In questi ultimi anni l’introduzione e lo sviluppo di soluzioni di origine naturale ha suscitato un grande interesse da parte di produttori e consumatori di prodotti agricoli perché sempre più è cresciuta l’attenzione per la sostenibilità delle produzioni e, parallelamente, per quella di tutti gli attori operanti nella filiera. Il Serifel®, prodotto a base di Bacillus amyloliquefaciens ceppo MBI 600, rientra a pieno titolo nel novero di queste soluzioni naturali e possiede una caratteristica molto importante ovvero quella di contenere spore pure di batteri “buoni e utili”. È da questo tipo di formulazione (utilizzata alla dose unica di 0,5 kg per ettaro) che scaturisce una prontezza di attività e un’elevata e stabile efficacia dal punto di vista del campo oltre, in generale, ad una conservabilità migliore del prodotto che arriva – in ottimo stato di conservazione del prodotto – almeno ai due anni.
Le colture ammesse
Ampio, ma attualmente in fase di crescita, il numero di colture sulle quali possiamo utilizzare Serifel®: su vite e diverse colture orticole (pomodoro, peperone, melanzana, lattughe ed insalate oltre a fragola, frutti di pianta arbustive e bacche) il prodotto svolge un controllo ottimale di diversi patogeni come la botrite e la sclerotinia. Ma il mondo della ricerca sta anche approfondendo la conoscenza sull’attività dei batteri e in particolare sull'effetto di Bacillus amyloliquefaciens su altri patogeni (ad esempio l’alternaria, l’oidio, le fusariosi, la rizoctonia e i batteri) e bisognerà lavorare per eventualmente registrare nuovi usi.
Come agisce il prodotto a base di Bacillus
Un’altra caratteristica fondamentale di Serifel® è quella di avere un particolare meccanismo d’azione multisito, aspetto che rappresenta un valido aiuto nella gestione dei meccanismi di resistenza che invece spesso le sostanze attive chimiche generano con la loro modalità monosito. Serifel®,infatti, agisce sul fungo attraverso tre modalità:
a) produzione di metaboliti (iturina e surfactina) tossici per i funghi patogeni;
b) competizione per lo spazio una volta che si sono sviluppate le sue spore sulle superfici trattate;
c) competizione per i nutrienti di cui le spore stesse si nutrono sottraendole agli altri organismi patogeni.
Proprio per le sue caratteristiche, per svolgere al meglio la propria attività, Serifel® deve essere applicato preventivamente in modo, quindi, che le spore possano svilupparsi sulle superfici trattate prima dell’arrivo dei patogeni per poterli inibire e non lasciarli crescere. In questo modo, il prodotto potrà meglio mostrare un’altra grande capacità, quella cioè di indurre la pianta a sviluppare quei meccanismi di resistenza sistemica di autodifesa che gli permettono di “resistere” alle aggressioni che arrivano dal mondo esterno e reagire di conseguenza. Questa modalità, di fatto, aiuta la pianta e ne migliora anche le risposte in relazione ai diversi stress a cui è sottoposta (biotici o abiotici che siano): si attivano così, infatti, proteine e composti di difesa che renderanno le piante attive e pronte per combattere patogeni o stress abiotici che potrebbero attaccarle successivamente.
È chiaro, da quanto appena enunciato, di come sia molto importante che le spore di Bacillus siano presenti sulla vegetazione assolutamente indenne dal patogeno dove, in 10-12 ore cresceranno, si svilupperanno e colonizzeranno la vegetazione. In questa ottica abbiamo sviluppato alcune attività nel corso degli ultimi anni validando, ad esempio, l’uso del prodotto anche in fase di fioritura della vite piuttosto che nelle prime fasi di crescita attiva delle colture orticole per offrire le più ampie garanzie di efficacia di queste soluzioni naturali.
L'impiego dei batteri su pomodoro da industria
Una delle colture su cui abbiamo sviluppato nuovi modelli applicativi è stata, per esempio, quella del pomodoro da industria. In un anno particolarmente caldo e siccitoso, dove i patogeni sono risultati poco aggressivi, abbiamo apprezzato come l’uso del prodotto ha portato notevoli vantaggi dal punto di vista produttivo e dello sviluppo fisiologico della coltura (foto A e B).
L’andamento stagionale, e le diverse condizioni di presenza e pressione dei patogeni, devono aiutarci e guidarci nel corretto posizionamento di questi prodotti: un elemento da non trascurare in tal senso è, in ogni caso, un uso del prodotto ripetuto per permettere una migliore produzione e sviluppo delle spore nelle fasi iniziali; successivamente si potrà operare anche con applicazioni mirate che consentano di incrementare l’accumulo di “spore buone”. L’esperienza ci ha consentito di valutare anche un aspetto legato all’uso del prodotto in condizioni estreme: in realtà le alte temperature registrate in questo particolarissimo 2021 non hanno compromesso lo sviluppo delle spore anche se, forse, lo hanno un po' limitato.
Indubbiamente anche le fasi di fine ciclo delle colture risultano dei momenti ottimali per l’applicazione del Serifel® in un’ottica di ottimizzazione della gestione dei residui degli agrofarmaci e, più in generale, della sostenibilità intesa in ottica globale. Ed è in tale direzione che queste nuove soluzioni biologiche offrono il loro importante contributo: in un panorama di soluzioni chimiche sempre più ridotte queste innovative molecole aiutano la pianta riguardo lo stato sanitario complessivo e competono fortemente con lo sviluppo dei patogeni mirando alla sostenibilità dell’intero sistema produttivo a tutela e garanzia del consumatore finale.
Le prove
In un’attività sperimentale condotta in provincia di Foggia in collaborazione con la Cooperativa Agrolab è stato applicato il Serifel® settimanalmente a partire da 30 gg dopo il trapianto. Le applicazioni sono state effettuate a 0,25 e a 0,50 kg/ha ed il prodotto è stato confrontato con una tesi mai trattata ed un prodotto competitor di riferimento utilizzato a 6 l/ha.
Sono stati valutati in particolare due aspetti della produzione: il primo quantitativo, la produzione complessiva e differenziata per categoria merceologica, ed il secondo, che possiamo definire qualitativo, che è stato quello del contenuto fogliare della clorofilla misurato con uno strumento portatile da campo (SPAD) al termine della coltivazione a pochi giorni di distanza dalla raccolta. Per analizzare in maniera corretta la misurazione della clorofilla sono state analizzate 10 foglie per parcella per 5 ripetizioni, quantitativo che consente di avere una stima statisticamente rappresentativa ed attendibile. Nelle figure allegate si possono valutare sinteticamente i risultati rilevati (fig. 1 e 2).
Fig. 1 - La produzione complessiva e differenziata per categoria merceologica
Fig. 2 - Contenuto fogliare di clorofilla
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