Siccità, ecco l’acqua per gli agrumeti della Sicilia orientale

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Rimesse in funzione due pompe e altrettante condotte per portare l'acqua del Biviere di Lentini ai campi coltivati della piana di Catania

Finalmente l’acqua del Biviere di Lentini nel Siracusano (80 milioni di metri cubi), l’unico rimasto pieno dopo un anno di siccità, sarà disponibile per gli agrumeti della Sicilia orientale. C’è voluta questa terribile calamità per smuovere l’immobilismo della Regione e per trovare le risorse economiche necessarie a rimettere in funzione l’impianto di sollevamento dal lago: due pompe e relative condotte guaste da anni per riparare le quali il Consorzio di Bonifica finora non era riuscito a trovare i soldi.

Da un paio di giorni la prima delle due pompe riesce a prelevare circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua a circa 800 ettari di terreni agricoli della Piana di Catania. In realtà l’area sottesa dalla vasca in quota da cui parte l’acqua è di 3.500 ettari. Ma la condotta di distribuzione non è stata completamente realizzata. Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600mila euro, sono stati stanziati dalla Regione Siciliana attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9.

Prosciugato per colpa delle zanzare

Nato negli anni Settanta grazie ai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, esattamente dove esisteva un lago naturale che intorno agli anni Trenta venne prosciugato perché lì proliferava la zanzara portatrice della malaria, oggi il Biviere di Lentini è una riserva naturale, ma è diventata una risorsa fondamentale per l’agricoltura della Piana di Catania.
La questione del lago di Lentini era stata sollevata nei scorsi giorni a Siracusa durante dopo l’incontro del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida con le associazioni di categoria e i rappresentanti della Regione Siciliana per discutere della grave emergenza idrica che sta attraversando l’Isola. Un incontro che è seguito quello preparatorio del G7 Agricoltura che si terrà durante il terzo weekend di settembre nella città aretusea.

A distanza di qualche giorno dall’incontro di Siracusa e in occasione della messa in funzione della prima pompa, Lollobrigida ha commentato: «La positiva risoluzione del paradosso del lago di Lentini (l’acqua c’è ma non si può usare per l’agricoltura, ndr) è la conferma di come le interlocuzioni e la collaborazione tra le associazioni degli agricoltori, il ministero e le istituzioni regionali, e un approccio rigoroso soprattutto in una questione relativa a un adeguamento tecnico, possano portare a risultati concreti».

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I lavori nella parte occidentale dell'Isola

Altri lavori sono in via di realizzazione nel versante occidentale della Sicilia e in particolare il fiume Sosio-Verdura nella cui valle insistono gli agrumeti dove si produce l’arancia di Ribera Dop. Tramite la Protezione Civile la Regione ha finanziato con 500mila euro, il progetto di sistemazione idraulica del fiume monte della traversa Favara di Burgio in località Poggio Diana. Il progetto porterà acqua a Burgio, Caltabellotta e Ribera. L’intervento - sistemazione e rinaturalizzazione dei meandri fluviali posti a monte della traversa Favara - grazie a una nuova stazione di pompaggio permetterà di attingere direttamente dalle acque del fiume Sosio-Verdura da cui saranno praticamente eliminate le sabbie che si sono depositate via via nel corso del tempo.

Unico neo dell’operazione: i tempi. Pare che ci vogliano due mesi circa per completare il lavoro. Nella speranza che nel frattempo piova e che i pochi interventi irrigui concessi agli agricoltori, strappando preziose risorse ai consumi civili, siano sufficienti a garantire la stagione o almeno la sopravvivenza degli impianti produttivi.

Il nodo degli aiuti

Dopo aver ottenuto dal Consiglio dei ministri il riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale, l’altro fronte di grande interesse per gli agricoltori è quello del riconoscimento della “condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali” (dal primo luglio 2023 a maggio 2024) a causa della persistente siccità che colpisce l’Isola da circa un anno e che si è rivelata una delle più gravi dell’ultimo cinquantennio).

Per il comparto agricolo e zootecnico siciliano in cui si stima una perdita della produzione nel 2024 che va da un minimo del 50% a un massimo del 75%, questa circostanza consentirebbe alle imprese agricole e zootecniche siciliane di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Pac (in particolare gli ecoschemi) continuando a godere di aiuti, ma anche di rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.

Nel frattempo, con l’Italia divisa in due dalle catastrofi meteo (alluvioni e inondazioni al Nord e gravissima siccità al Sud) il Ministero dell’Agricoltura ha inviato alla Commissione europea la richiesta di attivare le misure eccezionali previste dall'articolo 221 del regolamento n.1308/2013 (riserva di crisi) e l’incremento della percentuale degli anticipi dei pagamenti diretti e delle misure a superficie dello sviluppo rurale. Il tutto con l’obiettivo di far fronte ai danni che gli eventi climatici avversi hanno provocato al settore agricolo italiano nel primo semestre 2024.

Cia: interventi prima delle vacanze estive

Alla vigilia della sospensione dell’attività del Parlamento siciliano per le vacanze estive, dalla Cia Sicilia orientale arriva l’appello affinché venga convocata una seduta straordinaria “nella quale affrontare, in tutta la sua drammaticità, l’emergenza siccità che sta portando allo stremo i siciliani, le città, le campagne, le produzioni, gli allevamenti con danni inquantificabili e ormai irreversibili”.

Nella lettera inviata al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il presidente facente funzioni di Cia Sicilia Orientale Giosuè Catania ribadisce la necessità che sia la Regione Siciliana a chiedere formalmente al Governo nazionale di fare la propria parte con interventi che siano adeguati alla gravità della situazione. «Quei quindici milioni da destinare al Fondo di solidarietà nazionale per l’anno 2024 promessi a Siracusa dal ministro Lollobrigida sono una vera miseria – dichiara Catania – totalmente insufficienti a mitigare il danno economico che stanno subendo le aziende agricole dell'Isola».

Poi la preoccupazione che per sospendere alcuni termini tributari e contributivi nelle aree colpite dalla siccità, si debba aspettare alcuni mesi. «Le procedure per il riconoscimento dei danni sono lunghe (sebbene da mesi l’agricoltura versi in uno stato comatoso dal punto di vista sia strutturale che produttivo) e nel frattempo, migliaia di aziende agricole non avranno la forza di resistere e saranno costrette ad abbandonare le attività», denunciano gli agricoltori.

Secondo la norma infatti, la Giunta di governo regionale entro il 12 settembre di quest’anno dovrebbe approvare la delibera inerente la delimitazione delle aree colpite dalla siccità periodo luglio 2023 - maggio 2024. Ecco che gli Ispettorati provinciali dell’Agricoltura si stanno organizzando per gli accertamenti del caso propedeutici alla predisposizione della relazione da inviare al Dipartimento Agricoltura che a sua volta la girerà all’Assessore (ancora la delega rimane in mano al Presidente della Regione) che la proporrà alla Giunta per poi inoltrarla al Masaf.

«Si ha l’impressione che le istituzioni, a tutti i livelli, non abbiano ancora la piena consapevolezza di cosa stia accadendo, di come non ci sia un solo altro minuto da perdere, di quanto stiamo davvero vivendo una corsa contro il tempo – sottolinea preoccupato Catania – gli invasi sono a secco come mai lo sono stati; i comuni boccheggiano; la terra è arida; le produzioni sono andate perdute; gli animali stanno morendo». E mettere in campo le forze dell’ordine per contrastare i furti d’acqua - così come si è impegnato a fare il ministro su suggerimento di qualche sprovveduto - appare una misura inutile: «L’acqua da rubare non c’è proprio», sottolineano gli agricoltori.

Misure insufficienti contro la siccità

«Inutile girarci intorno, gli interventi finora messi in campo sono stati tardivi e insufficienti – lamenta Catania –. In una situazione straordinaria come questa, oltre agli interventi previsti dalle normative, sarebbe necessario un provvedimento ad hoc per garantire un ristoro, anche minimo, ma immediato alle aziende che hanno perso tutto”. “Ed invece – aggiunge - oltre al foraggio agli allevatori che ancora non è arrivato e qualche misura proposta per il medio e lungo termine come il Piano idrico regionale comunque da sottoporre a verifica di fattibilità e sostenibilità, non ci pare sia arrivata una risposta adeguata allo stato di crisi”.

Una goccia nel deserto

Qualche timido segnale di attenzione arriva dal presidente della Regione Renato Schifani che, in attesa di difficili accordi politici all’interno della sua maggioranza, detiene ancora la delega dell’Agricoltura che Luca Sammartino ha dovuto lasciare per ordine della magistratura. In soccorso degli agricoltori la promessa di destinare dieci milioni di euro per esonerarli dal pagamento degli oneri per le irrigazioni di soccorso. «Proposta poco chiara o poco adeguata dal punto di vista economico – conclude Catania – perché solo nella provincia etnea, tra ruoli fissi e tariffe irrigue, il conto ammonta a circa otto milioni di euro».

Siccità, ecco l’acqua per gli agrumeti della Sicilia orientale - Ultima modifica: 2024-07-29T15:58:09+02:00 da Simone Martarello

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