Il webinar del 12 dicembre organizzato da Edagricole in collaborazione con Kalos ha messo al centro un tema innovativo per l’agricoltura: gli induttori di resistenza, strumenti che attivano le difese naturali delle piante, riducendo la dipendenza dagli agrofarmaci e migliorando la resilienza delle colture agrarie.
Un pubblico numeroso, composto principalmente da tecnici agronomi e agricoltori, ha seguito con interesse gli interventi di esperti e ricercatori, che hanno condiviso conoscenze scientifiche, esperienze sul campo e riscontri pratici.
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Durante il webinar sono arrivate numerose domande, alle quali non c'è stato il tempo di rispondere in modo completo.
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Le piante immunizzate: l’analisi del fitopatologo Ruggero Osler
«Le piante coltivate stanno diventando sempre più fragili», ha esordito il patologo vegetale Ruggero Osler. La sua analisi ha evidenziato come i sistemi agricoli moderni abbiano compromesso la capacità delle piante di difendersi autonomamente.
Osler ha spiegato che gli induttori di resistenza agiscono come una “sveglia genetica”: stimolano la produzione di sostanze difensive, come fitolessine e proteine PR, attraverso la trasduzione di segnali biochimici. Questo approccio consente alle piante di reagire meglio a stress biotici, come patogeni e insetti, e abiotici, come siccità o salinità.
«Non basta combattere i patogeni», ha aggiunto Osler. «Serve un cambio di paradigma che ponga la pianta al centro, sfruttandone il potenziale genetico».
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Noce e vite: i risultati con Repente
Luca Fagioli, responsabile del Centro di Saggio del Consorzio Agrario di Ravenna, ha illustrato i risultati di prove sperimentali condotte su noce e vite utilizzando Repente, un formulato che stimola la produzione di fitolessine.
Nella coltura del noce, Repente ha dimostrato di ridurre l’incidenza dell’antracnosi di oltre il 50%, un risultato rilevante per una coltura spesso penalizzata dalla scarsa efficacia dei trattamenti rameici.
Per la vite, le prove hanno evidenziato una significativa diminuzione delle infezioni da peronospora, confermando l’efficacia del prodotto sia come coadiuvante sia come soluzione indipendente in contesti a bassa pressione di malattia.
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Ridurre il rame grazie agli estratti algali
Massimo Pinna, dell'Aiab Piemonte, ha presentato esperienze con estratti algali per la difesa dalla peronospora della vite. «Questi prodotti rappresentano una svolta per l’agricoltura biologica», ha spiegato, mostrando dati che evidenziano una riduzione dell’uso di rame fino al 50%, in linea con le normative europee sempre più restrittive.
Gli estratti algali, integrati con silicato di calcio e altri coadiuvanti, hanno dimostrato di proteggere efficacemente sia il fogliame che i grappoli anche in annate particolarmente favorevoli alla diffusione della malattia.
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Biostimolanti e qualità delle uve
Simone Lavezzaro, di Agricola2000, ha discusso i benefici dei biostimolanti sulla qualità delle uve Nebbiolo. Le prove condotte hanno evidenziato un aumento del contenuto di antociani estraibili e polifenoli totali, migliorando il profilo organolettico dei vini.
«In alcune annate difficili, questi prodotti hanno contribuito anche a mantenere rese produttive adeguate, riducendo la necessità di operazioni costose come il diradamento manuale», ha sottolineato Lavezzaro.
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Come funzionano gli induttori di resistenza
Mirco Storari, responsabile marketing operativo di Kalos, ha approfondito il meccanismo d’azione degli induttori di resistenza. Prodotti come Resolve, Repente e Resistar (della linea Benestar) attivano specifici geni di difesa, simulando l’attacco di un patogeno.
«Non si tratta solo di protezione dalle malattie», ha spiegato Storari. «Questi formulati migliorano anche la tolleranza agli stress climatici, come la siccità, e potenziano l’efficienza delle linee di difesa convenzionali».
Storari ha inoltre sottolineato la versatilità di questi prodotti, che possono essere utilizzati su una vasta gamma di colture, dalla vite agli ortaggi, garantendo sempre risultati tangibili.
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Riscontri dal campo: le esperienze di La Biancara e I Vigneri
Le aziende vitivinicole La Biancara (Alessandro Maule) e I Vigneri (Salvo Foti) hanno concluso il webinar condividendo la loro esperienza pratica. Entrambe hanno evidenziato come l’integrazione degli induttori di resistenza nei protocolli aziendali abbia migliorato la gestione fitosanitaria, ridotto l’uso di agrofarmaci e incrementato la qualità del prodotto finale.
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