«La cimice asiatica non è un organismo nocivo». L’affermazione è contenuta nella risposta fornita dalla Commissione europea all’interrogazione scritta con la quale si chiedeva se l’esecutivo europeo fosse a conoscenza dello studio scientifico Invasion. Elaborato tra il 2016 e il 2019 e finanziato tramite uno stanziamento comunitario di 238.500 euro nel quadro del programma Horizon 2020, questo studio ha infatti confermato tanto la natura esotica e invasiva della suddetta specie, quanto la diretta responsabilità di quest'ultima nelle gravi perdite economiche subite, in particolare dal settore agricolo.
La Commissione ha finora respinto le ripetute richieste di inclusione della specie nell'elenco degli organismi nocivi (ne abbiamo scritto qui) da sottoporre a quarantena, sostenendo che la sua diffusione in diversi Stati membri impedirebbe di classificarla come specie da isolare, ai sensi della direttiva 2000/29/CE.
L’interrogazione
L’interrogazione parlamentare chiedeva alla Commissione:
- Se è al corrente di questo studio finanziato tramite Orizzonte 2020;
- Se condivide le conclusioni dello studio sulla pericolosità della cimice asiatica;
- Se, alla luce di quanto emerso dallo studio, intende procedere per classificare la cimice asiatica come organismo nocivo da sottoporre a quarantena.
La risposta della Commissione
L'organismo nocivo Cimice asiatica, secondo la Commissione, non soddisfa i criteri di organismo nocivo da quarantena di cui all'articolo 3 del regolamento (UE) 2016/20312 e non può pertanto essere classificato, in linea con la normativa dell'UE, come organismo nocivo da quarantena rilevante per l'Unione. Inoltre in ragione della sua biologia e della sua ampia diffusione all'interno del territorio dell'Unione una sua eradicazione o un suo contenimento sembra tecnicamente impossibile.
L’utilità dello studio “Invasion”
La risposta della Commissione fornisce altre informazioni sulla presenza della Cimice asiatica e sul progetto di studio finanziato dalla Commissione.
Il progetto "INVASIoN", finanziato dalla Commissione nell'ambito del programma Horizon 2020, mira a una migliore comprensione delle interazioni trofiche tra specie erbivore esotiche e la fauna locale. A tal fine utilizza l'esempio dell'Halyomorpha halys, la cui presenza nell'UE è stata rilevata per la prima volta nel 2012 e prende in esame le possibili interazioni dell'organismo nocivo con parassitoidi e piante ospiti.
Il progetto non è destinato a produrre nuove informazioni sull'impatto economico di questo organismo nocivo sulla produzione agricola negli Stati membri dell'UE.
La Commissione non dice che non è un organismo nocivo, ma che non è un organismo nocivo da quarantena. Sono due cose ben diverse altrimenti negherebbero l’evidenza.
Ma la Commissione ha avvertito la Cimice asiatica?