Il Vespero lurido è una vecchia conoscenza dei viticoltori in quanto, a partire dagli anni ’60, è stato ripetutamente segnalato per i danni, in genere poco rilevanti, su giovani barbatelle in Puglia. Recentemente, in alcuni nuovi impianti di vite del Centro-Sud, l’insetto è tornato ad allarmare gli agricoltori per i ripetuti danni a carico di giovani vigneti.
Le larve vengono chiamate “gelsi”, “varlecchie”, “nucedde” a seconda delle località. Segnalazioni, ampiamente datate, riportano infestazioni circoscritte dell’insetto nel Ravennate su patata e nel Lazio su appezzamenti di pomodoro consociati con mais. L’insetto è stato segnalato anche su olivo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Alcuni richiami di biologia
In Italia sono presenti quattro specie di Vesperus: Vesperus conicicollis macropterus Sama, 1999 (Sardegna meridionale), Vesperus ligusticus Vitali, 2001 (coste della Liguria), Vesperus luridus Rossi, 1794 (Italia peninsulare, Sardegna settentrionale e Sicilia), Vesperus strepens Fabricius, 1792 (Alpi Marittima, Appennino Ligure; Piemonte). Appartengono alla tribù Vesperini (Mulsant, 1839) che, a sua volta, è una delle due tribù della sottofamiglia Vesperinae, famiglia Vesperidae.
V. luridus è la specie maggiormente frequente nei giovani vigneti. Gli adulti compaiono alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno e hanno abitudini crepuscolari. La specie ha cicli vitali molto lunghi (3-4 anni), che trascorre in larga parte nel suolo allo stato larvale. I maschi volano al tramonto o nelle ore notturne; le femmine non sono in grado di volare e si muovono nei primi strati di terreno deponendo, in media, 200-300 uova al colletto delle piante ospiti.
I danni provocati dal Vespero lurido
Le larve appena schiuse si approfondiscono nel terreno alla ricerca di nutrimento. Sono molto voraci e attaccano le radici di qualsiasi pianta. Inizialmente corrodono solo le più tenere radichette delle piante erbacee ma, poi, crescendo rapidamente, si attaccano alle radici più grosse anche di piante legnose.
Si spostano da una pianta all’altra mediante gallerie che scavano facilmente anche a notevole profondità (30-40 cm) nei terreni coltivati, mentre nei terreni incolti si mantengono a 15-20 cm sotto il suolo. Normalmente si trovano radunate in numero notevole in uno stesso punto, attorno alle radici di una stessa pianta, perché le uova vengono deposte a mucchietti.
Attacca qualsiasi piante erbacea, molti arbusti e specie forestali. Vanno ricordate piante da frutto, piante ornamentali, querce e pini e, in particolare, le piante ortensi, la vite e l’olivo. Sulla vite, in particolare, le larve, quando sono già grosse, all’ultimo stadio del loro sviluppo, tagliano con le loro robuste mandibole le giovani radici al di sotto del colletto e corrodono, più o meno profondamente, le radici grosse e la corteccia provocando il deperimento e la morte delle barbatelle.
Profilassi e difesa
È difficile impostare una difesa mirata contro l’insetto. Spesso è più conveniente sostituire le barbatelle attaccate. L’utilizzo di geodisinfestanti localizzati risulta, oltre che difficoltoso, poco o per niente efficace.