Sessantotto colpi a segno. Dopo le polemiche sull’opposta valutazione riguardo alla “probabile cancerogenicità” del glifosate (supposta da Iarc e smentita categoricamente da Efsa), nel mese di agosto si è aperto ufficialmente il tiro a segno contro il diserbante più utilizzato in agricoltura. Il 1° agosto è stato infatti pubblicato il Reg. Ue 2016/1313 che ha modificato le condizioni di approvazione della sostanza attiva.
Il ministero della Salute non è andato in vacanza e il 9 agosto ha dato seguito alla norma europea con un decreto di revoca di 85 formulati a base di glifosate e del coformulante ammina di sego polietossilata (un surfattante capace di aumentare la bagnabilità e quindi di migliorare l’efficacia del diserbante). Una settimana dopo un ulteriore decreto ha poi corretto l’elenco limitando, appunto, a 68 i formulati incriminati (pubblichiamo l’elenco sui nostri siti internet).
A partire dal 22 agosto, giorno di entrata in vigore della revoca, sono consentiti tre mesi per la vendita (21 novembre) e sei mesi per l’utilizzo (non più tardi del 21 febbraio 2017). Ricordiamo che lo scorso giugno gli Stati membri non hanno trovato un accordo per la proroga dell’autorizzazione del diserbante, scaduta in quel mese e che la Commissione europea ha quindi trovato una posizione di compromesso, prorogando l’autorizzazione di 18 mesi in attesa della valutazione scientifica di Echa (European chemical agency). La Commissione non ha però aspettato per raccomandare alcune attenzioni, anche in base al recente pronunciamento di Efsa (European food safety authority). Un invito esasperato dai decreti italiani che hanno imposto nuovi limiti per i formulati a base di glifosate, che non potranno essere utilizzati:
- nelle aree frequentate dalla popolazione quali parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti a strutture sanitarie;
- su suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80% (per evitare la percolazione nelle acque di falda);
- su aree vulnerabili e zone di rispetto, di cui all’art.93, comma 1 e all’art.94, comma 4, D.lgs 152 del 3 aprile 2006.;
- bloccato anche l’impiego come disseccante in pre-raccolta,
Salvo per ora l’utilizzo professionale più diffuso, quello come diserbante totale per la pulizia dei letti di semina, ma le formulazioni revocate sono oggi le più diffuse (ricordiamo che le multe per lo sforamento del periodo di smaltimento scorte prevede multe da 20 a 35mila euro per i commercianti e da mille a 10mila per gli utilizzatori). Per le rivendite l’adeguamento e la rietichettura delle scorte impone un lavoro imponente. Solo in parte giustificato dalla recente valutazione del coformulante ammina di sego polietossilata effettuata da Efsa, che ne ha evidenziato la maggiore tossicità rispetto al glifosate, ma ne ha escluso effetti sinergici con il principio attivo.
L’elenco delle numerose ditte colpite dal provvedimento, società nazionali ed internazionali titolari delle formulazioni revocate, mette in evidenza l’estensione del danno per la filiera e l’errata valutazione di chi punta ad alimentare l’allarmismo dell’opinione pubblica con l’intento di colpire Monsanto (non più titolare da tempo dei diritti di esclusiva per questo prodotto).
Tabella dei Prodotti fitosanitari revocati a base di glyphosate