Al contrario dello scorso anno, l’inizio dell’estate del 2018 è stato non particolarmente caldo e soprattutto abbastanza umido e piovoso. Queste condizioni climatiche, oltre ad aver favorito alcune patologie fungine, non hanno limitato la popolazione della mosca della frutta (Ceratitis capitata) che ha colpito anche colture e varietà che solitamente sfuggono al suo attacco poiché i frutti vengono raccolti prima che l’insetto richieda interventi di contenimento (è il caso di cultivar a maturazione media di albicocco e pesco).
A rischio le drupacee tardive
In questo periodo, con condizioni climatiche predisponenti (caldo non eccessivamente torrido) la popolazione di mosca crescerà e l’insetto diventerà particolarmente pericoloso per le colture con i frutti in maturazione come le varietà tardive di susino e pesco.
Su queste specie, dal momento in cui i frutti sono prossimi all’invaiatura, l’insetto chiave diventa la mosca. Non bisogna dimenticare, però, gli altri carpofagi che interessano le drupacee in questo periodo: le cidie del pesco e del susino nonché l’anarsia. Dove i lepidotteri non sono controllati con la confusione sessuale, gli eventuali interventi chimici andranno effettuati possibilmente con prodotti attivi sia sulle cidie che sui ditteri, in modo da controllare entrambi i gruppi di fitofagi.
Gli strumenti di controllo
Per il controllo della mosca della frutta su drupacee sono registrati vari piretroidi, adulticidi con tempo di carenza di 3-7 giorni, con attività di contatto e scarsa persistenza, utili in interventi di chiusura o tra un turno di raccolta e l’altro.
Tra gli esteri fosforici, il fosmet è dotato di discreta capacità citotropica, non è persistente e richiede alte dosi per ettaro, il suo periodo carenza è di 14 giorni su pesco e susino.
Prodotti di più recente registrazione contro la mosca sono i 2 neonicotinoidi acetamiprid e thiametoxam (per quest’ultimo nel prossimo anno scatterà il divieto di uso in pieno campo), entrambi con 14 giorni di carenza, attivi anche su altri insetti, sistemici ascendenti che hanno quindi una maggiore capacità di penetrazione e, conseguentemente, un’azione larvicida più marcata dei prodotti di contatto.
Anche lo spinetoram, derivato delle spinosine (che compongono l’insetticida biologico spinosad), registrato su drupacee specificamente contro cidie, tripidi e il moscerino asiatico della frutta (Drosophila suzukii) ha comunque un effetto collaterale non trascurabile anche sulla mosca della frutta.
L’utilità delle trappole
L’uso di trappole parasessuali o alimentari è sempre utile per monitorare la presenza della mosca e per la sua cattura massale ma non per stabilire il grado di infestazione dei frutti che andrà comunque rilevato.
Per le varietà più sensibili, con catture di adulti e presenza di condizioni predisponenti (qualche piovasco e clima caldo-umido), sarà necessario ricorrere a strategie preventive per il controllo chimico della mosca della frutta, iniziando i primi trattamenti in preinvaiatura, in modo da proteggere i frutti dalla fase in cui diventano suscettibili all’attacco (invaiatura) fino alla preraccolta.
I diversi metodi di cattura massale o di “attract and kill” disponibili sul mercato sono raccomandabili non solo per le colture in regime di agricoltura biologica ma anche come utile integrazione al controllo chimico convenzionale. Infatti, sistemi tradizionali o di nuova concezione “attract and kill” sono sempre più utilizzati per contenere la popolazione della mosca già da prima che i frutti divengano suscettibili.