Le frontiere della ricerca tra concimi e nuove baby leaf

insalate
Dagli ultimi studi dei ricercatori italiani si profilano interessanti applicazioni sugli ortaggi a foglia

L’orticoltura è un sistema colturale sempre più ad alta innovazione. Le produzioni sono in continua crescita e questo ne fa un settore importante dell’economia del nostro Paese. Per fare il punto sulla ricerca nel settore, si è svolto a Pisa dal 14 al 16 giugno il primo convegno nazionale di orticoltura e floricoltura, patrocinato dalla Soi, la società italiana di ortoflorofrutticoltura. Tra le 52 presentazioni orali e i 67 poster che gli oltre 160 iscritti al convegno hanno visto e ascoltato, molte avevano a che fare con la lattuga. Questo sia per la facilità con cui l’ortaggio si presta alle sperimentazioni – per esempio grazie alla brevità del ciclo – sia perché, senza dubbio, le nuove soluzioni trovano più facile applicazione, almeno inizialmente, negli ortaggi a foglia. Vediamone alcune presentate al convegno.

L’influenza dei concimi organici su produzione e qualità

L’utilizzo dei concimi organici ha un ruolo centrale nella sostenibilità delle produzioni orticole, soprattutto in biologico; sia la loro matrice organica che le condizioni ambientali in cui si svolge il ciclo colturale possono significativamente influenzare la nutrizione delle piante.

In una serra della sua azienda sperimentale, l’Università della Tuscia ha condotto un esperimento, con la collaborazione del Crea di Pontecagnano e del Barcelona Knowledge Campus, per valutare l’effetto di tre concimi organici su lattuga (Lactuca sativa var. capitata), cv. Fabietto (Rijk Zwaan).

I tre concimi erano tutti caratterizzati da una matrice diversa: pollina, lettiera d’insetto (Hermetia illucens), e infine pollina e borlanda. Nella prova era inoltre previsto un controllo non trattato. Tutti i concimi organici sono stati applicati alla stessa dose di azoto equivalente.

I ricercatori hanno determintato la biomassa (corrispondente alla produzione), il contenuto di clorofilla e di elementi minerali nelle foglie. I risultati hanno evidenziato un aumento significativo del peso fresco e secco delle foglie per tutti e tre i trattamenti rispetto al controllo, con i valori più elevati nel caso della lettiera e della pollina insieme alla borlanda. Nelle piante concimate il contenuto di clorofilla è aumentato significativamente sei e dodici giorni dopo il trapianto, soprattutto nel trattamento con la borlanda. Lo stesso trattamento ha anche determinato un accumulo di fosforo e una riduzione del contenuto di nitrati nelle foglie. Nel complesso, i risultati mostrano una risposta positiva della lattuga ai concimi organici testati, con una significativa maggior efficacia dei concimi a base di lettiera d’insetto oppure di pollina e borlanda insieme.

Gli effetti del biochar su resa e qualità della lattuga rossa

Il biochar è un carbone vegetale (90% di contenuto di carbonio) ottenuto dalla pirolisi di diversi tipi di biomassa vegetale. Di particolare interesse, in un’ottica di agricoltura circolare, è la sua produzione a partire da residui/sottoprodotti agricoli. Il biochar si contraddistingue per caratteristiche quali l’elevata superficie attiva, la porosità e la presenza di gruppi funzionali che lo rendono di interesse per l’impiego come ammendante. I ricercatori dell’Università di Napoli hanno indagato gli effetti di dosi crescenti di biochar nel suolo sulla resa e sulla qualità della lattuga rossa (Lactuca sativa L. var. capitata cultivar “canasta rossa”) coltivata in vaso. In particolare, due suoli di differente tessitura (tendenzialmente argilloso e sabbioso) sono stati miscelati con dosi crescenti di biochar (0,2; 0,5; 1; 2 e 5%, in volume). Il Dipartimento di farmacia dell’Università ha eseguito le analisi qualitative (polifenoli e carotenoidi) per via spettrofotometrica sui cespi, raccolti dopo 50 giorni dall’inizio della prova. Per la prova è stato utilizzato biochar di pioppo

Le piante cresciute su suolo sabbioso e con l’1% di biochar hanno mostrato il maggior peso fresco medio (+56,7%) rispetto al controllo. La concentrazione di luteina e ß-carotene è aumentata in modo proporzionale alle dosi di biochar utilizzate, indipendentemente dalla tipologia di suolo, con valori più elevati con una concentrazione di biochar del 5% (+122 e +137 % rispetto al controllo, rispettivamente per il suolo sabbioso e quello argilloso). Anche le concentrazioni di ß-carotene sono aumentate (+93 e +78% per il suolo sabbioso e argilloso, rispettivamente) mentre i polifenoli non hanno fatto registrare variazioni in seguito all’utilizzo del prodotto. I ricercatori confermano che servono ulteriori studi per chiarire i meccanismi metabolici alla base dei risultati ottenuti.

I concimi organici sono centrali nella sostenibilità delle produzioni orticole

Effetti delle micorrize sulla lattuga in fuori suolo

I ricercatori dell’Università e dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria di Pisa hanno posto l’attenzione sull’impiego di idonei isolati di funghi micorrizici arbuscolari (Amf), che potrebbero avere numerosi effetti benefici sulla lattuga, sia in termini di crescita delle piante, sia di accumulo di composti nutraceutici importanti per la salute umana. Nel loro lavoro di ricerca, infatti, hanno valutato gli effetti di un isolato di Funneliformis mosseae (IMA1) sulla lattuga (Lactuca sativa L. “Salinas”) coltivata in fuori suolo con basse concentrazioni di fosforo. Durante le prove sperimentali sono stati misurati diversi parametri come la biomassa fresca e secca, il contenuto minerale, la quantità di clorofille, carotenoidi, fenoli totali e il potere antiossidante.

I risultati ottenuti mostrano che l’inoculazione della lattuga con un isolato Amf in un sistema fuori suolo può migliorare la produzione e la qualità nutrizionale dell’ortaggio, anche in presenza di quantità ridotte di fosforo nella soluzione nutritiva. Gli esperimenti condotti hanno dimostrato che le piante di lattuga micorrizate possono essere coltivate con soluzioni nutritive contenenti ridotti quantitativi di fosforo – fino al 50% in meno rispetto alle soluzioni nutritive standard – senza riduzioni di produzione, mitigando il possibile impatto ambientale della loro gestione, riducendo il consumo di una risorsa non rinnovabile, e sfruttando al contempo il potenziale biofertilizzante dei funghi micorrizici.

La lattuga selvatica come baby leaf

Tra le specie spontanee a uso alimentare, molte sono le piante da foglia consumate in insalata la cui introduzione in coltura potrebbe rappresentare un’opportunità per il settore orticolo. Le specie spontanee risultano particolarmente ricche in nutrienti e metaboliti secondari con proprietà antiossidanti e benefiche per la salute. Inoltre, secondo alcuni studi, le specie spontanee sembrano essere meno suscettibili alla contaminazione da parte dei patogeni umani, con riduzione dei rischi di infezioni alimentari legate al consumo di verdure crude.

Secondo i ricercatori dell’Università di Firenze guidati da Ada Baldi, la coltivazione delle specie spontanee potrebbe quindi contribuire a diversificare le produzioni orticole, offrendo nuove opportunità per i produttori e una dieta più ricca, sana e salutare per i consumatori. Nel loro lavoro, infatti, hanno valutato le potenzialità della lattuga selvatica (Lactuca serriola L.) come specie da baby leaf. A questo scopo la produzione e le caratteristiche qualitative della lattuga selvatica sono state confrontate con quelle di sei cultivar di Lactuca sativa, ovvero quella comunemente coltivata. Le piante sono state coltivate con il sistema idroponico floating, utilizzando la soluzione nutritiva di Hoagland a una densità di circa 2880 piante/m2 e sono state raccolte quando presentavano 5-7 foglie vere. La lattuga selvatica, pur risultando tra le meno produttive, ha presentato la più alta percentuale di peso secco ed è risultata interessante anche da un punto di vista qualitativo.

Le frontiere della ricerca tra concimi e nuove baby leaf - Ultima modifica: 2022-06-24T10:07:58+02:00 da K4

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