Da 9mila fattorie sociali il nuovo welfare al tempo del coronavirus

L'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, la ministra Teresa Bellanova e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini in occasione della presentazione del primo rapporto sull'agricoltura sociale (foto Campagna Amica)
Coldiretti presenta il primo rapporto sull’Agricoltura sociale. Prandini «Si tratta di strutture che possono offrire protezione ai giovani e agli anziani in un momento in cui gli altri modelli di condivisione e accoglienza hanno dimostrato di essere in crisi».

«Il dramma del coronavirus ha aperto nuovi scenari: l'agricoltura è sociale in sé». Nei giorni più drammatici del lockdown il mondo agricolo è infatti riuscito a dare qualche elemento di serenità garantendo non solo cibo ma anche un quotidiano contatto con il mondo esterno a cittadini immobilizzati dal coronavirus.

Lo ha ricordato oggi il presidente Ettore Prandini, in occasione della presentazione del primo rapporto Coldiretti sull'agricoltura sociale.

Disinfettare con un fiore

L’evento si è tenuto a Roma a Palazzo Rospigliosi alla presenza della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova (clicca qui per accedere al suo intervento), con diretta streaming sul sito di Coldiretti. Alla ministra è stato donato il primo gel disinfettante a base di prodotti naturali come lavanda e timo prodotto durante il lockdown da una fattoria sociale di Comano Terme (Tn) che coltiva erbe officinali e accoglie in azienda bambini per la didattica e persone in difficoltà per interventi assistiti con gli animali.

Povertà in aumento

Il presidente Prandini ha sottolineato il ruolo importante di recupero svolto dalle aziende agricole sociali perchè «è proprio nei contesti agricoli che si recupera e si vive meglio.

Si tratta di strutture che possono offrire protezione ai giovani e agli anziani, per quanto riguarda questi ultimi ha lanciato la proposta che una piccola percentuale di posti convenzionati possa essere riservata all'agricoltura sociale «soprattutto alla luce delle risposte non soddisfacenti date dalle Rsa nell'emergenza coronavirus».

Prandini ha espresso soddisfazione per i 300 milioni di euro stanziati dal Governo per gli indigenti, «cifra che - ha aggiunto - dovrebbe essere elevata perchè nel nostro paese la povertà è in aumento: dal 2019 al 2020 i cittadini in difficoltà per disporre di cibo sono passati da 2 a oltre 3 milioni».

I servizi offerti

Ecco quindi che «per sostenere le famiglie in difficoltà, gli anziani, i bambini, i disabili e le fasce più disagiate della popolazione travolte dalla crisi generata dall'emergenza coronavirus scende in campo la prima rete nazionale delle fattorie sociali di Coldiretti per offrire nuovi servizi nelle campagne dove all'aria aperta è più facile il rispetto del distanziamento e minori i rischi di contagio».

Numerosi i servizi svolti dal nuovo welfare “verde” al tempo del coronavirus «per affiancare il sistema dei servizi pubblici messo sotto pressione» commenta Coldiretti all’agenzia Agrapress:

  • dai primi centri estivi rurali per i bambini agli agriospizi per gli anziani,
  • dalla cura delle dipendenze al reinserimento lavorativo,
  • dall'ortoterapia alla pet therapy,
  • dall'assistenza sanitaria e psicologica all'integrazione culturale.

I numeri che emergono dal rapporto

«Lungo tutta la penisola – è la stima di Coldiretti - sono circa 9mila le fattorie impegnate nel sociale con un aumento di 7 volte dal 2013 in grado di offrire oggi un valore di servizi sanitari ed educativi che ha raggiunto il miliardo di euro».

Secondo il Rapporto nell'ultimo anno oltre 40mila famiglie hanno usufruito dei servizi nati grazie all'impegno sociale degli agricoltori con azioni di aiuto e sostegno a disabili motori e cognitivi, a persone con autismo, a detenuti ed ex detenuti, a minori disagiati o con difficoltà di apprendimento, a donne vittime di abusi, ad anziani, a persone con problemi relazionali oppure con dipendenze fino ai disoccupati e agli stranieri.

Aree di disagio cresciute ancora di più in questi mesi di pandemia con oltre un milione di nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dall'emergenza coronavirus.

«Una crisi collettiva nazionale trasversale – evidenzia il Rapporto - per demografia e lavoro senza precedenti dai tempi del dopoguerra e che può trovare delle risposte nelle esperienze di agricoltura sociale diffuse su tutto il territorio nazionale: il 52,4% al nord, il 21,4% al centro e il 26,2% al sud».

Percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale

Il nuovo welfare verde nasce dall'innesto dei percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale in attività agricole tradizionali come la coltivazioni, l'allevamento, l'agriturismo, le fattorie didattiche e anche le vendite dirette che coinvolgono l'80% delle fattorie sociali italiane la cui dimensione media raggiunge i 24 ettari, ovvero piuù del triplo delle altre aziende agricole.

«Oggi produrre in agricoltura – conclude Prandini - non vuol dire soltanto portare il buon cibo sulle tavole degli italiani, ma rispondere a precise necessità della società in ambiti diversi. Grazie agli agricoltori si realizzano progetti che offrono servizi di qualità a persone svantaggiate con percorsi di integrazione e formazione che spesso sfociano in contratti di lavoro che restituiscono dignità e traiettorie di futuro».

«Nei prodotti e nei servizi offerti dall'agricoltura non c'è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona».


La proposta di Pecoraro Scanio

Alla presentazione del primo rapporto su agricoltura sociale redatto da Campagna Amica e Coldiretti Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico di Campagna Amica, ha lanciato alla ministra Bellanova la proposta di puntare sugli «agriospizi».

«L'agricoltura sociale -ha detto - con le sue 9000 imprese in rapida crescita può offrire un’altarnativa efficace anche in chiave sicurezza rispetto alle Rsa».

«Le residenze per anziani in aziende agricole convenzionate con asl e enti locali sono certamente più inclusive e con attività all'aria aperta più adeguate ad una vita sana».

Da 9mila fattorie sociali il nuovo welfare al tempo del coronavirus - Ultima modifica: 2020-07-14T22:36:13+02:00 da Lorenzo Tosi

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