“Il perito agrario nella sfida al cambiamento -. La libera professione per un’agricoltura che coniughi produzione, sviluppo del territorio, valorizzazione e salvaguardia ambientale”. E’ stato questo il tema al centro del Congresso nazionale della XXI legislatura del Collegio nazionale dei periti agrari e periti agrari laureati, tenutosi in una intensa tre giorni romana, in collaborazione con il Ministero della Giustizia, il patrocinio del Mipaaf, della Banca del Fucino, Reda e Protezione civile e con media partner Terra è Vita.
«Ci troviamo in un momento storico che necessita una riflessione rispetto a un Paese che ha la necessità di rinnovarsi. L’agroalimentare sarà il motore del cambiamento. In Italia abbiamo circa mezzo milione di periti agrari, professionisti portatori di competenze di altissimo valore pronti a dare il proprio contributo per vincere questa sfida». Lo afferma il presidente del Collegio nazionale dei periti agrari Mario Braga.
«Il ruolo del perito agrario è seguire l’evoluzione dell’agricoltura, che sarà sempre più smart»
«Il ruolo del perito agrario è seguire l’evoluzione dell’agricoltura. E l’agricoltura attuale e futura si può definire con una parola: smart. Le conoscenze digitali sono fondamentali per un perito agrario. Bisogna valorizzare la relazione suolo-pianta-ambiente. E ancora il perito agrario deve avere competenze relative alla gestione e all’analisi dei dati, al risk management, alle relazioni di filiera e contratti. Grazie a tutto questo riusciremo a fare un’agricoltura più produttiva e sostenibile che coglie le esigenze del consumatore». Così il presidente Ismea Angelo Frascarelli.
«I periti agrari devono accompagnare l’agricoltore nel percorso di crescita tecnologica»
Queste competenze dei periti agrari, spiegate da Frascarelli, come possono essere sollecitate? Secondo il ministro del Mipaaf Stefano Patuanelli bisogna superare il gap del digital divide, in Italia molto alto. «Il vero tema è come riusciamo a trasferire la tecnologia. Oggi gli agricoltori hanno voglia di innovazione, i giovani vogliono avvicinarsi alla produzione primaria. Il ruolo fondamentale di conoscenza che sta in capo ai periti agrari è proprio quello di accompagnare l’agricoltore nel percorso di crescita tecnologica, e può farlo grazie alle sue competenze trasversali».
«Lo sviluppo tecnologico corre veloce - prosegue il ministro -. Per questo serve chi abbia uno sguardo sulle nuove tecnologie e conosca la terra. Il perito agrario è sicuramente la figura più adeguata per accompagnare l’agricoltore nel percorso della transizione ecologica, ambientale e sociale».
Periti agrari e gestione del rischio
Il ministro ha poi sottolineato che «la prossima riforma della Pac sarà sicuramente incentrata sulla gestione del rischio: è sempre più importante garantire il reddito di chi produce, che viene messo sempre più spesso in difficoltà dai cambiamenti climatici. In questo contesto la figura del perito agrario è di fondamentale importanza perché è colui che valuta il danno e accompagna l’agricoltore nel percorso di risarcimento. Sono certo che il perito agrario avrà la capacità di essere protagonista della gestione del rischio ora e nelle politiche economiche a sostegno dell’agricoltura nei prossimi venti anni».
Patuanelli ha infine ricordato che si sta mettendo a punto il Fondo di mutualizzazione, «strumento di grande innovazione di questa nuova Pac che ha voluto l’Italia, e che ora tutti cercano di replicare nei propri Paesi. La direzione del futuro è questa e sono certo che il Paese avrà il supporto delle capacità e competenze dei periti agrari».
«Guidare gli agricoltori in questa fase di transizione»
«In questo momento di forte cambiamento, dovuto a una pandemia e a una guerra che hanno innescato meccanismi speculativi a livello internazionale minando la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, con ingenti aumenti dei costi dell'energia e delle materie prime, gli agricoltori sono spaesati e spaventati. Per questo ritengo che il ruolo dei periti possa essere determinante per assisterli e per guidarli in questa fase di transizione». Ha affermato Filippo Gallinella, presidente della commissione agricoltura della Camera.
Lavoro e reddito, cosa dicono i periti agrari?
‘Lavoro’ e ‘reddito’ sono state le due tematiche centrali di una partecipata tavola rotonda che ha visto, tra gli altri, il coinvolgimento di alcuni professionisti del Cnpapal rappresentanti di diverse regioni da Nord a Sud Italia. Tutti i relatori hanno confermato che il lavoro è in aumento, sempre più diversificato e attento alla sostenibilità. «Passione, soddisfazione, dinamismo, innovazione» sono state le parole che tutti hanno citato come più rappresentative del proprio impegno da liberi professionisti. Garantito anche un buon reddito a patto che «ci sia una formazione alta».
Enpaia, Piazza: «far crescere un nuovo welfare di categoria»
«La fondazione Enpaia ha posto massima attenzione sugli investimenti: e i risultati ci hanno dato ragione, considerando le buone performance. Dobbiamo continuare a porre particolare attenzione all’economia reale e alla diversificazione degli investimenti», ha affermato il presidente di Enpaia Giorgio Piazza.
«Abbiamo bisogno di fare squadra in questo momento storico e il lavoro di accompagnamento delle imprese al mercato è fondamentale. Dobbiamo lavorare sull’innovazione e su un nuovo welfare. Su questo punto abbiamo dato un segnale forte in controtendenza: il lavoro paga. Continueremo a portarlo avanti, come fatto in questi tre anni e mezzo. La strada è far crescere un nuovo welfare di categoria», conclude Piazza.
Lattarulo: «tanti giovani si stanno iscrivendo alla nostra categoria»
«La nuova governance ha dato nuovi stimoli. Siamo riusciti a mettere in campo tutte le misure necessarie per la categoria e stiamo lavorando per creare nuovi strumenti. Particolare attenzione ai giovani e alla partecipazione attiva delle donne nella nostra categoria». Ha sottolineato Bernardino Lattarulo, del Comitato amministratore Gestione separata periti agrari Enpaia.
«Quando siamo entrati in Enpaia, la fondazione aveva un patrimonio di 133 milioni di euro, quest’anno abbiamo superato la soglia dei 200 milioni. Nei quattro anni è aumentata la quota soggettiva di versamenti, che ha avuto un calo nel 2020 a causa della pandemia ma che comunque ha tenuto. L'utile d’esercizio è stato stabile nel 2018/19, si è mantenuto nel 2020 e quest’anno siamo riusciti a mettere a segno un +50%. Uno dei risultati più apprezzati - conclude Lattarulo - è che tanti giovani si stanno iscrivendo alla nostra categoria, tanto che il numero è in netto aumento».
A chiusura delle tre giornate di lavoro c’è stata l’assegnazione da parte del Collegio nazionale dei periti agrari e periti agrari laureati del secondo “Premio Nazionale alla scienza e alla tecnica agricola, alimentare e ambientale”. E' stato premiato, tra gli altri, Luciano Boanini con un attestato alla “carriera” e un riconoscimento dell’attività professionale.