Le proposte di riforma della Pac 2021-2027 confermano l’importanza dei pagamenti diretti per la resilienza di 7 milioni di aziende agricole nell’Ue che coprono il 90% dei terreni agricoli dell’Ue e contribuiscono a mantenere in essere l’agricoltura in tutta l’Unione con i vari benefici associati di tipo economico, ambientale e sociale.
Alla luce di quanto sopra detto, i pagamenti diretti restano un elemento essenziale della Pac. La permanenza dei pagamenti diretti non era assolutamente scontata; molti esperti sostenevano la necessità dell’abolizione dei pagamenti diretti a favore della politica di sviluppo rurale o della gestione dei rischi. Invece le Istituzioni Ue (Commissione, Consiglio e Parlamento) hanno difeso in modo netto l’importanza dei pagamenti diretti.
Articolo pubblicato sulla rubrica “La Pac sotto la lente” di Terra e Vita
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Aiuti diretti da riequilibrare
Sebbene il ruolo dei pagamenti diretti nello stabilizzare il reddito agricolo sia generalmente accolto con favore, le proposte di riforma della Pac 2021-2027 propongono una distribuzione del sostegno più equilibrata, più semplice e più mirata.
Per perseguire questo obiettivo, le proposte della nuova Pac prevedono i seguenti criteri:
- un livellamento obbligatorio dei pagamenti diretti, tramite un pagamento uniforme (senza titoli), già nel primo anno di riforma, oppure il mantenimento dei titoli con una convergenza totale al 2026 (valore uniforme dei titoli al 2026) o al 2028;
- pagamenti decrescenti, in modo di ridurre il sostegno per le aziende agricole di grandi dimensioni (degressività e capping);
- pagamenti mirati agli agricoltori veri e propri, ossia quelli che esercitano un’attività agricola per guadagnarsi da vivere.
La decisione più rilevante è il livellamento del sostegno per ettaro (circa 300 euro/ha), da realizzare nel 2022 o nel 2026, o al massimo nel 2028.
Oltre il 40% in Europa
Quali conseguenze avrà il livellamento del sostegno sui redditi aziendali? Per rispondere a questa domanda, occorre innanzitutto analizzare l’incidenza della Pac sui redditi delle aziende agricole.
Secondo i dati della Commissione europea, nel 2016, i pagamenti a superficie ovvero i pagamenti diretti più i pagamenti a superficie del secondo pilastro (misura 10 “agroambiente”, misura 11 “agricoltura biologica”, misura 13 “indennità compensative”) incidono per il 40% delle sui redditi (vedi Terra&Vita n. 34/2018).
La stessa analisi, svolta a livello nazionale, mostra che il sostegno della Pac incide per il 28,3% sui redditi delle aziende agricole italiane. Tuttavia questa incidenza media è molto variabile in funzione dei settori dove operano le aziende agricole.
In Italia siamo al 27%
Allo scopo di valutare l’incidenza della Pac a livello settoriale, è stato svolto uno studio su un campione di 10.305 aziende italiane, basandoci sui dati della RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola).
È emerso come la Pac incide per circa il 27% sui redditi netti aziendali (dato analogo a quello della Commissione europea), di cui circa il 21% è dato dai pagamenti diretti e il 6% dalle misure 10, 11, 13 del II pilastro della Pac.
Per approfondire tali analisi, le aziende agricole sono state classificate per OTE (Orientamento Tecnico-Economico). La RICA prevede 8 OTE: seminativi, ortofloricoltura, colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti, ecc.), erbivori, granivori, policoltura, poliallevamento, miste colture e allevamento (tab. 1).
L’incidenza minore è stata riscontrata nel settore ortofloricolo (1%) e nell’allevamento degli animali granivori (6%). Al contrario nelle aziende specializzate nella coltivazione di seminativi (cereali, oleginose, proteaginose) la Pac incide per il 53% sul reddito netto. Un’incidenza molto elevata della Pac sui redditi aziendali è riscontrata anche nei settori zootecnici, con percentuali superiori al 30% (tab. 1).
tab. 1 Incidenza Pac sui redditi netti delle aziende classificate per OTE (Orientamento tecnico-economico) | |||||||
OTE | Valori Medi di RN (€) | Media PD I° pilastro (€) | Media pagamenti II° pilastro 10, 11 e 13 (€) | Media Pac (€) | I PIL/RN (%) | II PIL/RN (%) | I+II PIL/RN (%) |
Seminativi | 38.921 | 18.010 | 2.662 | 20.673 | 46 | 7 | 53 |
Ortofloricoltura | 62.840 | 838 | 104 | 942 | 1 | 0 | 1 |
Colture permanenti | 43.950 | 5.117 | 2.781 | 7.899 | 12 | 6 | 18 |
Erbivori | 72.973 | 16.706 | 5.211 | 21.917 | 23 | 7 | 30 |
Granivori | 164.209 | 8.655 | 1.294 | 9.950 | 5 | 1 | 6 |
Policoltura | 31.811 | 7.579 | 2.338 | 9.919 | 24 | 7 | 31 |
Poliallevamento | 38.135 | 9.537 | 2.515 | 12.053 | 25 | 7 | 32 |
Miste e allevamento | 37.499 | 10.852 | 3.121 | 13.973 | 29 | 8 | 37 |
Totale complessivo | 54.550 | 11.334 | 3.042 | 14.377 | 21 | 6 | 27 |
Fonte: elaborazione dati RICA |
In Umbria e Calabria i maggiori benefici
A livello regionale, l’incidenza della Pac sui redditi è molto diversificata: la Pac influenza redditi in misura nettamente inferiore alla media italiana in regioni come il Trentino (8%), la Liguria (10%) e l’Alto Adige (12%). Contrariamente regioni come la Valle d’Aosta (49%), la Calabria (54%) e l’Umbria (63%) beneficiano di cospicue risorse pubbliche che vanno a costituire la maggior parte dei redditi netti delle rispettive aziende agricole.
Interessanti sono alcuni dati emersi a livello regionale per quanto riguarda l’OTE dei seminativi. Nella tabella 2 si può notare come in Lombardia, Piemonte e Umbria, la Pac abbia un’incidenza molto alta sui seminativi che varia dal 66% all’83%. Questo dato è molto eloquente, in quanto mette in luce l’importanza della Pac per gli agricoltori, talvolta infatti la maggior parte del loro reddito deriva da questi finanziamenti. Nel suddetto caso è evidente che, se la Pac scomparisse, anche la coltivazione di cereali, piante oleaginose e proteaginose rischia di scomparire con essa.
Al contrario il settore dell’ortofloricoltura è quello che in assenza di finanziamenti non avrebbe problemi; infatti l’incidenza della Pac sul reddito netto dei produttori ortofloricoli è appena dell’1%.
tab. 2 Incidenza Pac sui redditi netti delle aziende per OTE a livello regionale (%) | |||||||||
Regioni | OTE 1 | OTE 2 | OTE 3 | OTE 4 | OTE 5 | OTE 6 | OTE 7 | OTE 8 | TOTALE |
Abruzzo | 22 | 9 | 11 | 56 | 1 | 62 | 60 | 32 | 23 |
Alto Adige | 4 | 0 | 2 | 34 | 5 | 3 | 16 | 14 | 12 |
Basilicata | 50 | 1 | 27 | 23 | 22 | 18 | 25 | 33 | 27 |
Calabria | 59 | - | 54 | 29 | - | 55 | - | 54 | 54 |
Campania | 36 | 1 | 21 | 16 | 8 | 20 | 43 | 42 | 22 |
Emilia Romagna | 59 | 0 | 7 | 20 | 4 | 22 | 20 | 26 | 24 |
Friuli Venezia Giulia | 37 | 2 | 4 | 28 | 8 | 14 | 36 | 33 | 13 |
Lazio | 41 | 1 | 13 | 27 | 5 | 7 | 254 | 64 | 24 |
Liguria | 4 | 1 | 11 | 33 | 1 | 5 | 0 | 31 | 10 |
Lombardia | 66 | 5 | 14 | 17 | 5 | 17 | 13 | 60 | 19 |
Marche | 56 | 1 | 21 | 44 | 18 | 30 | 63 | 38 | 43 |
Molise | 50 | - | 21 | 29 | 5 | 41 | 12 | 71 | 26 |
Piemonte | 71 | 2 | 9 | 41 | 9 | 51 | 26 | 46 | 36 |
Puglia | 49 | 2 | 28 | 19 | 11 | 49 | - | 35 | 32 |
Sardegna | 56 | 0 | 15 | 38 | 6 | 19 | 74 | 42 | 36 |
Sicilia | 55 | 1 | 27 | 51 | 8 | 28 | 152 | 85 | 37 |
Toscana | 58 | 0 | 16 | 52 | 9 | 35 | 39 | 51 | 28 |
Trentino | 2 | 0 | 2 | 31 | 0 | 3 | - | 21 | 8 |
Umbria | 83 | 2 | 46 | 33 | 19 | 98 | 23 | 41 | 63 |
Valle d’Aosta | 8 | 0 | 6 | 58 | - | 40 | - | 14 | 49 |
Veneto | 4 | 3 | 3 | 25 | 6 | 35 | 26 | 28 | 19 |
Totale | 53 | 1 | 18 | 30 | 6 | 31 | 32 | 37 | 27 |
Legenda: OTE 1: seminativi; OTE 2 ortofloricoltura; OTE 3: colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti, ecc.); OTE 4: erbivori; OTE 5: granivori; OTE 6: policoltura; OTE 7: poliallevamento; OTE 8: miste colture e allevamento. In verde chiaro i valori più bassi - In verde scuro i valori più alti Fonte: elaborazione dati RICA |
Nella nuova Pac cambiano i pagamenti diretti
Rispetto all’attuale programmazione, nella nuova Pac 2021-2027 ci sono diverse novità riguardanti i pagamenti diretti. I principali cambiamenti sono:
- la soppressione del pagamento greening, i cui impegni sono in parte inclusi nella condizionalità rafforzata;
- l’inserimento di nuovi regimi per il clima e l’ambiente (eco-schema) obbligatori per l’Italia;
- la possibilità del superamento dei titoli.
In concomitanza a ciò, la nuova Pac propone che il sostegno al reddito di base potrà essere erogato secondo tre modalità, su cui l’Italia dovrà scegliere:
- pagamento annuale uniforme per ettaro ammissibile, senza titoli, ovvero un pagamento legato alla superficie, senza titoli e pari al “flat rate” di 309 euro/ha. In tal caso, i titoli attuali scadranno il 31 dicembre 2020 o 31 dicembre 2021 (se la Pac attuale viene prorogata di un anno);
- pagamento annuale per ettaro ammissibile differenziato per territorio. Questa ipotesi è poco probabile in Italia in quanto nella Pac attuale il nostro paese ha già scelto la “regione unica”. Inoltre, se la differenziazione territoriale venisse fatta in base agli attuali livelli di sostegno, le regioni come Lombardia, Calabria, Puglia e Veneto usufruirebbero di un pagamento forfettario maggiore rispetto ad altre regioni e ciò è difficilmente proponibile;
- attribuzione del sostegno sulla base di titoli all’aiuto, differenziati sulla base del loro valore storico, aggiungendo il pagamento greening agli attuali titoli.
Se l’Italia sceglie la terza modalità di erogazione del sostegno della Pac, dovrà comunque garantire un graduale aumento dei titoli di valore più basso (ovvero di quelli inferiore alla media nazionale di 309 euro/ha circa) attraverso due meccanismi:
- un tetto al valore dei titoli (probabilmente sugli 800 euro/ha);
- un processo di convergenza atto ad assicurare l’avvicinamento del valore dei titoli al valore medio nazionale.
Entro il 2026, il valore più basso dei titoli deve raggiungere il 75% del valore medio nazionale (232 euro/ha) oppure, secondo quanto stabilito dal Parlamento europeo, i titoli dovranno raggiungere nel 2016 lo stesso valore per tutti gli agricoltori (309 euro/ha); pertanto il valore dei titoli dovrà comunque a livellarsi alla media nazionale nel 2021 o nel 2026 o, al massimo, nel 2028, in base alle le decisioni comunitarie e nazionali.
Pac 2021-2027:
l’incidenza dei pagamenti diretti con o senza titoli
Nella tab. 3 è rappresentata la variazione del valore medio dei titoli all’aiuto della Pac attuale, per OTE, in confronto con la futura Pac, nell’ipotesi di mantenimento dei titoli.
Dai dati della tabella 3, appare evidente che l’OTE dei seminativi sia quella più penalizzata con una perdita del -6%, mentre quella ortofloricola aumenta il valore dei propri titoli del +73%. Anche le colture permanenti (-1%) e i granivori (+2%) subiscono variazioni del valore dei titoli, ma in questo caso sono molto lievi. Tutti gli altri orientamenti produttivi, avendo attualmente un valore dei titoli che oscilla tra il valore unitario nazionale medio del pagamento di base di 232 €/ha e il “flat rate” di 309 €/ha, non subiscono variazioni.
tab. 3 Variazione per OTE del valore medio dei titoli | |||
OTE | Valore medio 2014/2020 (€/ha) | Sostegno 2026 in base ai titoli all’aiuto (€) | Variazione (%) |
Seminativi | 380 | 356 | -6 |
Ortofloricoltura | 134 | 232 | +73 |
Colture permanenti | 319 | 316 | -1 |
Erbivori | 227 | 232 | +2 |
Granivori | 291 | 291 | 0 |
Policolture | 275 | 275 | 0 |
Poliallevamento | 240 | 240 | 0 |
Miste colture-allevamento | 260 | 260 | 0 |
Fonte: elaborazione dati RICA |
Adottando invece il pagamento annuale uniforme per ettaro, risulta chiaro che l’ordinamento produttivo ortofloricolo sia il più avvantaggiato (+130%), mentre anche in questo caso i seminativi e le colture permanenti subiscono una diminuzione, rispettivamente del -19% e -3%. Rispetto al modello basato sui titoli, questa nuova tipologia di pagamento evidenzia come anche le altre OTE subiscano un aumento di valore, che varia dal +6% degli granivori al +36% degli erbivori (tab. 4).
La classificazione per OTE esprime solo in parte le variazioni del sostegno.
Ad esempio, nella OTE “colture permanenti” troviamo l’olivicoltura e l’agrumicoltura che vengono molto penalizzate, mentre la viticoltura e la frutticoltura vengono avvantaggiate. Analogamente, nella OTE degli “erbivori”, troviamo la zootecnia intensiva che viene molto penalizzata, mentre la zootecnia estensiva viene avvantaggiata.
tab. 4 Variazione per OTE del valore del pagamento senza titoli | |||
OTE | Valore €/ha 2014-2020 | Pagamento annuale per ha ammissibile (€) | Variazione (%) |
Seminativi | 380 | 309 | -19 |
Ortofloricoltura | 134 | 309 | +130 |
Colture permanenti | 319 | 309 | -3 |
Erbivori | 227 | 309 | +36 |
Granivori | 291 | 309 | +6 |
Policolture | 275 | 309 | +13 |
Poliallevamento | 240 | 309 | +29 |
Miste colture-allevamento | 260 | 309 | +19 |
Fonte: elaborazione dati RICA |
Cosa comporta il superamento dei titoli
La scelta di abolire i titoli sarebbe una delle novità più importanti della futura programmazione. Il passaggio ad un sistema di pagamenti “lvellati” offre sicuramente innumerevoli vantaggi, quali:
- la semplificazione della gestione dei pagamenti diretti che fino ad ora è stata molto macchinosa e burocraticamente complessa;
- una maggiore “giustificabilità” dei pagamenti diretti; attualmente infatti rimane difficile comprendere come agricoltori che esercitano attività simili ricevano pagamenti diretti molto differenti fra loro. Ciò crea una notevole disparità e una concorrenza sleale nei confronti di aziende con valore storico dei titoli più basso;
- l’abbandono da parte delle imprese della continua ricerca dei sussidi; talvolta gli agricoltori con un alto valore dei propri titoli tendono ad accontentarsi del sostegno della Pac;
- una maggiore mobilità dei terreni, il cui valore attualmente è fortemente collegato ai titoli.
L’abbandono dei titoli in favore dell’adozione del pagamento “livellato”, nonostante gli innumerevoli vantaggi, non è di facile applicazione.
Di fatto troverà l’opposizione di tutti i grandi beneficiari di pagamenti diretti, che da questo cambiamento subirebbero una rilevante variazione negativa di reddito.
Inoltre alcuni settori cardine dell’agricoltura italiana, come quelli del latte e del grano duro, a causa della riduzione dei sostegni si troverebbero in crisi, con il reale rischio dell’abbandono dell’attività.