Alla base di ogni sistema di coltivazione vi è la necessità di controllare e gestire parametri che riguardano sostanzialmente suolo, luce, fertilità e temperatura, ognuno di questi a sua volta influenza o viene influenzato da un unico elemento essenziale, ovvero l’acqua.
La pressione di questo elemento è ultimamente un tema molto studiato in quanto sempre più di frequente stiamo assistendo a primavere siccitose caratterizzate da forti escursioni termiche, seguite da periodi di piogge torrenziali che rappresentano nient’altro che il preludio a lunghi intervalli estivi con temperature roventi, sono situazioni che ormai rappresentano la norma in ogni stagione agraria e conseguenti sono anche i danni diretti alle colture come distruzione dell’apparato fogliare, ingiallimenti, allettamenti e stress di vario tipo.
Le insidie climatiche: siccità e allagamenti
Se l’andamento dovesse seguire quello degli ultimi 10 anni, nei mesi che seguiranno i periodi di siccità saranno sempre più frequenti e intensi, in particolare in aree come quella mediterranea e nell’Europa occidentale e determineranno, al di là delle implicazioni climatiche e ambientali, un aumento della scarsità d’acqua e difficoltà d’approvvigionamento soprattutto in una stagione in cui la maggioranza degli impianti si troveranno in piena produzione.
In effetti, in diverse province italiane gli agricoltori stanno già facendo i conti con l’aumento dei prezzi dell’acqua per l’irrigazione delle colture e inevitabilmente ciò determinerà anche un aumento dei costi finali di produzione.
La corretta gestione dell’acqua rappresenta, quindi, uno strumento fondamentale per garantire reddito agli agricoltori oltre che l’approvvigionamento del settore dell’agroindustria, tanto più a fronte dell’imminente maggior incertezza sulla sua fornitura.
Quali sono i sintomi e i meccanismi coinvolti?
Alte temperature e scarsità d’acqua determinano la chiusura degli stomi da parte della pianta che tenta così di limitare la disidratazione dei tessuti vegetali, al contempo, rallentano anche i processi metabolici, inclusi quelli di assorbimento dei nutrienti e fotosintesi.
Quando questa condizione perdura nel tempo le radici perdono la capacità di assorbire la poca acqua residua nel suolo e anche i tessuti aerei iniziano presto a presentare segni visibili di degradazione della clorofilla, le piante colpite manifestano ingiallimenti, appassimenti e perdita di turgore dei tessuti che possono degenerare in abscissioni delle foglie fino a parziali o completi disseccamenti, il contenuto di clorofilla è, infatti, uno degli indicatori più utilizzati per valutare il livello di squilibrio metabolico nelle piante sottoposte a stress idrico.
Per far fronte all’esposizione allo stress idrico, le piante hanno però sviluppato vari meccanismi fisiologici e biochimici per ridurre gli impatti dannosi, ad esempio, la produzione di osmoliti o composti osmoprotettori come prolina, glicina betaina e composti fenolici sono solo alcuni dei processi che le piante mettono in atto per migliorare la tolleranza alle condizioni di stress da siccità.
Ed è proprio studiando queste strategie naturali che in Cifo sono stati sviluppati specifici protocolli per le colture, grazie all’impiego di particolari specialità nutrizionali e biostimolanti in grado di influenzare e regolare meccanismi fisiologici fondamentali quali l’evapotraspirazione ed il turgore cellulare, in questo modo la pianta è messa nelle condizioni di produrre sempre al meglio anche quando si manifestano particolari condizioni di stress.
Turgore cellulare e ridotta evapotraspirazione: le due chiavi della strategia Cifo
Le soluzioni presentate da Cifo nascono all’interno della “Strategia Gestione Idrica”, un protocollo sviluppato in campo e che punta alla massimizzazione dell’efficienza d’uso dell’acqua tramite il soddisfacimento di 3 criteri di giudizio presi come riferimento per lo sviluppo della strategia:
- selezione delle migliori tecnologie formulative,
- analisi chimico fisiche su piante e suoli,
- test di efficacia in varie condizioni pedo climatiche.
Questi tre parametri hanno permesso di individuare le matrici nutrizionali che presentassero il miglior rapporto tra efficacia e contenimento dei costi in un’ottica di massimizzazione del ritorno economico dell’investimento per l’agricoltore (ROI).
Il risultato di questa ricerca ha portato alla selezione di due formulati commerciali ottenuti con tecnologie a ridotto impatto ambientale: Macys BC 28 e SinerVEG, entrambi impiegabili ai seguenti dosaggi:
Prodotto | Dose | Applicazione |
Macys BC 28 | 2 L/ha | Dalle fasi di invaiatura/maturazione frutti |
SinerVEG | 2 L/ha | Dalle fasi di invaiatura/maturazione frutti |
La combinazione di questi due formulati permette di sfruttare a pieno i benefici apportati da alghe, estratti vegetali ed altre sostanze bioattive in un’azione sinergica che manifesta a pieno i suoi effetti attraverso un mirato contenimento dell’evapotraspirazione, l’accumulo di osmoprotettori all’interno della cellula vegetale e l’incremento del turgore cellulare.
Due specialità in azione
Macys BC 28 è un potente biostimolante impiegabile anche in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo.
La presenza inalterata di numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga stessa, in particolare laminarine, betaine ed alginati, induce la sovra espressione di alcuni geni coinvolti nella segnalazione dello stress, come la sintesi dell’ABA e di antiossidanti, il metabolismo dell’azoto ed il mantenimento dell’attività fotosintetica, tutte queste modificazioni fisiologiche consentono una migliore mitigazione dello stress ossidativo ed una migliore efficienza nell’uso dell’acqua (maggiore conduttanza stomatica e migliore attività fotosintetica).
Come funziona Macys BC 28
SinerVEG, è un agente biostimolante della crescita e dello sviluppo delle piante d’origine naturale, a base di estratti lignocellulosici, consentito in agricoltura biologica, che fornisce carbonio vegetale prontamente assimilabile in assenza di azoto organico, stimola la fotosintesi clorofilliana potenziando l’attività fisiologica della pianta agendo sul metabolismo primario e secondario.
Utilizzato per via fogliare in abbinamento a Macys BC 28, permette di regolare la pressione osmotica e di ottimizzare il contenuto idrico all’interno dei vacuoli migliorando il turgore cellulare e rendendo la membrana più elastica e più resistente ai danni causati da eccessive precipitazioni o al contrario da lunghi periodi di secco garantendo un risparmio significativo del consumo d’acqua.
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