Vite, non sottovalutiamo la tignola rigata

Gravi danni causati da C. gnidiella su grappolo e successivo sviluppo di muffe
Cryptoblabes gnidiella è diventata in alcuni areali del centro sud il problema entomologico maggiore della vite. Ecco come contrastarla

Le aziende vitivinicole del Centro Italia, da alcuni anni hanno dovuto rivedere la lotta agli insetti carpofagi della vite.

I trattamenti, infatti, erano indirizzati esclusivamente a contenere i danni causati dalla tignoletta (Lobesia botrana), mentre oggi bisogna fare i conti anche con la tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella) che, in alcuni areali, può rappresentare il problema principale e creare danni ben più consistenti della tignoletta.

larva di tignola rigata
Larva di Cryptoblabes gnidiella in fase
di penetrazione

L’aumento di insetti microlepidotteri e cocciniglie è dovuta a una serie di fattori tra i quali la revoca di insetticidi esteri fosforici che erano ampiamente utilizzati nei vigneti, e la diffusione di metodi di lotta basati sulla confusione sessuale nei confronti della tignoletta della vite.

Un insetto davvero dannoso

La tignola rigata può causare danni importanti soprattutto in fase di preraccolta in vitigni a maturazione tardiva. Pur essendo un insetto segnalato in Italia da più di un secolo, la presenza di tignola rigata associata a seri danni sui grappoli di uva da vino è stata riscontrata qualche anno fa in Italia centrale in vigneti gestiti con metodi di confusione sessuale per il contenimento della L. botrana. L’andamento di volo della C. gnidiella può essere facilmente controllato mediante l’uso di feromoni specifici. La popolazione di tignola rigata viene influenzata anche dalla presenza di melata emessa da Planococcus eventualmente presente.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Le femmine di C. gnidiella depongono le uova nelle parti interne del grappolo. Le larve, carpofaghe, si nutrono degli acini interni del grappolo, rendendo la presenza dell’insetto molto difficile da osservare nella fase iniziale di attacco.

Le larve mature, di circa 10 mm di lunghezza, sono di colore giallo-crema con due caratteristiche fasce dorso-laterali grigio nerastre (da cui il nome), che rappresentano il principale carattere distintivo dalla più nota tignoletta della vite. Gli adulti sono piccole farfalle slanciate di circa 1,5 mm di lunghezza, più grandi di quelli di L. botrana. Le ali anteriori sono strette con colorazione di fondo grigio scura e cosparse di squame rossastre e punteggiatura chiaro-scura e due fasce trasversali più chiare.

Il danno che provoca sul grappolo è in funzione della popolazione presente soprattutto in terza generazione quando si è vicini alla maturazione dell’uva. Le larve iniziano a erodere la cuticola degli acini cibandosi del succo che fuoriesce, e soltanto una attenta osservazione del grappolo, a seguito anche delle eventuali catture con trappole a feromoni, ci può aiutare ad individuare in tempo un focolaio di attacco.

Le conseguenze dell’attacco sono un disfacimento più o meno grave del grappolo con probabili attacchi anche di botrite e marciumi acidi.

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Serve una strategia di difesa calibrata

I trattamenti tradizionalmente eseguiti nei confronti della L. botrana risultano poco efficaci per la C. gnidiella, poiché il picco di volo di quest’ultimo lepidottero è spostato di circa 10-12 giorni in avanti rispetto a quello della tignoletta della vite. Quindi occorre posizionare correttamente i prodotti con differenti meccanismi di azione in funzione dell’andamento di volo dell’insetto.

tignola rigata
Adulto di Cryptoblabes gnidiella.

Un’ulteriore difficoltà nella lotta a tale insetto risiede nella difficoltà di raggiungere le larve posizionate all’interno dei grappoli con gli insetticidi. Inoltre, poiché i danni maggiori si verificano in terza generazione, occorrerebbe utilizzare prodotti con tempi di carenza brevi.

Le strategie di lotta prevedono un preliminare e attento monitoraggio con trappole a feromoni per individuare la presenza di adulti maschi.

Il metodo della confusione sessuale, seppur sia stato autorizzato un diffusore per la confusione sessuale della C. gnidiella dal 30 giugno al 27 ottobre 2021, non è ancora ampiamente praticabile.

Il trattamento che generalmente viene eseguito in seconda e terza generazione nei confronti della tignoletta della vite, ha una parziale efficacia anche nei confronti della tignola rigata. I principi attivi disponibili per la lotta alla C. gnidiella sono il chlorantraniliprole, da posizionarsi dalla ovideposizione fino a prima della schiusura delle uova e la tebufenozide da utilizzare in fase di ovideposizione. Ovviamente, essendo necessario intervenire su due generazioni dell’insetto e su un volo prolungato soprattutto in terza generazione, un’utile alternativa sarebbe l’utilizzo di B. thuringensis var. kurstaki appositamente registrato.

Vite, non sottovalutiamo la tignola rigata - Ultima modifica: 2021-07-30T09:00:40+02:00 da K4

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