La coltivazione del castagno riveste una importanza rilevante in alcune zone del Centro Italia.
In particolare nel Lazio, nella zona dei Monti Cimini, rappresenta, insieme al nocciolo, la coltura arborea di riferimento. Anche in Abruzzo vi sono delle aree a vocazione castanicola quali la Val Roveto (Aq) e i Monti della Laga (Te).
Ora, in fase di post-raccolta, vi è la necessità di contenere la comparsa di muffe.
Se le galle del cinipide innescano le patologie fungine
Il fungo Gnomoniopsis castaneae è in grado di attaccare i frutti del castagno e anche di altri generi appartenenti alla famiglia delle Fagaceae. Esso ha caratteristiche endofitiche negli organi fiorali e all’interno dei frutti; inoltre è in grado di sopravvivere come saprofita sulle gemme, galle, foglie morte, ricci, rametti caduti a terra.
Le ascospore compaiono in estate e raggiungono le infiorescenze dove il fungo produce fruttificazioni anamorfe in particolare sulle galle prodotte dall’insetto Dryocosmus kuriphilus (cinipide galligeno del castagno).
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Lo sviluppo di tale fungo, infatti, ha avuto il suo incremento in concomitanza con la diffusione del parassita D. kuriphilus, ampiamente presente anche nei castagneti del Centro Italia. Purtroppo, se la maggior parte dei marciumi presenti sulle castagne viene contenuto dalle estati calde, con scarsità di precipitazioni e con estremi termici fuori dalla norma, il patogeno fungino agente del marciume bruno pare venga favorito da tutto ciò. Inoltre la sua capacità di sopravvivere come saprofita sulle galle del cinipide del castagno, ne aumenta il potenziale di inoculo.
Il fungo si manifesta all’interno delle castagne con un aspetto dapprima biancastro-gessoso e poi brunastro (da cui il nome del marciume). Anche il sapore delle castagne viene alterato.
Gli interventi in post-raccolta
Al di là delle solite indicazioni di carattere agronomico riguardanti la necessità di arieggiare le chiome degli alberi con opportuni interventi di potatura, e la buona norma di evitare che le castagne, durante la fase di raccolta, restino a terra in ambiente umido per giorni, molto si può fare in fase di post- raccolta.
La lotta si può basare su trattamenti chimici, fisici o chimico-fisici. Quando si agisce sui parametri fisici (temperatura, pH, disponibilità di ossigeno, umidità) si deve porre attenzione a non alterare le proprietà nutrizionali della castagna.
Tra i diversi sistemi utilizzabili per la conservazione dei frutti (atmosfera controllata, esposizione a CO2, refrigerazione, essicazione), il più comune è l’idroterapia o anche definita “curatura”, che consiste nell’immersione dei frutti in acqua fredda per una settima oppure in acqua calda per 45’ seguito dal raffreddamento a circa 15 °C per una settima: quindi le castagne devono essere accuratamente asciugate.
Recenti studi hanno dimostrato la validità del trattamento delle castagne, nei confronti del marciume bruno, con ozono, massimizzando anche la qualità della shelf-life delle castagne. Interessante è anche la possibilità di aumentare la stabilità dei frutti riducendo lo sviluppo del marciume bruno, aggiungendo all’acqua utilizzata per la curatura estratti di T. hartianum.
Diversi tipi di patogeni
Le castagne, nella fase di post-raccolta, possono essere interessate da diversi fenomeni di marcescenza con perdite rilevanti in fase di commercializzazione. I funghi coinvolti sono numerosi e possono interessare il frutto in diverse fasi di sviluppo dello stesso. Alcune specie fungine sono colonizzatrici dei ricci e del frutto in forma endofitica, altre si sviluppano a partire dai fori di sfarfallamento o dalle gallerie larvali di insetti carpofagi, altre appaiono in fase di conservazione dei frutti.
Al di là della perdita di prodotto, alcuni funghi possono produrre dei metaboliti secondari (ad es. aflatossine) molto pericolosi per l’uomo. Purtroppo le castagne meno pregiate e con presenza di alterazioni micotiche vengono utilizzate per la produzione di farina di castagne e perciò la presenza di micotossine è rilevabile principalmente in tale settore di utilizzo.
Tra i funghi che interessano il frutto ricordiamo: Phomopsis endogena, agente della mummificazione delle castagne, Ciboria batschiana, agente del marciume nero, Colletotrichum acutatum, agente del marciume rosa, Penicillium spp., agente della muffa verde, Aspergillus spp. agente della muffa giallastra.
Oltre a questi principali, sono stati segnalati un’altra decina di funghi coinvolti in processi di ammuffimento. La maggior parte dei marciumi compare nella fase di conservazione e, negli ultimi anni, oltre ai già noti agenti fungini, ha fatto la comparsa un nuovo patogeno fungino responsabile del “marciume bruno” delle castagne (Gnomoniopsis castaneae).