L’agente patogeno responsabile della maculatura batterica delle drupacee (Prunus spp.) è Xanthomonas arboricola pv. pruni.
Colpisce, in particolare, l’albicocco, il pesco, il ciliegio, il susino, il mandorlo e alcune ornamentali (es. lauroceraso). Attualmente questo patogeno, descritto inizialmente negli Stati Uniti su susino giapponese, è diffuso in tutto il mondo e in annate particolarmente favorevoli la quota di frutti non commerciabili può raggiungere il 70% della produzione. Il grado di virulenza varia in funzione dei ceppi considerati, ciò influisce anche sulle perdite di raccolto.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Complice il clima bizzarro
L’infezione è favorita da tempo caldo e umido (19-28 °C) accompagnato da piogge deboli e frequenti, oppure da abbondante rugiada e vento. Perché si produca l’infezione è fondamentale l’acqua libera sulla superficie della foglia poiché questa favorisce la moltiplicazione dei batteri e la penetrazione attraverso gli stomi.
Il periodo di incubazione varia in funzione della temperatura, dell’umettazione delle foglie, della quantità di inoculo. A valori uguali di temperatura, il tempo di latenza diminuisce quando aumenta l’umettazione. In Italia è stato dimostrato che le infezioni primarie nelle foglie si producono dopo tre giorni successivi di piogge con temperature medie tra 14 e 19 °C. Il momento molto critico per le infezioni pare quello delle sei settimane successive alla fioritura.
Riconoscere i sintomi
I sintomi si manifestano sulle foglie, sui frutti e sui rami e sono simili nelle diverse specie di Prunus, quantunque possono dimostrarsi con intensità variabile secondo le specie e le cultivar. L’infezione si manifesta dapprima sulla pagina inferiore delle foglie come piccole lesioni di colore verde pallido o traslucido (“imbevute di acqua”), che evolvono in necrosi scure o nere e aumentano di grandezza.
Queste macchie diventano presto evidenti anche sulla pagina superiore della foglia, si allargano e assumono una forma angolare e colore viola intenso, marrone scuro o nero. Il tessuto immediatamente circostante può divenire giallo. Su pesco e nettarina i sintomi sulle foglie possono mostrare un tipico colore a “tre bande” (verde-giallo-marrone), seguito da una forte defogliazione. Frequentemente le macchie si sviluppano nelle zone di maggior accumulo di acqua, come la nervatura centrale, il bordo e la porzione apicale della foglia.
Possibili confusioni con macchie prodotte da corineo (maculature tipicamente rotonde e di colore rosso-carminio), PNRV (macchie anuliformi di colore bianco-giallastro) e altre malattie batteriche (es. Pseudomonas), fitotossicità da rame (macchie grandi e spesso di forma rotonda con un alone rossastro). Generalmente gli Pseudomonadi producono più cancri e meno macchie fogliari.
Sui frutti i primi sintomi di Xanthomonas si apprezzano tra le 3 e le 5 settimane dalla caduta dei petali. Si formano macchie brune e circolari depresse che, talvolta, possono presentare un contorno idropico. Il loro diametro può raggiungere anche i 10 mm e possono apparire screpolature da cui fuoriesce un essudato gommoso.
La sensibilità varietale
Esistono ampie differenze varietali nella sensibilità a Xanthomonas. In Italia non ci sono prove valutative. Per indicazioni di massima ci si può riferire a pubblicazioni specifiche francesi del Ctifl (Centre Technique Interprofessionnel des Fruits et Légumes- www.ctifl.fr).
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Oltre il rame nella difesa
La difesa deve essere incentrata, essenzialmente, su norme profilattiche, data la mancanza di prodotti battericidi specifici registrati. In commercio, oltre i formulati rameici, difficilmente impiegabili perché fitotossici su drupacee e già segnalati come resistenti in alcuni ceppi, sono reperibili prodotti induttori di difesa e alcuni ceppi batterici di Bacillus subtilis. I risultati sono influenzati dalla tempestività degli interventi, dalla quantità di inoculo iniziale, dalla gravità dei sintomi ecc.
Interessanti alcune prove sperimentali con l’applicazione di elementi e composti notoriamente ad attività batteriostatica quali chitosano, zinco e manganese.