Il controllo biologico dei principali fitofagi della fragola (il ragnetto rosso Tetranychus urticae, il tripide Frankliniella occidentalis e gli afidi), in coltura protetta ha raggiunto ottimi livelli di efficacia, grazie alla messa a punto di tecniche di lancio controllato di specie antagoniste, all’attenzione alla qualità delle proprie produzioni e della logistica da parte delle maggiori biofabbriche che devono preoccuparsi di far giungere in campo insetti o acari predatori con una buona vitalità.
In questo periodo, però, un altro nemico della fragola arrivato da pochi anni in Italia può fare la sua comparsa nei fragoleti richiedendo interventi insetticidi che finiscono per depauperare l’entomofauna utile introdotta nelle serre e che finora ha tenuto a bada acari, tripidi e afidi. Si tratta del dittero Drosophyla suzukii, “cugino” del noto moscerino dell’aceto (D. melanogaster) dal quale però si differenzia per l’elevata capacità di danneggiare i frutti maturi di molte specie coltivate.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Già attivo sopra i 10 °C
Le femmine di D. suzukii, infatti, sono provviste di un robusto ovopositore seghettato con il quale incidono la buccia dei frutti per inserire le uova da cui si svilupperanno le larve che si alimentano della polpa. Per le esigenze climatiche di D. suzukii, si riteneva che la sua presenza sarebbe rimasta confinata nelle aree italiane settentrionali. L’insetto, invece, si è rapidamente diffuso lungo tutta la penisola, fino ad arrivare anche nelle regioni più meridionali dove in primavera inizia ad attaccare i piccoli frutti e la fragola e successivamente le drupacee, l’uva, il kaki e altre specie coltivate e spontanee, come il fico d’india.
Ciascuna femmina depone in media circa 400 uova, in gruppi di 2-3, sotto l’epidermide del frutto. Le uova sono dotate di due filamenti respiratori che spesso sono l’unico sintomo dell’infestazione in campo e non sono facili da osservare. La larva, apoda e di color bianco crema, vive nel frutto e raggiunge la dimensione di 3-4 mm.
L’adulto è molto simile al comune moscerino della frutta: di 3-4 mm, ha il corpo di color giallo-marrone. La femmina è dotata di un grande ovopositore dentellato. Nel maschio è evidente una macchia nera sul bordo posteriore delle ali, totalmente assente in D. melanogaster, che ne rende abbastanza semplice e sicura l’identificazione.
D. Suzukii è attivo già a temperature superiori a 10 °C; a 25-27 °C compie un ciclo completo in 8-13 giorni. I limiti termici inferiori sono 0 °C e quelli superiori 30 -32 °C. La bassa umidità relativa associata ad alte temperature limita lo sviluppo dell’insetto.
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Le strategie di controllo
Sono disponibili trappole innescate con soluzioni alimentari attrattive (aceto di mele, vino rosso, zucchero di canna ecc.) per l’insetto. La gestione però non è semplice, richiede controlli e manutenzione periodica, poichè catturano anche i comuni moscerini della frutta, attratti dai frutti marcescenti ma innocui sulle fragola integre.
Il controllo di D. suzukii è problematico, perché è molto difficile individuare in campo le uova sui frutti che sono più suscettibili quando sono ormai prossimi alla raccolta. Spesso, pertanto, i frutti infetti sfuggono alla selezione e durante la commercializzazione marciscono compromettendo anche tutti gli altri contenuti nella vaschetta. La soglia di intervento è quindi molto bassa (presenza) e la difesa si basa sul monitoraggio per il rilevamento precoce degli adulti con le trappole attrattive, che possono essere usate anche per la cattura massale. Poiché non è semplice il riconoscimento di esemplari di D. suzukii tra decine o centinaia di moscerini catturati, si rischia di sovrastimarne la presenza se non si affida la lettura delle trappole a tecnici qualificati.
In presenza di infestazioni accertate non resta che il controllo chimico diretto alle larve con insetticidi registrati sulla coltura e basso periodo di carenza come acetamiprid e spinetoram.