Barikamà è un progetto di micro reddito gestito da ragazzi africani che dallo sfruttamento nelle campagne di Rosarno e Foggia sono riusciti a trovare nuova forza nel lavoro e nell’inserimento sociale. Oggi lavorano vicino Roma sul lago di Martignano, all’interno dell’azienda agricola Casale di Martignano, che si confronta da tempo con la dimensione etica d’impresa. Sono in otto e vengono dal Mali, Senegal, Benin, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea e Roma.
Si chiamano Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Ismael, Saydou e Mauro, un giovane ragazzo italiano affetto da una lieve forma di autismo.
Il piano di lavoro della cooperativa si basa sulla produzione di alimenti di qualità (yogurt e ortaggi biologici) che vengono consegnati direttamente a domicilio in bicicletta (con attenzione anche ai vuoti che vengono ritirati).
Barikamà però è anche qualcosa in più, è condivisione. Condivisione è la prima risposta che Suleman Diara, presidente della cooperativa, ci dà quando gli chiediamo di spiegarci cos’è il progetto Barikamà. «Barikamà, che in lingua bambara significa resistente e resiliente, è un progetto di unione, di scambi di culture e di aiuto reciproco. Siamo una comunità allargata, sempre pronta ad accogliere nuove persone».
Un progetto di integrazione
“Verdure e yogurt in bici” è dunque prima di tutto un incontro di vite diverse, tra migranti e ragazzi autistici, di storie difficili che insieme hanno trovato la forza di costruire un percorso sociale e agricolo innovativo, sia nella forma che nella sostanza. Oggi la cooperativa produce 200 litri di yogurt biologico a settimana e le consegne avvengono in bicicletta prevalentemente a domicilio a Roma e attraverso i gruppi d’acquisto solidale.
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