Negli ultimi anni anche in molti areali dell’Italia centrale si sono verificate gravi epidemie di Plasmopara viticola a causa di andamenti termici e pluviometrici primaverili favorevoli allo sviluppo della malattia. Viene così smentito quanto si riteneva solo fino a 15 anni fa, quando la peronospora non era considerata di primaria importanza. Ciò ha comportato difficoltà nella gestione della difesa dei vigneti fin nelle prime fasi dello sviluppo vegetativo, quando si sono evidenziati gli esiti di attacchi precoci e conseguenti gravi danni su foglia e soprattutto su grappolo causati da infezioni primarie, favorite dagli anomali andamenti climatici registrati nel mese di maggio e nella prima quindicina di giugno.
Prevenire è d’obbligo
L’incidenza delle infezioni ed i problemi riguardanti il loro controllo hanno fatto sì che l’attenzione degli addetti ai lavori si concentrasse su un patogeno contro il quale si è confermata la necessità di adottare una strategia di difesa basata sulla prevenzione. Infatti gli interventi effettuati in presenza di manifeste e diffuse infezioni primarie mediante l’utilizzo di fungicidi endoterapici, seppure dotati di notevole efficacia sotto il profilo fitoiatrico, hanno permesso di recuperare con notevole difficoltà la sanità dei vigneti, seppure con il forte rischio di favorire lo sviluppo di resistenza del patogeno nei loro confronti perché caratterizzati da un meccanismo di azione monosito.
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