La coltivazione dell’erba medica (Medicago sativa) può essere fatta risalire ad oltre 2000 anni fa. La pianta, originaria dell’Asia sud occidentale, era infatti già conosciuta a Greci e Romani. Attualmente è ampiamente coltivata in Italia: si stima, infatti, che l’area totale coltivata sia approssimativamente di 15 milioni di ettari. Nel nord Italia è coltivata in Emilia Romagna, (circa metà della superficie totale italiana), ma anche in Lombardia, Toscana e Veneto.
Nota internazionalemente anche come alfa-alfa (dall’arabo al-fásfasa, ovvero “foraggio”) è una coltura molto diffusa sia nelle aree di pianura che in quelle collinari in quanto, grazie alle sue caratteristiche nutrizionali associate ad una fibra particolarmente adatta per bovine in produzione, costituisce il foraggio base per l’alimentazione degli animali nell’area del Parmigiano reggiano. Nell’ambito delle rotazioni colturali, svolge un ruolo importante quale coltura miglioratrice che, oltre ad arricchire il suolo di sostanza organica ed azoto, permette una pulizia naturale da molte malerbe annuali e consente il ricostituirsi di una complessa agro biocenosi.
Colpa dell’inverno mite
L’entomofauna dell’erba medica è particolarmente abbondante anche se, raramente, le presenze di insetti fitofagi raggiungono e superano la soglia di danno. Quest’anno, invece, si sono avute importanti segnalazioni di attacchi causati da Fitonomo (Hypera postica) e Apion (Apion pisi).
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