Senza innovazione non c’è sostenibilità. Senza credito non c’è innovazione. Senza la possibilità di un’efficace due diligence dell’azienda agraria è difficile però ottenere credito.
Una carenza che Edagricole contribuisce a colmare con il volume “Agricoltura tra Sostenibilità e Innovazione”, primo rapporto di analisi economico-finanziaria delle aziende agricole italiane a cura di Vitaliano Fiorillo di SDA Bocconi School di Management e di Emanuele Fontana di Crédit Agricole.
Il volume è stato presentato presso l’aula magna di Agri Lab Romeo ed Enrica Invernizzi, Agribusiness Research Initiative di Sda Bocconi School of Management a Milano.
«L’agricoltura è un settore vivace – ha affermato Francesco Billari, rettore di Università Bocconi -, aperta all’innovazione, decisiva per gli obiettivi della transizione ecologica e della neutralità climatica, trainante per le nostre esportazioni e per la stabilità socio-economica delle aree interne, ma troppo spesso tenuta ingiustamente al margine delle politiche di sviluppo».
Servono nuovi parametri
«A fronte di queste indubbie prerogative – ha evidenziato Vittorio Ratto, vice direttore generale di Crédit Agricole Italia – il comparto primario italiano continua ad avere un profilo connotato da un’elevata frammentazione che rende difficile interpretarne le dinamiche economiche e finanziarie secondo i parametri tradizionali».
«Crédit Agricole vanta un’esperienza storica in questo settore – continua–. L’esigenza di conoscere il settore agricolo e agroalimentare oltre le dinamiche aggregate di produzione lorda vendibile e volumi di produzione ci ha portato a realizzare questo progetto esclusivo di partnership con Agri Lab di SDA Bocconi».
L’obiettivo è stato quello di conoscere e prevedere la sostenibilità economica e finanziaria dell’agricoltura italiana, «che dai dati emersi risulta di livello e significatività considerevoli».
Il volume edito da Edagricole nasce in questo contesto ed è il primo risultato di questa collaborazione. Il testo contiene uno studio che ha il merito di restituire un report aggiornato e dettagliato sulla performance economico-finanziaria del settore, colmando un vuoto storicamente determinato dalla scarsità di fonti informative e di campioni sufficientemente estesi sulle aziende agricole italiane.
Si compone inoltre di contributi di scenario frutto dell’intervento di numerosi studiosi e personalità importanti del mondo agricolo come Paolo de Castro, Angelo Frascarelli, Anselmo Guerrieri Gonzaga, Maurizio Martina e Vittorio Ratto.
I risultati della ricerca
Il volume, primo di una serie dedicata alla performance delle aziende agricole, riporta i risultati raggiunti dalla ricerca condotta dall’Invernizzi AGRI Lab di SDA Bocconi School of Management, diretto da Vitaliano Fiorillo. I ricercatori del laboratorio hanno potuto analizzare e rielaborare i dati di un campione significativo di aziende agricole – campione rispondente alla segmentazione del settore – grazie al database reso disponibile in forma anonima da Crédit Agricole Italia.
Redditività alta nelle aziende più piccole
Dai risultati della ricerca, illustrati a Milano da Serena Morricone e Luca Ghezzi, docenti di SDA Bocconi, sono emersi aspetti insospettabili soprattutto a livello di managerializzazione dell’azienda agricola.
Confermando che, per tutte le filiere, sono le scelte gestionali a rendere le aziende solide e sostenibili nel lungo periodo più che la superficie utilizzata. Al contrario delle aspettative, la maggior redditività per unità di superficie lavorata si concentra nelle aziende con estensione inferiore, dimostrando che se maggiore estensione vuol dire maggiore fatturato, questo non significa automaticamente anche maggiore redditività.
Aziende solvibili
La dimensione del fatturato peraltro - sottolinea lo studio - non ha inoltre incidenza sui prezzi di vendita e acquisto. I dati dipingono una struttura di costi di conto economico sostanzialmente identica nelle tre classi di fatturato esaminate. Altre importanti rilevazioni interessano l’impatto dei contributi della PAC e la solvibilità delle aziende agricole, che risulta elevata.
Su questo ultimo punto, la pubblicazione non si propone però solo come una fotografia del settore. L’attento lavoro di ricostruzione degli aspetti reddituali e patrimoniali mira ad essere un indicatore utile per gli operatori finanziari, che possono contare su un ulteriore strumento per contestualizzare il settore in cui si muovono le aziende. È emerso in positivo che le nostre imprese riescono a soddisfare le obbligazioni creditizie contratte coprendo in poco tempo la loro posizione finanziaria.
Approfondimenti interessanti riguardano il grado di innovazione, con la forte avanzata della digitalizzazione, con tassi sorprendenti al sud, e il valore della sostenibilità ambientale, con la redditività che risulta mediamente più elevata nelle aziende bio.
L’attenzione all’ambiente e al paesaggio
«L’attenzione all’ambiente e alla tutela del paesaggio – commenta Emanuele Fontana, coordinatore agricoltura di Crédit Agricole Italia – non è solo lo scenario dove si svolge oggi l’attività agricola. Dallo studio emerge come un valore determinante, alla base della coesione sociale dei territori».
«Agricoltura e sostenibilità – ribadisce Vitaliano Fiorillo, direttore di Invernizzi AGRI Lab SDA Bocconi School of Management – non devono essere rappresentati come in contrapposizione». «Il database anonimo di Crédit Agricole Italia – continua - ci ha permesso di poter esaminare ciò che finora è rimasto sotto il radar. L’assenza dell’obbligo di pubblicare un bilancio si è tradotta infatti, nella maggior parte dei casi in un’assenza di bilancio, strumento fondamentale non solo per la gestione dell’azienda, ma anche per svolgere ricerche ad ampio spettro che possano dare indicazioni gestionali efficaci alle aziende agricole stesse».
«Tra i tanti dati positivi – mette in evidenza – ne emerge però uno critico, costituito dalla bassa percentuale, attorno al 10% di aziende dirette da imprenditori under 40: un dato che preoccupa una realtà dedita alla formazione come la nostra». «La completa realizzazione del passaggio generazionale consentirà alla nostra agricoltura di compiere il vero salto verso l’affermazione della digitalizzazione».
Sostenibilità ok, ma serve progettualità
«Sugli obiettivi di sostenibilità – risponde Paolo De Castro, che ha portato un decisivo contributo all’opera descrivendo l’elevato valore della Dop Economy – siamo tutti d’accordo. Lo siamo meno sul come arrivarci: oltre a tracciare obiettivi numerici come la riduzione del 50% degli agrofarmaci entro il 2030 la Commissione Ue dimostra mancanza di progettualità perché non indica come realizzare l’obiettivo, ad esempio favorendo tecnologie alternative come le Tea». «Su questo fronte siamo stati superati dagli Stati Uniti che investe 20 miliardi di dollari sulla sostenibilità dell’agricoltura, incentivando precise evoluzioni tecniche».
«È un momento critico – ammette Maurizio Martina, vice direttore generale della Fao - per l’obiettivo strategico della sicurezza alimentare. La capacità dell’agricoltura italiana di coniugare redditività e sostenibilità, nonostante le difficoltà che emergono anche in questi giorni legate agli effetti dei cambiamenti climatici, è considerata d’esempio per l’agenzia delle Nazioni Unite».
«Siamo solo al primo risultato dell’intensa collaborazione con Bocconi SDA – conclude Vittorio Ratto –. Siamo sicuri che la collaborazione con una grande Università come la Bocconi ci permetterà di realizzare
indagini prospettiche decisive per comprendere e delineare l’evoluzione delle aziende del settore in termini di ottimizzazione delle risorse e sostenibilità».
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