislazione europea non prende in considerazione. La nuova proposta non prevede conseguenze sullo status di prodotto biologico quando da tempestive indagini si verifichi da parte dell’azienda il rispetto della normativa tecnica e l’adozione di ragionevoli misure per evitare contaminazioni, che siano quindi del tutto involontarie e accidentali (contaminazioni di fondo, deriva) ma consente ai Paesi che abbiano adottato misure diverse sull’argomento (l’Italia è tra questi) di mantenerle fino al 2020. L’Italia ha lasciato agli atti una dichiarazione, sostenuta dalla Spagna, con la quale chiede alla Presidenza entrante del Consiglio e alla Commissione l’impegno di migliorare ulteriormente il testo nel corso delle trattative con il Parlamento europeo, nell’ottica di rendere più stringenti le procedure di controllo in caso di contaminazioni da sostanze non ammesse.
«L’intesa raggiunta – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – è frutto anche del lavoro che è stato fatto nel corso del semestre di Presidenza italiana, che può essere ulteriormente migliorato nei futuri passaggi del regolamento. Ricordo anche che in Italia nei prossimi anni verranno investiti nel biologico 1,5 miliardi di euro, per potenziare un settore nell’ambito di quale, con oltre 52mila operatori, già rivestiamo un’importante leadership».
«L’accordo – commenta il vice ministro Andrea Olivero con delega al biologico – rappresenta un passo in avanti per il settore. Tra gli aspetti positivi la maggiore tutela ai produttori europei rispetto alla concorrenza internazionale; allo stesso tempo i consumatori potranno contare su regole trasparenti e coerenti azioni di controllo. Tengo ad evidenziare che la certificazione di gruppo sarà uno strumento operativo per far sì che i piccoli produttori, soprattutto in aree marginali, possano aderire al sistema biologico, con evidenti effetti benefici sul presidio del territorio».