«L’agricoltura è in piena evoluzione. Ci troviamo in un’epoca in cui la digitalizzazione sta rivoluzionando il modo di produrre. Come Basf siamo determinati nel continuare a fare innovazione in campo digitale e chimico, convinti che le nuove tecnologie siano indispensabili per lo sviluppo di un’agricoltura sempre meno impattante e più competitiva». Lo ha affermato il presidente della divisione Agricultural Solutions di Basf, Livio Tedeschi, in occasione del nuovo appuntamento della campagna Basf “Passione per l’agricoltura, il più grande lavoro sulla terra” volta a promuovere il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali in agricoltura e la gestione sostenibile delle colture. Al dibattito, tenutosi presso il Chiostro del Bramante a Roma, hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, della filiera agroalimentare e della ricerca.
Modelli previsionali avanzati per aumentare le performance
Considerando la crescente pressione sulle risorse naturali e l’impatto sempre più rovinoso dei cambiamenti climatici sulla produttività delle colture e sulla sicurezza alimentare, «la sfida – ha puntualizzato Tedeschi – è trovare il giusto equilibrio tra la tutela delle risorse naturali e produzioni alimentari sane e accessibili. Un esempio tangibile del nostro impegno in tal senso è rappresentato dall’acquisizione di Horta, pioniera nel formulare modelli previsionali estremamente avanzati per aumentare le performance e diminuire rischi e fattori di stress delle singole colture.
Dalle nostre sperimentazioni in campo – ha precisato Tedeschi – abbiamo visto che i Dss Horta portano vantaggi pratici concreti, come per esempio: un incremento del 58% di utile netto nella produzione di grano, una riduzione del 14% di gas serra nell’orzo, circa il 30% in meno di trattamenti nella vite, una diminuzione del 26% dei costi di produzione nel mais, e un +20% di aumento del valore brix per il pomodoro. Il nostro obiettivo ora è esportare la tecnologia italiana di Horta nel mondo».
La diffusione del digitale cresce nei campi
Come evidenziato dalla recente indagine dell’Osservatorio smart agrifood del Politecnico di Milano, l’agricoltura 4.0 raggiunge in Italia un fatturato di 2,5 miliardi di euro e segna un +19% rispetto allo scorso anno. Mentre è tendenzialmente stabile la superficie italiana coltivata con tecnologie digitali, passata dall’8% del 2022 al 9% nel 2023. Inoltre, inizia a virare la tipologia degli investimenti dalle macchine connesse e dai sistemi di monitoraggio dei mezzi alle soluzioni di software gestionali e ai sistemi di mappatura di coltivazioni e di supporto alle decisioni.
«Lavorare sulle competenze per favorire l’adozione degli strumenti digitali»
«La consapevolezza del valore dei dati, e quindi delle soluzioni che ne abilitano l’analisi come i Sistemi di supporto alle decisioni, aumenta sempre più tra gli imprenditori agricoli – ha spiegato la direttrice dell’Osservatorio smart agrifood del Politecnico di Milano Chiara Corbo –. Al fine di garantire la diffusione capillare delle soluzioni digitali nel settore agroalimentare – ha precisato – sarà però fondamentale lavorare sulle competenze per facilitare l’adozione di questi strumenti». Infatti, sebbene il mercato delle soluzioni 4.0 stia crescendo il campione resta stabile: ad utilizzarle sono soprattutto le aziende più strutturate e che hanno già fatto investimenti in questo settore.
Il confronto sulle attuali sfide e opportunità del comparto agricolo è proseguito durante la tavola rotonda, in cui è emersa l’urgenza di ripensare le politiche a sostegno dello sviluppo digitale e della redditività degli agricoltori.
«Bilanciare la catena del valore all'interno della filiera»
La direttrice di Confagricoltura Annamaria Barrile, dopo aver affermato che non «si deve penalizzare il reddito degli agricoltori in nome di una ideologica sostenibilità ambientale», ha indicato che per favorire una maggiore adozione del digitale è importante «costruire una buona relazione tra produttori e industria della trasformazione all’interno della filiera, che deve altresì essere incentivata da politiche pubbliche. Se la catena del valore è sbilanciata – ha rimarcato – la marginalità del piccolo agricoltore rimane bassa e questo non gli consente di investire in innovazione».
«Investire in infrastrutture»
Il capogruppo di Fdi Commissione Agricoltura Camera dei Deputati, Marco Cerreto, ha puntualizzato che per digitalizzare il Paese bisogna investire nelle infrastrutture: «Serve la banda larga. Inoltre è impensabile che l’Italia abbia una perdurante incapacità di raccogliere l’acqua piovana: ben l’89% di questa non viene raccolta e finisce in mare». Cerreto ha infine dichiarato che per sviluppare l’Agritech servono sistemi di equity o semi equity.
«Giovani determinanti per dare una svolta del settore verso il digitale. Puntare sul ricambio generazionale»
Il vice capo gabinetto del Masaf, Stefano Scalera, ha invece fatto il punto su un tema delicato: il ricambio generazionale. «I giovani non sono più interessati a fare agricoltura – ha detto –. L’età media di un imprenditore agricolo in Italia è 57 anni. Le nuove leve sono determinanti per dare una svolta digitale al nostro settore e dirigerlo verso il futuro».
«Le nuove tecnologie sono costose, la futura Pac dovrà dare più risorse agricoltori»
Sulla necessità di garantire un adeguato reddito agli agricoltori è intervenuto anche l’europarlamentare, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale, Herbert Dorfmann: «Se non mettiamo soldi nelle tasche degli agricoltori questi non potranno acquistare tecnologie digitali. Il nuovo parlamento europeo dovrà fare una vera riforma in questo senso. In merito ai pagamenti diretti della Pac, per esempio, non è giusto che un pensionato e un giovane prendano le stesse risorse. Vogliamo un’agricoltura produttiva, innovativa e orientata verso il futuro».
«Un sistema normativo che favorisca l'adozione delle innovazioni tecnologiche»
A tirare le fila del dibattito, Livio Tedeschi, che pur riconoscendo l’impegno e l’attenzione del governo verso un maggiore sviluppo dell’innovazione nel settore primario -attraverso il bando meccanizzazione e la legge sulle Tea- ha esortato i decisori politici ad attivare ulteriori incentivi a supporto di una produzione a basso impatto ambientale che abbia una resa economica in tutte le parti della filiera. «Dobbiamo necessariamente creare – ha concluso – un sistema normativo che favorisca l’adozione di nuove tecnologie».
Basf e l’impegno nel digitale
Basf Agricultural Solutions nel 2023 ha generato un fatturato di 10,1 miliardi di euro ed ha investito in ricerca e sviluppo 900 milioni di euro. Nel giugno 2022 Basf ha acquisito Horta, un’eccellenza Agritech italiana, costituita nel 2008 come spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Oggi conta oltre 40 collaboratori in Italia, ha sede a Piacenza ed è presente in diversi paesi europei, fra cui Spagna, Grecia e Turchia. Horta ha attualmente in commercio circa 40 prodotti digitali, che hanno permesso di gestire più di 130mila appezzamenti coltivati in Italia e all’estero.