Agrumi, nuovi prodotti contro gli afidi

agrumi e afidi
Le formiche proteggono le colonie afidiche da cui prelevano la melata
Nuove registrazioni come quelle di spirotetramat e sulfoxaflor e attesi ritorni come quello di tau-fluvalinate consentono finalmente di contrastare un problema divenuto limitante per gli agrumi soprattutto in prossimità della fioritura

È da qualche anno che il controllo degli afidi degli agrumi è diventato abbastanza problematico, soprattutto a ridosso della fioritura, anche a causa della eliminazione degli aficidi abbattenti che consentivano di intervenire solo al superamento di soglie di intervento piuttosto alte, se gli antagonisti naturali non erano sufficienti a contenere le popolazioni afidiche. In pratica la disponibilità di insetticidi registrati su agrumi era limitata ai neonicotinoidi e alla flonicamide, da usare con finalità preventive, alla prima comparsa delle colonie.

Le sostanze attive

Di recente, però, nuove sostanze attive si sono aggiunte a quelle prima disponibili (spirotetramat, sistemico ascendente e discendente, persistente; sulfoxaflor, con spiccata citotropicità, entrambi registrati anche contro le cocciniglie e con diverso meccanismo di azione).

Da quest’anno torna disponibile come aficida una vecchia sostanza attiva che, opportunamente, è stata ri-registrata su agrumi. Si tratta del tau-fluvalinate, noto piretroide con ampio spettro di azione e registrato su molte colture. Su agrumi il suo uso, oltre che contro gli afidi, è previsto anche per la tignola dei bocci (Prays citri).

Il tau-fluvalinate, tra gli aficidi disponibili su agrumi, è quello dotato di maggiore potere abbattente (se usato con cautela per evitare di selezionare forme di resistenza); questo può aiutare ad aspettare il superamento delle fantomatiche soglie di intervento previste da molti disciplinari di produzione (5% di germogli infestati in clementine e mandarino e 10% negli altri agrumi per Aphis citricola; 25% di germogli infestati per Toxoptera aurantii e Aphis gossypii), mentre l’applicazione degli altri prodotti è più indicata nelle prime fasi dell’infestazione.

Poiché spesso la comparsa delle prime infestazioni è a ridosso della fioritura, la scelta di effettuare un trattamento aficida andrà sempre fatta con cautela, per minimizzare il rischio di intossicare i pronubi con applicazioni poco accorte.

Colonia di afide verde protetta dalla deformazione del germoglio

Diversi tipi di afidi

La dannosità degli afidi, si ricorda, varia a seconda delle specie e non sempre è utile intervenire con trattamenti insetticidi che hanno comunque un impatto anche sull’entomofauna utile dell’agrumeto. Pertanto, nelle fasi più delicate come quelle che vanno dalla pre alla post fioritura, bisognerà monitorare il campo per individuare le prime colonie afidiche e riconoscere il gruppo di specie presenti per decidere eventuali trattamenti.

Gli afidi verdi (come Aphys citricola) sono i più dannosi perché tendono a deformare i germogli con la loro attività trofica, facendo arricciare le foglie dei giovani germogli infestati. Questi afidi sono più difficili da combattere con prodotti di contatto perché le loro colonie si sviluppano soprattutto sul lato interno delle foglie, che si arricciano, restando più protette dal contatto diretto delle soluzioni insetticide. È per questo che i disciplinari prevedono soglie d’intervento più basse per queste specie.

Gli afidi bruni (Toxoptera aurantii o afide nero, Aphis gossypii o afide del cotone) non deformano la vegetazione e il loro danno si limita alla sottrazione di linfa e alla produzione di melata. Per gli afidi bruni la soglia di intervento è alta (25% dei germogli infestati), perché non deformano la vegetazione e spesso sono efficacemente controllati da diversi antagonisti parassitoidi o predatori che, però, in genere fanno sentire il loro effetto quando le popolazioni sono piuttosto consistenti.

Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Agrumi, nuovi prodotti contro gli afidi - Ultima modifica: 2019-05-31T08:55:47+02:00 da K4

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