La moniliosi viene maggiormente temuta in estate man mano che ci si avvicina al periodo della raccolta in quanto se le condizioni climatiche sono favorevoli al patogeno, i danni sia in campo che in fase di post raccolta possono essere ragguardevoli.
In questo caso molte delle infezioni sono dovute a Monilinia fructicola, e Monilia fructigena, quest’ultima ormai osservata raramente. Tuttavia, non sono infrequenti attacchi di monilia in fioritura che, nei casi più gravi, portano a perdite di produzione dovute alla necrosi delle gemme fiorali. In questo caso gli agenti causali sono Monilinia laxa e Monilia fructicola, i quali riprendono la loro attività dai siti di svernamento (cancri sulle gemme che si sono formati l’anno precedente o dai conidi liberi presenti sulla pianta, oppure molto più frequentemente, dai frutti mummificati che sono caduti a terra o che sono rimasti sulla pianta) allorquando le condizioni climatiche risultano favorevoli.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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tab. 1 Trattamenti anti monilia | |
Principi attivi | Limitazioni d’uso * |
Tebuconazolo | Max 2 trattamenti/anno. Su albicocco: Max 3 interventi/anno con IBE o 4 se nell’anno precedente vi sono stati gravi attacchi di Apiognomonia. |
Difenconazolo | Max 2 trattamenti/anno. Su pesco: Max 4 interventi/anno con IBE |
Mefentrifluconazolo | Su ciliegio e susino: Max. 3 interventi/anno con IBE |
Fludioxonil | Max. 1 trattamenti/anno |
Fludioxonil+ciprodinil | Max. 1 trattamenti/anno |
Fenexamid | Max 2 trattamenti/anno |
Fluopyram | Max 1 trattamento/anno. Tra Fluopyram, Penthiopyrad e Boscalid, non più di 2 applicazioni in sequenza |
Isofetamid | Max 2 trattamenti/anno |
Penthiopyrad | Max 2 trattamenti/anno |
Pyraclostrobin+boscalid | Max. 2 trattamenti/anno |
Trifloxystrobin+tebuconazolo | Max 2 trattamenti/anno |
Fenpirazamine | Max 2 trattamenti/anno |
Bicarbonato di K | Max 5 trattamenti/anno |
B. amyloliquefaciens | Max 6 trattamenti/anno |
B.subtilis | |
Saccaromyces cerevisiae | |
Metschnikowia fructicola | |
* Numero massimo di interventi interventi annui: 5 su pesco e ciliegio; 3 su albicocco e susino In azzurro: applicabili anche in agricoltura biologica |
Albicocco e ciliegio molto sensibili
Nel pesco, non tutte le varietà sono suscettibili alle infezioni da monilia, ma tendenzialmente le percoche e le nettarine risultano più sensibili agli attacchi del fungo. Su albicocco e ciliegio, invece, la moniliosi in fioritura è particolarmente pericolosa e in grado di compromettere buona parte della produzione. I trattamenti fungicidi sono sufficienti a contrastare le infezioni fiorali, ma alcune corrette pratiche agronomiche, quali una equilibrata nutrizione della pianta, l’adozione di sesti d’impianto sufficientemente ampi, ma soprattutto una buona potatura con conseguente asportazione e distruzione delle parti colpite e delle mummie, sono importantissime per ridurre il potenziale di inoculo del patogeno.
Nel periodo fiorale, condizioni climatiche caratterizzate da piogge, o nebbie persistenti con conseguente elevata umidità relativa e prolungata bagnatura degli organi vegetali, porta il fungo a sporulare abbondantemente e ad infettare gli organi fiorali che vanno presto incontro a progressiva necrosi. Temperature ottimali per le infezioni vanno da 1 °C a 20 °C. Con 10 °C occorrono 20 ore di bagnatura, con 15 - 20 °C occorrono 12 ore. Non è infrequente che da queste infezioni la pianta possa sviluppare dei cancri che portano in breve al disseccamento della porzione apicale del ramo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Difesa integrata e biologica
In frutticoltura biologica, in previsione di precipitazioni è consigliabile intervenire su cultivar suscettibili con Bacillus subtilis, B. amyloliquefaciens, Saccaromyces cerevisiae, Metschnikowia fructicola, bicarbonato di potassio, zolfo liquido eventualmente in miscela con propoli, utilizzando le dosi più alte ad inizio e fine fioritura.