La potatura rappresenta una pratica agronomica importante per predisporre colture frutticole a una buona produttività nell’anno successivo. In questi ultimi anni, forse anche a causa dell’aumento del costo della manodopera, si è attuata con sempre minore accuratezza.
Tuttavia, se effettuata con cura, la potatura è uno strumento che può anche rivelarsi utile per ridurre in maniera sostanziale il potenziale di inoculo di numerosi agenti patogeni (sia funghi sia batteri) che svernano sulla pianta, per ripresentarsi con la consueta aggressività la primavera successiva.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Contro la Psa del kiwi
Su kiwi, il periodo invernale è utile per individuare le piante colpite da Pseudomonas syringae pv. actinidiae agente del cancro batterico, la più grave malattia batterica dell’actinidia. Un’attenta ispezione nell’actinidieto è in grado di eliminare tempestivamente le piante colpite e di operare una accurata potatura.
I tagli da effettuare sulle pomacee nei confronti del colpo di fuoco e su kiwi per il cancro batterico è consigliabile effettuarli tagliando ad almeno 50-60 cm dal punto di infezione in quanto il patogeno può essersi spinto ben al di là del margine del cancro. Nel caso il cancro arrivi a interessare le branche principali o addirittura il fusto, bisogna ricorrere a tagli ancora più drastici.
I tagli di potatura devono essere accuratamente disinfettati con mastici e al termine della potatura è sempre bene eseguire un trattamento generalizzato disinfettante con prodotti a base di rame, attivi anche nei confronti di tutti gli agenti batterici e fungini.
Ridurre l’inoculo sulle drupacee
Sulle drupacee si possono insediare agenti di cancri come il batterio Xanthomonas pruni (su pesco, albicocco e alcune varietà di susino cino-giapponese), e i funghi Cytospora leucostoma e Fusicoccum amygdali, e infine Stereum purpureum, C. leucostoma e F. amygdali sono agenti di cancri rameali, in grado di infettare le gemme di pesco specialmente di varietà di percoche, particolarmente suscettibili, intorno alle quali si producono tessuti cancerosi che, nei casi gravi, possono portare al disseccamento di intere porzioni di pianta.
Stereum purpureum, agente del mal del piombo, è in grado attaccare anche diverse altre specie fruttifere. Il fungo penetra attraversa una ferita e si propaga lungo i vasi del legno occludendoli. Sulla corteccia di piante già ampiamente debilitate e invase dal fungo, compaiono le caratteristiche fruttificazioni “a mensola” del fungo. Anche altri funghi, come per esempio, Corineum bejerinkii e Cladosporium carpophylum svernano sulle lesioni prodotte sui rami dell’anno. Da queste in primavera si svilupperanno i conidi in grado di infettare gli organi suscettibili.
Un'attenta potatura in questo caso ha il pregio di ridurre il potenziale di inoculo presente nel frutteto, eliminando i rami dell’anno passato colpiti, e agevolare la difesa fitosanitaria nella primavera successiva. Durante la potatura inoltre è consigliabile eliminare e asportare dal frutteto le mummie dei frutti colpiti da Monilia spp. rimaste ancora sulla pianta. Ciò eliminerebbe la più importante fonte di inoculo del patogeno nell’anno successivo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Individuare i cancri da Valsa
Sulle pomacee si possono rinvenire lesioni cancerose in seguito ad attacchi di Nectria, Botryosphaeria e Phomopsis, funghi patogeni da ferita molto comuni che si insediano sulla pianta in corrispondenza di lesioni da grandine o, anche, di tagli di potatura non opportunamente cicatrizzati.
A questi si deve aggiungere anche Valsa ceratosperma, agente fungino che può insediarsi sulle branche legnose della pianta e nella zona basale del fusto e debilitare la pianta fino a portarla alla morte. Caratteristica distintiva dei cancri da Valsa è la presenza, dei “picnidi”, piccoli corpiccioli nerastri (corpi fruttiferi del fungo) poco al di sotto del primo strato corticale, dai quali, in condizioni climatiche particolarmente umide, si liberano le spore inglobate in filamenti giallastri (cirri).
Sempre sulle pomacee, sia melo sia su pero, prima della ripresa vegetativa, risulta particolarmente agevole individuare i cancri prodotti dal batterio Erwinia amylovora l’agente del colpo di fuoco batterico. Il cancro causato da E. amylovora, in seguito ad una scortecciatura, si presenta, a differenza di quello provocato da Valsa, con un margine indefinito, senza netta distinzione tra tessuti sani e tessuti malati. Nel caso del colpo di fuoco, l’individuazione e l’eliminazione tempestiva dei cancri è fondamentale per eliminare la sede principale di svernamento del patogeno e salvaguardare la sanità di tutto il frutteto.